Politica e Formazione: un percorso virtuoso (seconda parte)
Indubbiamente, come accennavo nel mio precedente articolo riguardante la formazione, esiste un problema di coincidenza tra aspettative degli studenti ed impostazione dei percorsi di studio, modellata rigorosamente secondo tabelle ministeriali che stanno a presidio e garanzia del valore legale del titolo di studio. Se avviene che si innestino Percorsi di Studio in un unico Corso di Laurea, con poche discipline differenzianti i detti percorsi, una delle motivazioni di ciò risiede nella insostenibilità di percorsi di studio a carattere monotematico per questioni di iscritti e di risorse di insegnamento.
Si fu costretti, a seguito di una minore quantità di iscritti ad innestare percorsi, con ciò offrendo percorsi meno lineari e con materie di alcun interesse per chi si è trovato a non avere il suo percorso di studi costituito esclusivamente con discipline strettamente di suo specifico interesse. Storie che sono conosciute, da chi un po frequenta l’università. Anche il dover fotografare le risorse di insegnamento e con quelle dover supportare i percorsi scelti è ulteriore condizionamento. Poi, come avviene in situazioni magmatiche, la lava scende verso il pendio più propizio, incurante di cosa travolga. Ci si trova a dover fare onestamente, la scelta meno peggiore, salvo poi ad esserci punti di vista, …ma non se ne verrebbe fuori.
Ciò, causa male, perché avviene durante la storia personale degli studenti che hanno dovuto fare la scelta di rimanere nella nuova configurazione differente da quella in cui si erano iscritti, o di prender un’altra strada, pagando debiti formativi nell’iscriversi altrove. Si rammenta però che: fossero regolari le carriere studentesche, incardinati come sono in coorti per anno di iscrizione, viene assicurato anche all’iscritto a primo anno la possibilità di completare la frequenza del triennio o del biennio rispettivamente, con la configurazione di Corso di Laurea in cui ci si è iscritti.
Tale clausola a salvaguardia del pattuito contratto di formazione attraverso l’atto dell’iscrizione, pur se, ovviamente, in via teorica, dal momento che le carriere studentesche si dilatano. E’ la dilatazione delle carriere studentesche infatti, il cuore del problema che fa saltare la validità delle salvaguardie messe in atto dalle Coorti.
Si possono percorrere strade a misura di interessi, impegno e desideri e ciò, sapendo che lo stritolamento dell’Università Pubblica permetterà sempre minori diversificazioni di offerta formativa. Pertanto bisognerà adottare la strategia della fantasia al potere.
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