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Claudio Fava a Messina e la ex Chiesa S.Maria Alemanna si affolla

La conferenza che si è tenuta, sabato 23 pomeriggio, presso la gremita, gotica ex Chiesa di Santa Maria Alemanna, ha avuto un ospite tanto atteso e molto seguito, il politico, giornalista, sceneggiatore e scrittore italiano, Giovanni Giuseppe Claudio Fava, candidato della sinistra anti-Pd, arrivato a Messina per incontrare movimenti, associazioni, organizzazioni cittadine e i cittadini del terzo settore.

Durante il suo discorso, rivolgendosi al folto pubblico, ha affermato: "Non siete qui perché dovete dare conto e ragione a qualcuno, o perché dovete essere presenti, ma perché è un atto di presenza dovuto, in nome di una politica che sia anzitutto obbedienza. Voi siete qui in libertà, meno di quelli del Palacultura ma infinitamente più forti, qualunque sia l'opinione che porterete fuori da qui, perché sarà la vostra opinione."

"Un primo punto fondamentale per il quale io sono candidato: - spiega - io rivendico il diritto dei siciliani a dimostrare che questa è una terra un po' più libera di come l'hanno immaginata, e che anche in quel 50% di donne e uomini che non vogliono andare a votare non c'è soltanto il rifiuto, il fastidio, la rassegnazione anche l'attesa, la ricerca...ma c'è qualcosa che davvero possa essere empatica con me, qualche parola che vi possa convincere, qualche cosa che vi spinga ad appassionarvi, a scegliere, a decidere. Se ci sarà bene, altrimenti non voto. Ho molto rispetto per quel non voto. Perché non è una fuga, è un'attesa. Cosa c'è, cosa mi dite? Movimenti di ceto politico, transumanze di voti come se fossimo mandrie al pascolo. C'è un'idea di Sicilia nella quale mi riconosco, rispetto alla quale posso esprimere un giudizio. Noi questo vorremmo proporre ai siciliani di esprimere un giudizio."

"Io questo ho detto ai miei avversari, z prosegue - che dicono tutti: il voto utile, il voto a me; il voto utile, il voto al mio schieramento; il voto utile, il voto a mio fratello, a mio figlio. Io dico: il voto utile è il voto libero, anche se non è un voto che va a me, naturalmente! Anche perché questa libertà riafferma un principio di responsabilità che è stato tolto ai siciliani, considerato un popolo soltanto costretto ad appartenere. Noi non vogliamo appartenere, vorremmo in questo momento decidere."

"C'è una seconda cosa che voglio dire, - aggiunge - che questa campagna elettorale che si gioca su un'idea di Sicilia addolorata, una Sicilia smarrita, una Sicilia alla quale io non voglio adeguarmi, rassegnata, una Sicilia smarrita, perduta, una Sicilia addolorata, una Sicilia che si guarda allo specchio e si piange addosso, una Sicilia che si considera fatalmente, inesorabilmente, definitivamente l'ultima stella della costellazione, l'ultima ruota del carro, costretta a non spendere i fondi europei, costretta ad avere questa percentuale incredibilmente dolorosa di ragazzi che scappano via a conquistarsi il diritto alla vita, o al nutrimento intellettuale, costretta ad avere il 4% di famiglie che possono avere il tempo piano per i propri figli, costretta a queste percentuali umilianti. Come se fosse scritto nel nostro destino!"



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