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L’Open a Moduloquattro + Berenato Design ed il viaggio possibile dell’incontro

Nell’ambito dell’Open nazionale degli studi di Architettura, nella sera di giorno 18 Maggio, allo studio Moduloquattro e Berenato design, assieme alle visioni di architetture e opere di design, si poté godere del suono del Sax dal vivo ed intrattenersi gustando il buon vino siciliano ed i buoni biscotti offerti dagli sponsor.

Il pur ampio studio, di via Ghibellina al primo piano a cui condussero luci e pannelli vocali invitanti all’accedere all’atrio del portone ed alle scale, è stato attraversato in lungo e largo dal pubblico gioiosamente dialogante di amici, colleghi e giovani famiglie che hanno visto bimbi e bimbe disegnare con pennarelli su quadernetti messi a disposizione. E si sa, l’estro creativo infantile e della gioventù non conosce limiti e stimolato da quelle visioni reagisce e si cimenta spontaneamente.

Se gli adulti hanno avuto modo di apprezzare, nelle stanze di proiezione, la ormai consistente produzione architettonica illustrata con i disegni propri del progettare per realizzare: queste ultime, le realizzazioni, sono state comunicate anche con le proiezioni delle foto che ne hanno fatto apprezzare la contestualizzazione.

Una sezione particolarmente apprezzata, a giudicare dallo stazionamento più prolungato nella stanza di proiezione delle prime idee, quella degli schizzi che in quantità e qualità testimoniano dell’accuratezza del lavoro dei componenti dello studio e che ha visto alcuni di loro migrare verso le aule universitarie per insegnarvi. Ciò rinnovando la tradizione dei felici anni dell’Accademia italiana che “arruolava” i giovani, talentuosi realizzatori di architetture, a Roma, come a Firenze e a Venezia, dove, ad esempio, l’intuitivo e lungimirante siciliano che la dirigeva, Giuseppe Samonà, chiamo il giovane ingegnere Ignazio Gardella, raffinato interprete della via italiana al Razionalismo, a cui conferiva la laurea ad onorem in Architettura ed un corso di Progettazione Architettonica, nella prestigiosa sede veneziana. 

Grazie anche grazie a queste presenze è rinomata quella sede e prova ne sia la biennale dell’Architettura dell’80 che chiamava a padri di quella “Presenza del Passato”, assieme a Louis Isadore Kahn, l’ormai ultranovantenne Gardella, ed allestiva la ormai mitica “Strada nuovissima” fra le colonne della galleria delle Corderie, all’arsenale veneziano.

Per i più desiderosi di prolungare il piacere di una serata densa di stimoli e di piacevoli incontri, a gruppi, per affinità riscontrate, ci si è mossi verso i piaceri del palato che offrono alla vita cittadina, svariate alternative pur in un breve intorno da percorrere a piedi, facente centro nella Piazza del Duomo che ben si giova della pedonalizzazione. 

Come accade, un po’ ci si racconta ed un po’ si ascolta delle altrui passioni ed ecco emergere i racconti di viaggi, quell’esperienza per il tramite dalla quale meglio si viene a conoscere se stessi, proprio in virtù della eccezionalità della situazione e c’è chi con un qualche rammarico dice di ritenere che, pur giovane, immagina di non riuscire a soddisfare pienamente la propria sete di varietà di mondi da incontrare e conoscere, nei luoghi lontani come nei vicini.

Tutto ciò può scatenare quest’Arte, l’Architettura di cui, proprio il pomeriggio prima, Franco Purini, un nostro contemporaneo maestro, ci ricordava nell’aula Magna della sede del suo primo incarico di insegnamento che: l’Architettura è arte singolare, l’unica che non devi andare a cercare, perché è lei che ci viene incontro quando camminiamo per le vie della città.

È stato bello incontrarsi in un altro contesto con coloro che si frequenta per lavoro e scoprire comuni passioni. Ebbene, da quanto su, si dedurrebbe che, pur nelle difficoltà dei tempi, basta poco, iniziative come questa in cui alcuni espongono gli strumenti del proprio mestiere, che aprono una finestra su quello che è pure il nostro mondo, ed hanno il pregio di riattivarci al piacere dell’incontro e del conoscersi nella migliore forma, di presenza!

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