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Messina: l'intervento del consigliere Mondello ad "Addiopizzo"

L'intervento del consigliere comunale, Franco Mondello, artefice nel 2011, quando era assessore al Patrimonio nella giunta Buzzanca, del primo bando per l'assegnazione di beni confiscati alla mafia, e del successivo affidamento dell'appartamento di Via Roosvelt di proprietà del boss mafioso messinese Luigi Sparacio, al Comitato "Addiopizzo" nell'anno successivo, è importante per capire la trafila che determinati immobili devono fare per restituirli alla pubblica fruizione.

"Nel periodo della giunta Buzzanca - ricorda Mondello - oltre ad avere la delega al patrimonio, avevo la delega ai beni confiscati alla mafia, argomento ancora non molto chiaro. E allora feci un monitoraggio per capire come era la situazione di questi beni a Messina e ricordo che, nel 2008, il Comune poteva usufruire di pochi appartamenti come all'Annunziata o alla Panoramica, e volevo capire come era il procedimento. Allora non esisteva l'Agenzia dei beni confiscati alla mafia e questo tipo di appartamenti affrontava la trafila che portava dal Tribunale all'Agenzia del Territorio, che aveva sede a Palermo. Per cui, passavano almeno cinque anni per giungere al vero sequestro."

"La legge istitutiva è la 109 del 1996. Quando, poi, l'Agenzia venne trasferita a Reggio Calabria, Messina è all'avanguardia in questo settore e su Messina vigilava un sovrintendente della Guardia di Finanza col quale nacque una collaborazione. Ma il Comune di Messina non riusciva ad acquisire al proprio patrimonio questi beni, perchè mancavano gli strumenti organizzativi. Poi, si giunse ad approvare in Consiglio comunale il relativo regolamento e da lì cominciammo ad acquisire questi beni al patrimonio. Tra questi beni, ricordo ce n'era uno chiuso da diversi anni che si trova fronte la chiesa di Provinciale."


"Da lì, nacque il centro servizi del Terzo Quartiere. Per quando riguarda, invece, questo appartamento della via Roosvelt, ricordo che, ai tempi in cui era Presidente di "Addiopizzo" Enrico Pistorino, facemmo una scommessa per far passare il messaggio della legalità. E una delle mie preoccupazioni fu, fin da subito, di non lasciare sola l'associazione." Adesso sono trascorsi cinque anni e l'attività di "Addiopizzo" è sempre più profonda in città.

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