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Messina, quella casa infestata dai fantasmi

Ogni città o paese del nostro territorio ha i suoi segreti e misteri. La storia riporta un terribile terremoto avvenuto in Sicilia nel 1908, che colpì maggiormente la provincia di Messina, causando danni devastanti e moltissime vittime.

Come si può  ben immaginare tra le macerie fu praticamente impossibile recuperare tutti i corpi. Moltissimi di questi, quindi, non ricevettero un’adeguata sepoltura, ragion per cui molte anime inquiete "vagherebbero" tra i luoghi che frequentavano in vita. In particolar modo nella città dello Stretto, sono tanti i luoghi in cui la gente afferma che accadono strani episodi e fatti inspiegabili.

Una zona in cui sono stati rilevati fenomeni paranormali è quella del Torrente Annunziata, che nel 1909 trascinò al mare molte salme vittime del disastro. Un'abitazione  tra le più infestate d’Italia, è localizzata tra il viale parallelo al torrente e la via Regina Elena. È la casa dei fantasmi, nella quale, nessuno mai ha resistito per più di poche settimane, per poi fuggirne scosso.

Sul notiziario siciliano “Sicilians” datato 2011, è riportato in un interessante articolo, la testimonianza di una famiglia che visse una terribile esperienza. Protagonisti della vicenda un nucleo familiare composto da padre, madre e un bimbo appena nato. La famiglia ha voluto mantenere l’anonimato, per spiegare la vicenda utilizzeremo nomi di fantasia. La storia risale a circa 40 anni fa.

Vincenzo nel 1970 trovò lavoro a Messina, dove gli venne proposta una casa ubicata in via Annunziata, ad un prezzo eccessivamente conveniente. Un costo certamente motivato dal fatto che la casa era abitata da un fantasma, ma Vincenzo, il capofamiglia, uomo concreto e razionale non credeva a queste sciocchezze. Sua moglie Valeria, era un po’ più titubante, ma alla fine si convinse e accettò di andare a vivere nella “casa del fantasma”. Dopo qualche settimana Valeria vide delle ombre strane lungo il corridoio dell’abitazione, a cui diede poco conto. Ma una sera mentre guardava la TV vide un’ombra che stava entrando in camera del pargoletto.

Chi era quella strana ombra visto che suo marito non era in casa? Inquieta ne parlò allo scettico Vincenzo, che diede pochissima importanza all’accaduto. Qualche giorno dopo, in pieno giorno, Valeria sentì il figlioletto piangere. Accanto alla culla c’era un uomo, sembrava fatto di ombra. L’urlo di paura della donna non suscitò reazione alcuna in questo uomo-ombra. Terrorizzata cercò di avvicinarsi alla culla e prendere il bambino, a quel punto l’ombra si voltò verso di lei: “Pigghia a to figghiu e vatti no, nm c’ha tunnari chiù ‘nta sta casa, è diccillu puru a to marito!” (Prendi tuo figlio e portarlo via, non dovrai più ritornare in questa casa e dillo pure a tuo marito!)

La donna nel terrore assoluto fuggì, aspettando il marito lungo la strada. Vincenzo, trovò la moglie pallida e tremante, ispezionò la casa con un vicino, non vedendo nessuno, rassicurò la donna. Vincenzo credeva che l’uomo fantasma visto dalla moglie, in realtà fosse un barbone entrato in casa, per cui invitò sua moglie a rientrare nell’abitazione come se nulla fosse accaduto.

Poco passò che accadde l’episodio finale: il pianto del bimbo, il coraggio di una mamma, l’ombra nera, davanti alla culla parlava: “allora non capisti…ora tu fazzu capiri io” (allora non hai ancora capito, ora ti faccio capire io). Una forza sovrannaturale incredibile la gettò a terra e la colpì con calci pugni e schiaffi. Vincenzo rientrato a casa trovò la moglie piena di lividi. La famiglia fuggì da quella casa maledetta, dove non ritornò mai più. 

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