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Messina: formazione professionale ad un bivio: o dentro o fuori

Il settore della formazione professionale in Sicilia, da qualche anno, specialmente dal 2012, soffre e su 8000 lavoratori complessivi soltanto mille attualmente sono in piena attività. Gli altri, purtroppo, o sono in cassa integrazione o usufruiscono di altri ammortizzatori sociali, oppure non ne godono più e sono completamente disoccupati. Ne abbiamo discusso con Piero Patti segretario generale provinciale della F.L.C. C.G.I.L. e Nino Marcianò, responsabile della formazione professionale della stessa Federazione Lavoratori della Comunicazione del sindacato suddetto.

Un settore messo in ginocchio anche dalle inchieste giudiziarie che hanno riguardato la "galassia Genovese" che ruota attorno ad esso e dalle difficoltà che si riscontrano nel non riuscire a garantire, come si dovrebbe, un futuro lavorativo a tanti giovani, e meno giovani, che con un attestato professionale potrebbero avere la possibilità di lavorare. L'attuale stato delle cose è ben esplicitato dai due che abbiamo intervistato, ad iniziare dalle inchieste giudiziarie e dagli interessi personali dei vari politici che ruotavano attorno ai vari Enti regionali professionali, interessi che rosicchiando denaro pubblico, hanno finito per prevalere sullo scopo principale di questo settore che doveva essere quello di creare uno sbocco lavorativo.

"Il governo Crocetta - afferma Patti - ha poi ucciso completamente questo settore, perchè non c'è stata una programmazione vera, ci sono stati dei tagli lineari in tutti gli enti, sia in quelli compromessi, sia in quelli puliti. E naturalmente chi ci va di mezzo sono sempre i lavoratori che mantenevano la propria famiglia da oltre trent'anni con questo reddito, e che all'improvviso si sono ritrovati senza nulla. Oggi, con la fine degli ammortizzatori sociali, non hanno nessun sostentamento. Attualmente tra licenziati, gente sospesa o che se ne andata, ci aggiriamo attorno alle settemila, ne rimangono in servizio circa mille, ma che non fanno un servizio a tempo pieno come nel passato. E, tra questi, includiamo i docenti, personale amministrativo, sportellisti."

A Messina, ad esempio, hanno chiuso enti importanti come lo I.A.L., l'E.F.A.L.. Di converso, altri enti (come il CE.SI.FO.P. e l'E.C.A.P.) rimangono gli unici due grossi che ancora riescono a stare in piedi. Altro problema di non poco conto riguarda gli affitti dei locali che in massima parte appartengono a privati. Affitti che si devono sobbarcare enti in difficoltà. Di questo ne parla Marcianò: "ci sono tantissimi contenziosi perchè non si riesce a pagare l'affitto. E attualmente siamo ancora in regime di "avviso otto", che non è altro che un bando della Regione Siciliana per la programmazione delle attività corsuali. Avviso che ha compiuto un anno dalla sua emanazione e che prevedeva determinati requisiti per potervi accedere. All'atto della stipula delle graduatorie degli enti ammessi, alcuni si sono rivolti alla magistratura perchè non ritenevano validi determinati requisiti o li ritenevano ingiusti. Da qui, le inchieste giudiziarie che hanno bloccato questo "avviso otto". Quindi, fino a quando la magistratura non si pronuncerà in merito alla legittimità dello stesso tutto rimane bloccato".

Questo, al momento, il maggiore inghippo che non consente di accedere ai fondi europei che avrebbero potuto far respirare la formazione professionale per almeno altri tre anni. E la Regione, in tutto questo, ha un ruolo fondamentale. Ce lo spiega meglio il segretario Patti: "la Regione ha un peso enorme perchè legifera. Ma se poi come con il governo Crocetta non ha una visione chiara tutto rimane bloccato e precario. Adesso c'è un nuovo governo, c'è il nuovo assessore al ramo Lagalla con il quale abbiamo avviato delle interlocuzioni, e da qui a breve ci sarà un resoconto su quello che si vuole fare in futuro."

Se poi contiamo che ben 70.000 ragazzi, tra le elementari e le superiori, se ne vanno dalla Sicilia, non ci sarà avvenire per le giovani generazioni. Dopo c'è l'altro aspetto degli sportellisti con il CI.A.PI. di Priolo. Di questo ne parla Marcianò: "personale che negli anni 1999-2000 è stato riqualificato su indicazione della Regione,come orientatori, progettisti, valutatori, e poi personale amministrativo in qualità di addetti alle banche dati, addetti alla contabilità, gestore reti. Tutto personale avviato presso gli enti formativi, e i centri per l'impiego. Poi, con gli avvisi uno e due la Regione ha avviato questo personale presso il CI.A.PI. di Priolo, e successivamente  con il progetto "Spartacus" del 2015. Ma ormai da due anni questi lavoratori sono a spasso.

Attualmente manca l'input politico per avviare un altro progetto e riutilizzare queste risorse, con finanziamenti già pronti. Siamo in attesa di un segnale politico, e la stessa Corte dei Conti aspetta questo, perchè altrimenti - aggiunge Patti - tutto rimane fermo. Puntiamo tutto sulla concertazione con il nuovo governo". Lo stesso Marcianò è disoccupato dal 2015 nonostante il suo ente, uno tra i più grossi, l'E.N.A.I.P., ha vinto la sospensiva davanti al C.G.A. e si attende la sentenza di merito. Ben 130 famiglie sono sul lastrico. Speranze per il futuro sono riposte sempre sulla Regione Siciliana, sul nuovo governo Musumeci che si deve rendere conto che la formazione professionale è finalizzata ad uno sbocco lavorativo per i tanti giovani che si avvicinano. E non vederla come un baraccone politico di sfruttamento. "C'è bisogno di una riprogrammazione della formazione professionale - aggiunge Patti - perchè in Sicilia dove il 30% dei ragazzi vanno fuori c'è bisogno di formazione perchè questi ragazzi diventano quelli che non studiano, non cercano lavoro e stanno a casa con i genitori. E se poi i genitori non hanno neanche un reddito, si capisce come la situazione diventa drammatica."

Ricordiamo, infine, che l'E.N.A.I.P. è stato tra quegli enti che hanno agito anche in un'ottica di recupero sociale, come ci ricorda Marcianò: "si lavorava ad esempio nei comuni dei Nebrodi con i corsi agricoli. La vera formazione in Sicilia c'è stata, non è tutto marcio. Tantissimi ragazzi hanno trovato lavoro nel settore dell'elettronica, operatori sociali a non finire. Altre persone hanno trovato lavoro nelle scuole. Gli stessi ragazzi disagiati, - aggiunge Patti - trovando un ambiente più ristretto rispetto alla scuola, hanno potuto prendere un attestato. Ma anche l'obbligo formativo oggi è bloccato." La palla passa, quindi, al nuovo governo Musumeci che deve dare delle risposte immediate ed esaustive per far uscire dalle secche un settore dove i finanziamenti ci sono e dove la volontà politica diventa il perno fondamentale per un avvenire florido come lo è stato in passato.

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