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Più collaborazione e chiarezza di ruoli. Si!



+ Stato o - Stato? non è questo l'argomento del contendere: Più collaborazione e chiarezza di ruoli. Si!

Mi giunse e firmai una petizione. Fa ormai parte della vita vita dei più, aderire con una firma ad una necessità sociale segnalata da qualcuno che sceglie questo canale, la petizione pubblica, tramite una delle piattaforme che offrono il servizio di diffusione. 

E' vero che differentemente non si riuscirebbe a coinvolgere tante persone che nemmeno si conoscono, ed è anche vero che il controllo sui contenuti, delle dette piattaforme, qualche volta ci lascia perplessi, ma in quei casi, basta non firmare, se non sentiamo presenti le garanzie costituzionali.

Ci sono anche volte in cui la chiarezza del ragionamento ci appare lapalissiana, tanto che ci chiediamo: come è potuto accadere che un governo abbia promulgato una siffatta legge? Allora ci diciamo che, chiunque, in quanto umano, è fallibile. Ne consegue: se ben usate, benedette petizioni!

Ed ecco il caso specifico e le motivazioni che stimolarono questa riflessione che volli rendere pubblica.

La Regione Sicilia, probabilmente sull'onda della sfiducia nei confronti del privato, la dimostrazione della inaffidabilità, la fornirono i recenti lutti genovesi, avoca a se la progettazione delle opere pubbliche: al costituendo Ufficio Speciale per la Progettazione di Opere Pubbliche, con ciò facendoci ipotizzare, più Stato, di per se non male e pure ipotizzabile, meglio garante dell'incolumità dei cittadini. 

Ebbene: questo semplice atto, riapre la questione del controllato e del controllore, sempre necessariamente disgiunti, in democrazia, al fine di non far intervenire interessi che pilotino le scelte con parametri del genere costi/ricavi, non adeguati a governare un'opera pubblica che invece deve essere gestita con il paradigma costi/benefici, come da lungo tempo ci diciamo.

Trovai poi interessante, nella petizione, la proposta di attribuzione del primo livello della progettazione agli uffici pubblici, quello della determinazione della spesa per la realizzazione dell'opera, li detto: Fattibiità Tecnica ed Economica.

Ciò da garanzia di realizzabilità e mette i professionisti di fronte ad un chiaro quadro di risorse e ciò che più è importante, uguali per tutti, scardinando una volta per tutte il dannosissimo procedere per gare a ribasso d'asta, che tanti aborti procurarono alle opere pubbliche. 

Più volte ribadii da queste colonne che i servizi pubblici, segnatamente, i trasporti, sottostanno alla valutazione costi/benefici e non a quella costi/ricavi che è invece propria dell'azienda privata.

Ribadito ciò, è evidente che la gestione pubblica non deve risolversi in spreco, ma in oculato servizio.
Detto brevemente: sono le professionalità ed i mezzi impiegati per esprimerla ad aver ragione delle problematiche, nel quadro della spesa fissata. 

Ovviamente, la spesa dovrà adeguarsi all'obiettivo prefissato e quando la cifra stanziata risultasse insufficiente, rimodularsi. E' proprio in tali valutazioni che interviene il faro dei costi/benefici, che pur difficilmente quantizzabile monetariamente, razionalmente ci induce a dire che è la scelta più giusta guardando al quadro globale o, olisticamente ragionando, come è in uso dire.

Sin qui fui nebuloso? Un caso concreto: perché un docente a contratto, che costa enne volte meno di uno stabilizzato, dovrebbe garantire lo stesso servizio ed esito, soprattutto, di uno stabilizzato che ha invece uno stipendio mensile garantito?

A voi la risposta, che la mia è: non si può disinvestire sull'istruzione se si vuole una formazione solida per le nuove generazioni di studenti, come l'abbiamo ricevuta noi, che pure non sempre brilliamo per saggezza e dialettica.  

E giungiamo allo specifico, senza altre "divagazioni": in commenti, troverete il testo della petizione che tocca punti cruciali a favore della oculata gestione delle risorse umane e non solo, del Paese.

Qui si apre un possibile spazio di riflessione sul comportamento olistico che è bene tenga una Nazione, ed ancor più una Regione, in quella unione di Regioni che dovrebbe tendere ad essere l'Unione Europea, dissolvendo le nazionalità, per trovare più legami tra tante piccole identità da valorizzare.


In calce, come su detto, nello spazio Commenti, ho allegato la petizione in osservazione, affinché ciascuno abbia la materia prima integrale per assumere la propria, meditata, razionale, posizione, esente da schieramenti preconcetti ed esprimere persino l'incertezza che richiede ulteriori elementi per comprendere.

L'obiettivo, qui, è di stimolare le occasioni di ripresa del dibattito democratico ad ampio raggio, su tutte le questioni che mettono in gioco acume e saggezza, comprendendo quanto necessita l'apporto di tutti e non il silenzio, per costruire il futuro delle nuove generazioni: le prime a "beneficiare" dei cambiamenti che passano progressivamente, con le leggi che i parlamenti approvano, su nostro mandato, ricordiamo!

Non secondaria è l'autorevolezza della provenienza della Petizione: 


2 commenti:

  1. Onorevole Presidente,
    desideriamo esordire con questa nostra dichiarando apertamente, con grande sincerità e ben lungi da qualsiasi captatio benevolentiae, o, peggio, da qualsiasi piaggeria, che cerchiamo per la nostra Regione i progressi che, siamo sicuri, stanno a cuore anche a Lei. Desideriamo fortemente ripartire, abbandonare gli ultimi posti di tutte le classifiche che ci vedono costantemente in retroguardia; desideriamo che le giovani generazioni decidano di rimanere a studiare e vivere in Sicilia, invece che, ormai quasi scontatamente, scegliere di abbandonarla.Crediamo di condividere, da Siciliani, lo sconforto che ormai da molte settimane siamo costretti a vivere di fronte alle catastrofi abbattutesi sulla nostra isola e verso di cui non è certo incolpevole il disinteresse e la mancanza di cure mostrati negli anni per il territorio ed il suo corretto assetto.

    CI CHIEDIAMOquale prospettiva si può immaginare per le professioni intellettuali/tecniche l’istituzione dell’Ufficio Speciale per la progettazione regionale di cui alla Deliberazione n. 426 del 04 novembre u.s..
    Avremmo sicuramente apprezzato l’istituzione di un’autorevole “Cabina di regia” in grado di garantire la programmazione, il monitoraggio, il controllo sulle opere pubbliche, specie quelle di carattere strategico e territoriale; invece, restiamo sorpresi e sgomenti sulle intenzioni e le finalità della Deliberazione in questione.
    Ci sorprendono alla luce di quanto già fino ad oggi accaduto, forse che ad oggi uffici centrali e periferici sono stati impediti da qualcuno nella loro capacità di programmare e progettare?
    qualcuno ha impedito loro di rilevare, monitorare le esigenze connesse ai bisogni delle popolazioni ed ai possibili rischi per il territorio?
    Siamo certi che le stesse domande stiano alla base della decisione assunta, di adottare l’atto deliberativo ed a cui la Giunta di Governo da Ella presieduta abbia pensato di dovere rispondere come ha fatto.

    NOI DISSENTIAMOprofondamente sulla soluzione adottata perché riteniamo che sull’argomento gli anni trascorsi, da quando l’affidamento di progettazioni all’esterno della P.A. hanno assunto un carattere autenticamente eccezionale e quanto sia scaturito, debbano essere tenuti in seria considerazione fra tutti: i consueti allarmi lanciati sulla mancanza di progettazioni adeguate ad affrontare piccoli e grandi problemi, il deficit dell’impiego delle risorse comunitarie rispetto a quelle disponibili, la crisi delle imprese del settore ed la drastica diminuzione del numero di addetti.
    Si dirà dei costi che le progettazioni esterne comportano, senza avere mai chiarito quanto costino quelle interne e senza avere mai voluto adeguatamente attingere, secondo i modi previsti dalla legge, ai tre livelli di progettazione che, se adeguatamente impiegati, consentirebbero rispetto di tempi e costi.
    Si dirà delle lungaggini per l’affidamento dei servizi di progettazione, senza avere mai saputo chiarire perché, se appare scontato affidare i lavori con procedura di gara, lo stesso, con non poca pigrizia mentale, provoca il mal di testa a non pochi pubblici dirigenti.
    Noi, dall’altra parte, da tempo ci siamo chiesti, e continueremo a chiederci, con quali attrezzature hardware e software, uffici che lamentano anche la cronica mancanza di carta per le fotocopie, abbiano prodotto progetti; Di fatto si concretizza la possibilità che tutte le P.A. dell’Isola ricorrano alla struttura creata permettendo comodi alibi ad ogni Amministrazione quindi ben 390 Comuni siciliani!,

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  2. ASSISTIAMO, ancora una volta, alla totale indifferenza che tale istituto possa creare una commistione di ruoli, facendo coincidere il “controllore” e “il “controllato” in seno alle P.A., ricoprendo contemporaneamente il ruolo di progettista, stazione appaltante e, se delegata da altra P.A. anche committenza.

    CI SGOMENTANO, in ultimo, le considerazioni di stretto interesse di categoria, la libera professione di ingegnere ed architetto, che troppo spesso si dimentica essere anche un’attività economica, ma quale altra attività lavorativa, con analoga determinazione ed immediatezza, si accentra affidandola a monopolio della P.A.?a quale libera attività economico-professionale viene riservato un simile trattamento?senza alcuna riflessione sulle ricadute occupazionali e sulle conseguenze che, senza alcun dubbio, avrà anche per il mantenimento del livello culturale e di preparazione di una professione che, impoverita, da ogni punto di vista, determinerà anche l’impoverimento del Paese?
    Onorevole Presidente, non Le chiediamo di non dovere trarre da quanto recentemente accaduto e, purtroppo, ancora in corso, i necessari insegnamenti e, quindi, concordiamo con la necessità di un profondo cambio di passo, ma

    RITENIAMO che più grande energia sia necessaria soprattutto nell’ambito della programmazione, del controllo, dell’indirizzo e verso analoghi comportamenti da parte di tutte le Amministrazioni dell’Isola.

    NOI PROPONIAMO di dare la possibilità alle Amministrazioni Locali di affidare i livelli di progettazione successivi al primo già a fronte della garanzia fornita dall’inserimento nei programmi regionali di spesa e che questo possa essere fatto con l’ausilio della progettazione, non superiore al primo livello, quello di Fattibilità Tecnica ed Economica.
    Certo, siamo ben consci che questo richiede una “Programmazione” assai tempestiva da parte degli Uffici Regionali.
    Con l’auspicio che queste nostre considerazioni possano fornirLe un utile ed ulteriore spunto di riflessione, si coglie l’occasione per chiederLe nel contempo un incontro per esporre le nostre ragioni nel merito.

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