E se poi decideste di prendere il treno
E se poi decideste di prendere il treno, aveste scelto di prendere la cuccetta confort e optaste per una di quelle due che debbono essere raggiunte salendo sulla scaletta ed aveste la ventura di trovarvi su quella che offre la vista dal finestrino con il paesaggio che invece di sfuggirvi vi viene incontro, ossia siete disposti a guardare nella direzione e verso in cui il treno procede, fatta come penultima scelta di porre il cuscino, e quindi la testa, proprio da lato finestrino, ebbene: vi trovereste proprio nella mia identica posizione sino a qualche attimo prima di iniziare a scrivere quanto voi state leggendo ora.
Sin qui, nulla di interessante, forse, per voi, ma vi assicuro che è esperienza da fare.
Avrete la barra della finestra all’altezza degli occhi: non giudicate un fastidio questa presenza in primo piano che, oltre suddividere la parte fissa, in basso, da quella strisciolina apribile su cerniera continua proprio sulla barra che sta lì anche a fare da orizzonte ai vostri occhi.
Il paesaggio, sembra docilmente dividersi tra la piccola fascia superiore ed il non molto di più che vedrete sotto del corrente metallico dividente orizzontalmente la scena in movimento ripresa. Si! Ripresa, che se solo avete lo Smartphone in tasca, è un attimo sfilarlo e metterlo in modalità fotografica.
Dimenticavo: dovreste anche esservi appena svegliati all’ora magica, si, a quella in cui la natura vegetale che scorre davanti ai vostri occhi viene baciata nella sua parte alta dal primo sole, ma già sufficiente acceso da dare bei tono aranciati a tutto ciò su cui si posa, ebbene: frutto dell’ombra che il vostro stesso vagone ferroviario fa la restante parte della vegetazione a ridosso dei binari è di un vivido verde. Ecco che un semplice dispositivo avente originariamente un ruolo tecnico, è divenuto un potente taglio, un orizzonte che separa cromaticamente un’identico soggetto.
L’esito è qui su anche se non solo, perché, si sa: l’appetito vien mangiando. Cioè?
Oltre a fotografare filmai e pur se quello si vedrà più in là di rendervelo disponibile, vi do qualche accenno di ciò che in quella stessa magica ora, ci si trovasse com’é normale se si sta andando da Messina a Roma, a Salerno che affaccia le sue imponenti case a tanti piani, proprio sul limite della linea ferrata. Per chi guarda stando in posizione orizzontale, l’inquadratura intercetta solo la porzione mediana delle più vicine e produce un effetto di ripresa da piano sequenza per quelle appena discoste in cui i nostri occhi vengono deliziati dal muovere verso noi e come ruotando, le architetture.
Consapevole dell’interesse sbilanciato, esser progettisti ed amare il cinema, raccolgo un’altra opportunità che l’ora magica e la veneziana lasciata a lamelle orizzontali del riquadro finestra sulla porta della cabina mi da.
Anche da qui, sul fronte opposto, quello del lato corridoio, appare una singolare visione: ricordiamo che il sole viene da quel lato, stiamo già in stazione, a Salerno ed un altro treno offre la sua faccia in ombra mentre il sole filtra sulla panchina tra i due binari.
Si è capovolta la condizione cromatica descritta qui ad inizio: ora la parte cromaticamente calda occupa la fascia bassa della nostra inquadratura ed i toni freddi sono nell’alta.
Per chi poi continuasse ad osservare dal finestrino è tutto un mondo che passa davanti agli occhi e tra le tante cose, mi resta forte la sensazione che fa il vedere singolarità, unicum, nella stessa inquadratura con elementi seriali, siano essi piazzali di auto parcheggiate o infinite serie di serre.
Conclusione, se mai si potesse: è anche il viaggio parte della metà, quando decidiamo di regalarci uno sguardo sul mondo più disteso. Il viaggio è occasione per conoscere e conoscersi. Apprendiamo le nostre sensibilità e quanto radicati siano i nostri più genuini interessi.
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