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Un amore inter-etnico, in: The Big Sick






Al matrimonio si può sfuggire, all’amore, no! Questa affermazione si fa tema centrale nel racconto, anche se non è per nulla secondaria l’origine pakistana di lui e quella statunitense di lei. Conosciamo i protagonisti mentre il loro rapporto non decolla, sempre in bilico tra desiderio, grande intesa e manifestazione di mantenimento della propria autonomia individuale.

È a causa del legame con le tradizioni, che impongono il matrimonio tra persone della stessa etnia e scelte dalle famiglie, che si viene messi innanzi a dei bivi indecidibili che, appena si è lì per fare il passo dello stare assieme, la questione si presenta in tutta la sua irresolubilità, almeno, per quanto riguarda le famiglie.

È sempre il retaggio dell’impossibilità attribuita dall’una all’altra etnia a scavare il solco.
Per fortuna, si mette di mezzo una malattia che, lentamente, fa rompere gli indugi.  Malattia di origine psicosomatica, come dopo lunghe indagini mediche, si scopre, molto rara ed invalidante, lungo il cui decorso lui è molto vicino, ma persino rifiutato. Sarà solo quando almeno una parte delle limitazioni di carattere etnico creanti barriere, saranno superate, grazie al buon rapporto istituitosi tra la famiglia di lei ed il ragazzo, che, anche la malattia regredirà.

La coppia, in cui lui, come forma di affrancamento dalle tradizioni familiari, svolge una intensa attività da cabarettista basata proprio sulle sue origini pakistane, parte per un viaggio che è promozionale per lui e che, siamo certi consoliderà il rapporto, come già avviene nella breve preparazione di quello che si evince essere anche l’inizio di una nuova vita in cui la distanza dai genitori ridurrà le ingerenze.

Sotto le spoglie del film di genere, pur con tratti di originalità, traspare una tematica doppia generalizzabile: l’autonomia che passa dalla creazione di piccole consuetudini che rendono dotata di proprie ritualità e quindi di identità la coppia ed una qualche certezza economica dovuta all’intraprendenza lavorativa ed alla messa a frutto dei personali pregi ed inclinazioni. Anche la presenza di ottimi amici comuni rende il tutto socialmente coeso.

Le coordinate consolidanti il rapporto di coppia, quanto meno nella fase di scelta del convivere, non possono fare a meno di un inserimento sociale della coppia che necessita oltre al riconoscimento sociale, il sostegno derivante dal rapportarsi con il mondo, come coppia ed in ciò le amicizie sono fondamentali.  Viene messa alla prova sul piano sociale la tenuta della coppia che, senza rinunciare alle identità individuali, trova un modo comune di rapportarsi anche con l’esterno, condividendo passioni e, problematicità, come la prova della malattia ha rivelato, e superandole assieme.



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