Carnevale a Saponara: la sfilata dell'orso, tra passato e presente
L’associazione-Turistico Culturale Pro-Saponara, in occasione dei suoi 50 anni (1968-2018), aprirà le porte del paese a tutti in una “storica”manifestazione carnevalesca , che si rinnova ormai da anni. Martedì 13 Febbraio 2018, alle ore 14, tutti a Saponara per la "Rievocazione Storica della sfilata dell’Orso e della Corte Principesca".“La Rievocazione Storica” si colloca tra il XVIII e il XIX secolo, anni in cui nel comune Saponara, in provincia di Messina, regnava Domenico Alliata, Principe e Duca di Saponara. Ancora oggi possiamo contemplare i resti di un antico castello, sito su una collina dominante, alle cui falde si estendeva la zona feudale.
Si tramanda, di generazione in generazione, che negli anni in cui regnava il principe, per le colline del borgo apparve un Orso, che, affamato, distrusse i raccolti, decimando mandrie di bestiame, attività importanti per l’economia del tempo, basata prevalentemente sull'agricoltura e sulla pastorizia.
Il principe, percepito il pericolo, ordinò, quindi, la cattura dell’Orso. Acciuffato e addomesticato, il sovrano decise di mostrare l’animale, in catene, a tutti i popolani, per le vie del borgo centro. Alla passeggiata del Principe con l’Orso furono presenti cacciatori, popolani in festa e la Corte Principesca. Il protagonista principale della scena resta l’Orso domato e guardato a vista dai cacciatori, che, al suono animato delle conchiglie e dei tamburi, ne annunciano il passaggio. Il corteo carnevalesco di oggi si compone di 120 figuranti in costume d’epoca.
In ordine di apparizione le pacchiane, donne in costume tipico Saponarese, i cacciatori, l’orso, domatori, suonatrice di brogna (conchiglie marine). E poi ancora suonatori di tamburi, Corte Principesca e popolani, per tutto il corteo carnevalesco. La novità di quest’anno, in occasione del 50 anniversario, della costituzione della Pro Saponara, sarà una nuova pelle dell’Orso. Inoltre, nel corso della sfilata, una Coppia Regale, accompagnerà il Principe e la Corte Principesca. La maschera dell’Orso è da anni ormai interpretata dai componenti maschi di una stessa famiglia, la famiglia Gangemi, che si succedono da padre in figlio, da nonno a nipote.
Si tramanda, di generazione in generazione, che negli anni in cui regnava il principe, per le colline del borgo apparve un Orso, che, affamato, distrusse i raccolti, decimando mandrie di bestiame, attività importanti per l’economia del tempo, basata prevalentemente sull'agricoltura e sulla pastorizia.
Il principe, percepito il pericolo, ordinò, quindi, la cattura dell’Orso. Acciuffato e addomesticato, il sovrano decise di mostrare l’animale, in catene, a tutti i popolani, per le vie del borgo centro. Alla passeggiata del Principe con l’Orso furono presenti cacciatori, popolani in festa e la Corte Principesca. Il protagonista principale della scena resta l’Orso domato e guardato a vista dai cacciatori, che, al suono animato delle conchiglie e dei tamburi, ne annunciano il passaggio. Il corteo carnevalesco di oggi si compone di 120 figuranti in costume d’epoca.
In ordine di apparizione le pacchiane, donne in costume tipico Saponarese, i cacciatori, l’orso, domatori, suonatrice di brogna (conchiglie marine). E poi ancora suonatori di tamburi, Corte Principesca e popolani, per tutto il corteo carnevalesco. La novità di quest’anno, in occasione del 50 anniversario, della costituzione della Pro Saponara, sarà una nuova pelle dell’Orso. Inoltre, nel corso della sfilata, una Coppia Regale, accompagnerà il Principe e la Corte Principesca. La maschera dell’Orso è da anni ormai interpretata dai componenti maschi di una stessa famiglia, la famiglia Gangemi, che si succedono da padre in figlio, da nonno a nipote.
Commento a: Carnevale a Saponara: la sfilata dell'orso, tra passato e presente
RispondiEliminaLucia Cava febbraio 02, 2018 Carnevale Saponara , Domenico Alliata , Orso , Pro-Saponara
Trovo una insolita ma forse non negletta convergenza tra la figura dell'orso che qui viene illustrata in chiave localistica, e fatta salva la genuinità della tradizione; guarda caso, la figura dell'Orso, torna oggi, pure in:
Stralcio da : Il Giorno di Milano
Il nome candelora si deve al fatto che in questo giorno, in chiesa, durante la Santa Messa, sono benedette le candele, che divengono simbolo di Cristo, Luce che ci illumina, e ci toglie dalle tenebre del Male, del peccato e quindi della Morte. Per questo, terminato il rito, la candela si porta a casa. La celebrazione della candelora risale tuttavia a tradizioni precristiane, celebrata anche da riti pagani legati però al ciclo della natura e alla fertilità della terra. Si fa, infatti, riferimento a particolari animali, come ad esempio l’Orso, che osserva il tempo per sentire se l’avvicinarsi della primavera è vicino o se conviene rintanarsi ancora per un po’. Della Marmotta, che esce dalla tana per fiutare l’aria e valutare la situazione dell’andamento della stagione. Anche ai proverbi tuttavia è riservato un posto per questa ricorrenza, come "Per la Candelora dall’inverno siamo fora, ma se piove e tira vento, nell’inverno semo ancora dentro".
Che lo sia o no, certo è che la figura dell'Orso ha molte valenze e miste, si confonde tra timori e domesticità. non so indagare oltre, ma ci fosse chi ha maggiori competenze, magari si farà avanti.
Claudio Marchese