Berlusconi e la legge elettorale "perfetta"
A volte ritornano, nonostante i proclami del passato recente, e Silvio Berlusconi sembra determinato a rientrare in politica da protagonista. A spingere il Cavaliere verso un ripensamento ci sarebbero dei sondaggi che vedrebbero il Pdl in caduta libera con Alfano alla guida del partito, viceversa il ritorno di Silvio riporterebbe il Pdl a essere il primo partito italiano, con circa il 30% delle preferenze. Più che un uscita di scena per Berlusconi si è trattato di una sorta di ritiro spirituale retto a ritrovare quegli automatismi che gli permettano di ascoltare di nuovo “la pancia degli Italiani”.
Tuttavia anche contando sul ritorno del Cavaliere, l’asse Pdl–Lega non supererebbe comunque il 33-34%, e non è realistico supporre che questa percentuale sia sufficiente per governare il Paese, anche contando il premio di maggioranza; ma da qui al 2013 potremmo assistere alla formazione di scenari politici molto diversi. Molto dipenderà dalla legge elettorale con la quale si andrà alle urne, e questo Silvio lo sa bene, infatti, prima di pronunciarsi pro o contro il Porcellum, il Cavaliere vuole attendere l’esito delle elezioni in Sicilia, dal quale in genere si ricava il trend degli umori nazionali.
Come sempre quindi, la legge elettorale sarà modificata sono in funzione di certi interessi personali: se il Pdl dovesse trionfare in Sicilia, Berlusconi si terrebbe stretta l’attuale legge, al contrario davanti a un’eventuale sconfitta, si potrebbe valutare un ritorno al proporzionale che riaprirebbe lo scenario di un Governo di larghe intese. Ma davanti al risorgere del Cavaliere, arriva la presa di posizione del premier Monti, il quale ci tiene a ricordare agli Italiani le magre figure e le umiliazioni subite da Berlusconi (e di conseguenza dal nostro Paese) durante l’ultimo G20.
Personalmente non credo che il popolo italiano abbia già dimenticato il calo di credibilità a carico del Belpaese negli ultimi anni. Tuttavia non dovremmo sottovalutare le mosse del Cavaliere, perché la sua ascesa politica fu proprio da imputare alla sottovalutazione da parte delle altre forze politiche e dagli stessi elettori. Il nostro Paese forse riuscirà a uscire dalla crisi, attraverso cruenti sacrifici dei contribuenti, e probabilmente potrà anche recuperare una certa credibilità a livello internazionale, ma il rischio di un possibile ritorno a un passato poco glorioso, dovrebbe far riflettere attentamente l’elettorato sulle scelte future.
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