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Mario Draghi premier: a rischio il Reddito di Cittadinanza?


Mario Draghi potrebbe divenire il nuovo presidente del consiglio di un governo istituzionale, con l'arduo incarico di traghettare il Paese in tempo di pandemia e porre in essere le condizioni affinché il recovery fund concesso dall’Europa divenga una realtà.

L'ex governatore della Bce riceverà quasi sicuramente l'appoggio dei partiti politici ad ispirazione centrista, tra cui Forza Italia, Partito Democratico, Italia Viva e tutte le altre forze miste europeiste; probabilmente potrebbe ottenere anche il supporto della Lega. Si chiamerà fuori, quasi certamente, il Movimento 5 Stelle, giacché Draghi rappresenta l'establishment.

 Sul tavolo c'è il futuro del Belpaese, le basi di una rinascita in grado di far risorgere una nazione con un Pil in caduta libera e con un numero di disoccupati dilagante; occorrerà sfruttare adeguatamente il recovery fund e con parsimonia, solo se necessario, anche il Mes.

Bisognerà capire quale posizione prenderà Draghi anche sul Reddito di Cittadinanza, forse l'unica forma di sostegno per le famiglie più disagiate colpite duramente dai vari lockdown da Coronavirus.

Con queste premesse, sembra tutt'altro che semplice il compito da svolgere per l'economista romano; le scelte rigoriste dovranno necessariamente sposarsi con le esigenze sociali di uno stato ferito e dolorante dal Covid.

Abbandonare le classi più deboli a se stesse per rilanciare esclusivamente le grandi imprese potrebbe essere un errore da pagar caro sulla pelle di un popolo che, esasperandosi, rischia di perdere la speranza e di conseguenza ricercare soluzioni estreme al disagio economico.

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