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Conoscersi prima d’incontrarsi, in: Un profilo per due





È una pratica di cui si sa poco, forse perché desueta o perché sembra da sfigati o tende ad ammantarsi di peccaminoso, quando, per come viene trattata nel racconto, lo è lontana mille miglia. Cosa? Il visitare siti on line per conoscersi, prima di incontrarsi di persona, dove mettere profili che aiutino il destino a far incontrare le anime gemelle.

Sarà che la tecnologia messa nelle mani di un neofita come può essere un anziano, non dista molto, nell’uso, da ciò che si è, che, genera veramente l’effetto promesso. Varrà, in fondo, per chiunque? In realtà gli strumenti non sono poi così neutrali: permettono o impediscono, ed indubbiamente, chi è avvezzo alla scrittura, ottiene effetti meno facili per altri.

Anche la genuinità di ciò che si comunica arriva a segno, giunge proprio a chi è su quella stessa lunghezza d’onda. Eppure, fatta la scelta, escludente il dialogo più serrato che potrebbe fluire su una chat, poi, l’altro aspetto, quello che svela il resto, l’aspetto fisico e con esso l’età, se il feeling si è istituito, non potrà attendere a lungo ad avvenire.

Si da il caso che, desiderando rinverdire le emozioni, l’anziano bara sull’età del suo profilo, anzi usa la foto del suo istruttore di computer e ciò rende plausibile, ad una trentenne che, trova nella perdita raccontata dall'anziano sotto mentite spoglie, la perdita del proprio amore. La comunanza di esperienze, sempre, tende a creare legami di reciproca comprensione.

il nuovo ragazzo della nipote, è assunto dalla madre che è la figlia dell’anziano, come istruttore all’uso del computer per il nonno, uso che ipotizza possa giovare a riaprirlo al mondo dopo la perdita della compagna di cinquanta anni di vita, a seguito di cui s’è ritirato, in perpetuo lutto, stando sempre a casa annoiato o a riveder tutto ciò che riguarda la compagna perduta. 

Nulla si ritiene comparabile o capace di restituire la spensieratezza di un rapporto tra due persone davvero completantesi, salvo ritrovar la persona! Di essa rivisualizza i filmati amatoriali del vissuto assieme: è quello che si vuol ritrovare, la genuinità di quello star assieme senza chiedersi nulla, vivendo.

È quindi ciò che viene cercato: e vi chiederete, forse vorreste che fossi più esplicito sulla questione, cosa attendersi da quel titolo, “Un profilo per due”. Ebbene, gustosissimi e ben orchestrati scambi di persona e malintesi avvantaggianti la credibilità dell’incredibile, veicolano un godibilissimo tempo del racconto che non manca neppure di parallelismi e scambi, la cui regia è parzialmente tenuta dall’anziano, per poi, in feeling, i due giovani, riadottarla, con lo stesso procedere, per far incontrare il protagonista con una adeguata lei.

Che poi i rapporti interpersonali funzionino meglio saltando una generazione, come ad esempio quelli tra nonni e nipoti o comunque tra lontani di età, anziché tra genitori e figli ha una sua verità. Più ancora contano le affinità elettive, qui, si mettono ancora più in cima le relazioni tra appartenenti alla stessa generazione per via della comune formazione dovuta all’età. Quella poi dei predestinati, oltre ogni ragionevole riflessione, un inno alla resa alla potenza dei sentimenti, non ha rivali!

Cosa trarre: invariato il sentimento, le stagioni del suo vissuto, hanno differenti modalità e quando sembra essere prevalentemente una questione di comune sensibilità a dover prevalere nel rapporto, la vicinanza d’età viene segnalata come maggiormente importante nella condivisione di esperienze nel vissuto quotidiano. I primi amori si scoprono con più radici. Un ventaglio di situazioni, quindi, valido per differenti coppie, nel film.

Altre belle geometrie ed eleganti minuetti, rendono la visione sempre vivace e ad un tempo riflessiva: credo proprio che ad essere azzeccati siano i tempi, alla stregua di come deve avvenire nelle piece teatrali, solo che qui, li gestisce, prevalentemente, il regista cinematografico, capace di trarre il meglio della bravura dai suoi attori.

Su tutto spicca poi il concetto di valore degli anziani come sicuri captatori naturali, per esperienza del vissuto, di ciò che è meglio e, trasferitori di tale loro saggezza, in maniera naturale, come agevolatori. Una abilità di cui dovrebbero essere dotati più individui ed essere maggiormente praticata da tutti, con la opportuna discrezione e sensibilità: non condizionatori, ma agevolatori nel bene! 

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