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Messina in crisi profonda: tra la speranza del "Reddito di Cittadinanza" e i sogni infranti dei messinesi

La città dello Stretto appare oramai senza alcun futuro. I nostri figli dovranno necessariamente emigrare verso lidi lontani; nella speranza di trovare una qualunque fonte di reddito per sopravvivere.

Le aziende peloritane sempre più in difficoltà, operai a spasso da tempo immemore che sopravvivono solo grazie a qualche lavoretto saltuario e rigorosamente in nero. I pochi impiegati rimasti si vedono ridotto sempre più l'orario di lavoro e di conseguenza lo stipendio.

Quanti sogni, quante speranze infrante e relegate al paese di Utopia. Quale mondo è questo? Un luogo dove si lotta ogni giorno quantomeno per riuscire a mettere un pasto a tavola.

Dov'è la dignità dell'essere umano? Che fine ha fatto il diritto al lavoro? Quante famiglie peloritane, sopraffatte da un senso di impotenza e frustrazione logorante, si sentono smarrite nell'oblio?

Unica luce in fondo al tunnel potrebbe essere il tanto agognato reddito di cittadinanza che potrebbe consentire ai messinesi di galleggiare; nell'attesa che gli uffici di collocamento divengano finalmente operativi e in grado di trovare occupazione per un numero sempre crescente di disoccupati.

Non è piacevole (e nemmeno decoroso) attendere un sussidio statale per vivere, tuttavia, non esistendo alcuna alternativa non ci resta di attendere questa forma sostentamento; tanto sbandierata dal Movimento 5 Stelle in campagna elettorale.

Proprio il Movimento fondato da Beppe Grillo fece il pieno di voti in tutto il meridione grazie a questa proposta; adesso è il momento di materializzare quest'unica speranza di vita. Ridimensionarla o rimandarla significherebbe tradire il mandato fornito dagli elettori che hanno affidato al Movimento pentastellato il proprio futuro e quello della loro famiglia.

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