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Sentenza Genovese: "Una regia delinquenziale a discapito dei giovani disoccupati" messinesi...

E' stata depositata la sentenza del processo "Corsi d'oro 2", che ha come principale protagonista il deputato di Forza Italia, Francantonio Genovese. Nelle motivazioni della sentenza si fa riferimento ad una "sistematica quanto capillare depredazione di risorse pubbliche”, attraverso “una attenta regia delinquenziale”, che ha privato “migliaia di giovani disoccupati” della “speranza di trovare occupazione”

“Un meccanismo criminale nel quale l’ente di formazione (e in particolare l’Aram e la Lumen) depauperato della nobile funzione - si legge nel testo - che in teoria ne avrebbe dovuto guidare l’azione (ossia consentire, in una realtà economicamente depressa quale quella siciliana, ai giovani disoccupati di acquisire professionalità da spendere nel mondo del lavoro) è divenuto il canale per garantire l’arricchimento di pochi”.

“Le ragioni di ciò appaiono fin troppo evidenti. Non è il desiderio di offrire una speranza di occupazione alle migliaia di giovani disoccupati che - continua la Corte - di regola privi di un personale bagaglio formativo, hanno intravisto nei corsi di formazione una concreta possibilità di riscatto, non è il perseguimento di alcun fine nobile. L’ente di formazione è, per un verso, un imponente bacino cui attingere consenso elettorale (ciò vale all'evidenza per l’imputato Genovese) e, per altro verso, solo lo strumento per appropriarsi di denaro pubblico".

1 commento:

  1. Commento a: Sentenza Genovese: "Una regia delinquenziale a discapito dei giovani disoccupati" messinesi... Corsaro del Sud gennaio 19, 2018 corsi d'oro 2 , Francantonio Genovese , lavoro , Messina , primo piano , sentenza
    Ancora a spese dei più deboli, verrebbe da dire. "Prevenire è meglio di curare", questo dovrebbe guidarci! Ci chiediamo: perché solo punire, dopo che il reato è stato commesso!
    Costa davvero così tanto riconoscere per tempo la qualità di una intrapresa? Senza essere prevenuti, eppure, si potrà essere meno sprovveduti? E' male dell'epoca, frutto anche del mantenimento in stato di bisogno, se tanti giovani si affidano a guaritori e stregoni, che altro non possono che essere coloro che ci vorrebbero far credere che potremo accedere a posizioni lavorative fantastiche se solo seguiremo un breve corso di formazione privato, mentre ciò che più necessita è formazione alla applicazione della coscienza critica. Non si può colpevolizzare chi ha seguito questa illusione: è figlio della distorsione della realtà, relegato in una realtà virtuale, che si svela traumaticamente, non vera. Quindi: chi sorveglierà in futuro sulle attendibilità delle "offerte" che ci vengono proposte? Oltre al rafforzamento delle verifiche di attendibilità preventive ed in corso, delle "formazioni" offerte, il lavoro più arduo, ma fondamentale è il sinergico riorganizzare la coscienza critica che permette di prendere le distanze dal "Miracolo fatto da umani, mica tanto miracolosi poi", ed offrire subito, pur modesti impieghi di accesso. Penso a tutto il bene che si può fare nel sociale, inseriti in progetti di mano pubblica, per attitudini manifeste, che poi, quando ciascuno avrà svolto tale "tirocinio formativo sul campo", ne potrà trarre conseguentemente, regole di vita, magari crude, ma ammorbidite dal calore umano che si riceve ad occuparsi dei più deboli, pur essendo deboli noi stessi. Non deve essere il lavoro per la vita che, anzi, un apprendistato così aspecifico, ma umanamente ricchissimo, è il miglior viatico per appassionarsi molto al lavoro cui si aspirava, sentendolo come un dono. Una vita in cui il lavoro è una parte importante è una vita ricca e fa superare tante difficoltà. Importante, non aver troppa fretta e non figurarsi scenari impossibili da realizzarsi in tempi brevi. Al contempo avere fiducia e mettere in atto inventiva per: trovarsi come persona, attraverso le esperienze lavorative attraversate. Un carattere che però dovranno avere le offerte, pur modeste, prevedere il tempo indeterminato e quindi dar sicurezza, mentre si cerca con più serenità il proprio lavoro che appassiona. E' fondamentale essere sicuri di poter comunque vivere dignitosamente, in modo che le scelte di cambio, siano ponderate, passioni vere e non necessità anch'esse. Qualcosa di differente quindi da lavori insulsi, non lavori, sostanzialmente in cui a picchi di "popolarità" ad esempio, è facile seguano frustrazioni ed esplulsione dal mondo lavorativo.
    Sarà uno strano modello, l'iniziare da un punto "qualunque", che poi tale non è vista la forte carica di umanità che comporta, per poi giungere meditatamente e senza fretta al luogo lavorativo dove veramente si potrà ancor più scambiare: offrire e ricevere entusiasmo e professionalità.

    Claudio Marchese

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