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Riflessioni sui temi de “Il diritto di contare”. Matematica e Società

Le cose “impossibili” possono essere realizzate solo da coloro che ci credono. Spesso coloro che credono alla possibilità di realizzazione di grandi imprese sono disposti a grandi sacrifici e dotati persino di coraggiosa intraprendenza per migliorarsi. Costoro, spesso dotati di umiltà e caparbietà, individualmente e con altri, sanno avere il cuore che necessita per coinvolgere una Nazione.

Sono anche i più marginali, le minoranze, che nutrono un positivo anelito al riscatto sociale ad avere l’ardire del fiato per reclamare l’appartenenza orgogliosa ad una patria, la determinazione silenziosa dell’abnegazione e ad avere il sostegno della preghiera di un popolo intero a partecipare con loro.

Due i piani interpretativi nel titolo: il riferimento alla spiccata capacità matematica della protagonista, e l’altro contare, quello della emancipazione sociale che coinvolge come spirito la comunità “di colore” degli Stati Uniti d’America nell’epoca di JFK. Epoca coincidente con l’avventura spaziale intrapresa nel dopoguerra e vedente i due vincitori della Seconda Guerra Mondiale, in competizione tra loro per questioni egemoniche.  

La spiccata capacità di elaborazione matematica manifestatasi in una bambina che ha la fortuna di incontrare l’intuizione ed il sostegno di chi (i professori della scuola) in modo illuminato agevola lo sviluppo di tale potenzialità indirizzando ed aiutando economicamente. Anche la determinazione della famiglia fa la sua parte trapiantandosi nel luogo giusto per gli studi della figlia.

Poi, in ambito lavorativo iniziano a pesare i pregiudizi sia nei confronti del genere femminile che quelli sostanzialmente razziali in una Nazione che pur avendo proclamato l’eguaglianza dei diritti dei suoi cittadini, in certi suoi Stati la osteggia.

Lungo il percorso di tre donne, la protagonista e due amiche tutte lavoranti alla NASA, apprendiamo anche l’invenzione della struttura dell’ente spaziale statunitense che muta rapidamente adeguandosi alle necessità della ricerca. La NASA evolve con l’adozione dei primi centri di calcolo IBM. La matematica, la matematico-informatica (che impara ed usa il glorioso sistema di programmazione Fortran a schede) e la ingegnere incarnano e ci descrivono una popolazione intraprendente e dinamica che segue le proprie vocazioni. È la terra delle opportunità possibili per tutti, pur se le protagoniste hanno dovuto lottare per perseguire l’uso dei rispettivi talenti.

Ciò che poi è più straordinario è che questa storia è vera: Katerine Johnson, Dorothy Vaughn e Mary Jackson, hanno realmente, significativamente contribuito all’avventura spaziale sin dal rendere possibili le tre prime orbite dell’astronauta John Glenn intorno alla terra. Una terra per la prima volta vista dallo spazio. Ecco messe le basi per la conquista della nuova frontiera, quella dello spazio oltre il pianeta di origine dell’uomo.  

Tre vicende umane in cui, come bene le donne sanno fare, la passione lavorativa pur impegnativa è intelligentemente coniugata con le vite familiari e quella comunitaria, forte nella società di colore.

Un’ultima riflessione a conclusione con il consueto invito alla visione in città, ancora oggi: le imprese “impossibili” hanno il grande pregio di tenere unita l’umanità e di farle compiere grandi balzi in avanti di civiltà soprattutto. 

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