Messina, 20 febbraio: a Palazzo Zanca l’assemblea della Rete No Ponte
Oggi dalle ore 17.00, al Salone delle Bandiere del Comune di Messina, si terrà un’Assemblea contro il Ponte sullo Stretto e per la difesa dei territori promossa dalla Rete No Ponte.
«Ne parleremo insieme in assemblea per costruire un percorso comune di mobilitazione in difesa dei territori e per affermare il potere decisionale delle comunità locali.
Lo faremo insieme con comitati e associazioni territoriali della Sicilia e della Calabria, che hanno già assicurato la loro presenza, come tappa regionale preparatoria della Marcia per il clima e contro le Grandi Opere che si svolgerà a Roma il 23 marzo» - sottolineano gli organizzatori.
Interverranno Alberto Ziparo (docente di Urbanistica all’Università di Firenze) e Antonio Mazzeo (giornalista, autore di varie pubblicazioni sul Ponte sullo Stretto).
Il documento della Rete No Ponte
“C’è una Sicilia che resiste.
È la Sicilia che ha fermato la costruzione dell’inceneritore di Milazzo e le trivelle a Licata.
È la Sicilia che si batte contro le discariche, contro il Muos, per la bonifica dei territori devastati dalle produzioni inquinanti, per il reddito, per diritti e dignità sui luoghi di lavoro, in favore dei fratelli migranti.
È la Sicilia che lotta per la continuità territoriale e che rivendica infrastrutture di prossimità, la messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e idrogeologico, servizi pubblici dignitosi, che vuole l’acqua nel rubinetto e non il Ponte sullo Stretto.
È la Sicilia che il Ponte sullo Stretto lo ha già sconfitto una volta e che sarà costretta a rifarlo contro l’alleanza di partiti, sindacati e associazioni imprenditoriali che, negli ultimi tempi, ha dato vita ad un rinnovato attivismo sì ponte.
Il Presidente della Regione Nello Musumeci, per primo, invece di battersi per una moderna infrastrutturazione stradale e ferroviaria in Sicilia, ha ribadito la sua posizione favorevole nei confronti della grande opera, che egli reputa addirittura imprescindibile per la Sicilia, e si è rivolto al Governo nazionale affinché si pronunci in merito alla realizzazione del Mostro sullo Stretto.
Più volte nello stesso senso si è pronunciato anche il suo assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone.
Il centro-destra tutto, con la sua deputazione locale in prima linea, ne ha fatto una bandiera.
Sulle due sponde dello Stretto sia la Cisl che l’Ance (l’Associazione dei costruttori) sono più volte intervenute chiedendo al Governo nazionale di investire sull’infrastruttura.
I Sindaci di Messina e Villa San Giovanni sono, poi, dei veri e propri fan dell’opera.
Il Ponte ha, insomma, trovato tanti agit-prop e persino alcuni no-pontisti sono diventati sì pontisti.
Il progressivo impoverimento della Sicilia e del Meridione nel suo complesso, l’assistere impotenti a pezzi di generazioni che abbandonano le proprie città per emigrare al nord, l’assenza di un’idea altra che non sia la svendita del territorio agli speculatori delle Grandi Opere ha reso fertile il terreno per chi voglia sostenere che l’avere fermato la costruzione del Ponte sullo Stretto abbia compromesso il futuro delle nostre comunità.
Peccato che a dirlo siano spesso rappresentanti di quei partiti che hanno governato Messina, la Sicilia, l’Italia.
Ne parleremo insieme in Assemblea per costruire un percorso comune di mobilitazione in difesa dei territori e per affermare il potere decisionale delle comunità locali.
Lo faremo insieme con comitati e associazioni territoriali, che hanno già assicurato la loro presenza, come tappa regionale preparatoria della Marcia per il clima e contro le Grandi Opere che si svolgerà a Roma il 23 marzo.»
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