Magie messinesi: è già il giorno dopo l’ascolto dei "Nota bene"
È già il giorno dopo l’ascolto dei “Nota bene” al Museo Provinciale di Messina nel 900, Arena della Galleria-Ricovero Scoppo. È già il giorno dopo, eppure il concerto si concluse solo poco più di un’ora fa, ma quando voi leggerete sarà già mattino.
Alle prime note mi stupii di non essermi imbattuto prima in queste buone note: dov’erano che ancora non avevo incontrato questo sound pulito, esatto e corposo, innestato sulla vita in musica che ci ha regalato Pino Daniele?
Non perdiamoli di vista: a breve anche in provincia, in più affollati contesti, ove porteranno la loro classe, assieme al cuore. Questa l’occasione di primo ascolto, per me: della voce di Alessandro Cortese che ha il suo timbro e giustamente si discosta, senza tradire il Pino partenopeo, delle svisature di Antonio Alessi alla chitarra, del gradevole contrappunto del basso di Gaetano Bonsignore, delle metroniche percussioni di Emanuele Raffa e coinvolgente ritmica della batteria, del polistrumentista, tra sax e tastiere, Gianluca Sturniolo.
Continue le riconfigurazioni del quintetto adattantesi, alle necessità strumentali, brano per brano, per cui tutti assumono più ruoli e senza mai far mancare le seconde voci o alcuna ritmica: non può far tutto il polistrumentista Gianluca!
Loro hanno suonato qui: nello spiazzo in piano inclinato che porta all’accesso del Museo di Messina nel 900, appena superato l’imbocco di Boccetta, immettendosi li, in mezzo tra le due rampe autostradali, la via per lo Scoppo, a 100, poi a 10 metri, come recitano i cartelli.
Come già da qualche anno, questo piano inclinato, subito fuori l’acceso alla galleria-ricovero, allestito ad arena, accoglie spettacoli organizzati dal suo Direttore, Angelo Caristi, d’intuito e di passione. Regala spesso a se stesso ed a chi si accosta a questo luogo,essenziale per non dimenticare da dove veniamo, memorabili occasioni di incontro con la propria infanzia per alcuni, l’età matura per altri e lo “sconosciuto” secolo scorso per i nati del nuovo.
Una realtà che ha saputo imbastire, avendo come obiettivo la conoscenza del 900, nelle sue più variegate ed ampie forme, occasioni per incontrarsi e prendere sempre più consapevolezza di tutto ciò che il 900 è stato. Coadiuvato da valenti amici, storici ed appassionati anch’essi delle meraviglie, anche tra gli orrori, che ci ha dispensato il 900: secolo di grandi mutazioni o che ha preparato le odierne, nel bene come nel male, persegue questa sua missione, autoassegnatosi, sempre con la voglia di mettersi in gioco e sfidare, riuscendoci ottimamente a giudicare dalle frequenze al Museo oggi inserito nel circuito croceristico, ed anche dal successo di queste serate di cui quella appena trascorsa è l’introduttiva e di prova per questo inizio di stagione estiva.
È infatti di questa sera lo spettacolo di inizio attività del periodo estivo. Un inizio ottimo che ci fa riflettere così: “se questo è il concerto di prova, l’inizio, cosa ci si dovrà attendere dai successivi?
Piano piano anche questo pubblico, ad inizio compito, sente il ritmo e batte a tempo le mani, poi ecco le svisature del sax in coppia con la chitarra, il metronomo del batterista...
Chiedo perdono a coloro a cui non dissi prima, ma ora, siete avvisati, state all’erta e sappiate che la condizione è stata ideale anche dal punto di vista climatico. Non si vede il mare, ma se ne respira la presenza, in un luogo che è centrale eppur sufficientemente fuori, dal mondo dei rumori; l’autostrada è lì, eppure il salire dei colorati camion sulla rampa, nel buio notturno costellato, fa discrete apparizioni sullo sfondo, e potremmo venir trasportati in un onirico paesaggio texano, quando le note virano verso il country. Le note jazz, conformano una sfera più intimista e ad un certo punto fu come se si innestasse il De André di Creuza de mã.
Sto forse ancora sognando?
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