Stupri e stupratori: cronache di ordinaria violenza
Parlare di stupro è difficile: qualunque cosa si dica è sempre un che di banale, scontato, già trito e ritrito da tempo ed inoltre si rischia di (o più spesso si vuole consapevolmente) strumentalizzare drammi personali ed umani di vittime e carnefici per argomentare teorie ed ideologie, che riguardano il costume, la religione, la politica, interessi personali ed altro ancora col risultato di amplificare nella risonanza mediatica devastazioni interiori, intime e profonde di persone e famiglie colpite dalla tragedia.
Nelle ultime settimane ad esempio, dopo gli episodi di violenza avvenuti sulla spiaggia di Rimini, non passa giorno senza che venga portato all'attenzione del pubblico un nuovo caso di stupro o molestia ed aggressione a sfondo sessuale, compiuto da uomini delle più svariate nazionalità. Questo recente trend della nostra informazione ha anche un nobile scopo probabilmente, ovvero quello di ridimensionare le fanfare inscenate da una parte della politica e della stampa fascio-leghista, che tende a dedicare ampi spazi di visibilità agli episodi di violenza compiuti da stranieri, minimizzando o scotomizzando del tutto invece gli altri, quelli di cui si siano resi responsabili italiani o comunque cittadini del civile e ricco occidente.
Del resto, secondo la teoria immaterialistica di George Berkeley "Esse est percipi" dunque se l'albero cade nella foresta senza che nessuno lo oda non fa rumore. Fanno forse rumore gli incidenti ed i morti sul lavoro? No di certo: anche questa, che qualcuno muoia sul lavoro, è una cosa che avviene quotidianamente e, come lo stupro e la violenza sui minori, non fa notizia, nessuno se ne accorge, almeno fino a quando non spunta un qualche interesse politico, una qualche legge da varare, un conflitto tra schieramenti ed insomma, detto in breve, un motivo per cui fa gioco orientare l'opinione pubblica in una data direzione.
L'informazione fa il suo dovere, certo, e ciascun giornale sceglie a cosa dedicare la prima pagina ed i caratteri cubitali, cosa ignorare e cosa relegare negli striminziti trafiletti in fondo alla terza o quarta pagina: funziona così. Noi ci illudiamo di disporre di mezzi di informazione veloci e completi, che internazionalmente accorciano le distanze mettendoci al corrente in tempo reale di cosa avviene dall'altra parte del mondo ed invece per lo più subiamo l'imbonimento culturale di chi, gestendo il potere dei media, decide cosa farci sapere e cosa omettere con lo scopo poco limpido di condizionare le nostre opinioni, anche se, come dicevo sopra, in questo caso lo scopo sarebbe nobilmente educativo e solidale. Questo probabilmente è il prezzo da pagare perché nella realtà non solo il nostro corpo ha dei limiti ben precisi (il volume che occupiamo) ma anche la nostra mente li ha, per cui è realmente impossibile venire a conoscenza di tutto quel che accade: la nostra mente non potrebbe contenere e strutturare una tale mole di informazioni senza andare in confusione, di conseguenza lasciamo che siano altri a selezionare per noi ciò che è importante sapere. Eppure a volte basterebbe anche solo guardarci intorno senza filtri ed esercitare un minimo di senso critico.
Alcuni di noi comunque non avevano bisogno dei titoli della stampa per sapere che lo stupro è una violenza subita quotidianamente da tante, troppe donne, ma non è così per tutti: sono ancora molti, anzi ancora una volta troppi, coloro che hanno bisogno di interiorizzare il concetto che lo stupro è un reato dei più violenti ed abietti e non la conseguenza dei comportamenti un po' troppo liberi da parte delle donne, talvolta addirittura ragazzine del tutto inermi, additate poi al disprezzo ed alla riprovazione pubblica.
Un uomo può essere in grado di controllare le proprie pulsioni sessuali, a meno di non soffrire di problemi psichici seri, nel qual caso dovrebbe farsi curare. Un uomo che mette in atto uno stupro sa cosa sta facendo: coloro che per secoli hanno descritto la sessualità maschile come una specie di bulldozer inarrestabile, che una volta messo in moto ha il potere di oscurare la mente del pilota al punto da renderlo incapace di tirare il freno, hanno solo esercitato un ignobile terrorismo psicologico sulle donne (non stupitevi se poi scelgono di essere gay).
Una donna prima ancora di essere una donna è una persona, che, come ogni persona, desidera ed ha diritto alla propria libertà: può uscire di giorno ed anche di notte se soffre di insonnia e vuole rilassarsi o divertirsi. Può scegliere di fare sesso o di non farlo, quando e con chi farlo, perché il nostro corpo ed il tempo della nostra vita sono tutto ciò che ci appartiene realmente e nessun pregiudizio sociale, nessuna maggioranza silenziosa ha il diritto di defraudare una persona della propria vita: il diritto alla vita è inalienabile.
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