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Equilibrismi di classe, in: l’ora più buia






Una nazione è tale ed è ben governata quando c’è unità d’intenti tra popolo e suoi delegati ai compiti pubblici più gravosi.
In particolare quando bisogna prendere decisioni, fare scelte che, coinvolgono, e drammaticamente, tutti e sono decisive per il futuro.

Se poi sui piatti della bilancia ci sono: una salvezza con accordi di pace con perdita di libertà e una sicura lacerante pugna giocandosi tutto, il riscatto della libertà contro lo sprofondamento nella catastrofe più estrema, i popoli ed i governanti di razza non hanno dubbi.

Eppure, il pacifismo conservatore ha qualche carta ancora: allora tocca sfoderare tutte le arti migliori della parola e le più spregiudicate strategie per ottenere un unanime consenso.

È ciò a cui assistiamo ne: L’ora più buia. Winston Churchill, a 149 dalla nascita e 54 dalla morte, risulta personaggio autenticamente moderno nella spregiudicatezza: quella che servì per mettere uno stop al dilagare invasorio del nazismo.

L’occasione, drammatica e dirimente è la vicenda del salvataggio di 300000 militari, un esercito, con il difficile imbarco a Dunkerque, sacrificando chi rallentò l’avanzata nazista.

Fu inviata una flottiglia composta da tantissime imbarcazioni civili che proprio nella numerosità assicurarono un veloce trasbordo e divennero anche un segno di chiamata all’impegno di tutti, valendo quindi su due fronti, per le sue peculiarità: il piano logistico e quello partecipativo, della coesione nazionale salda nel credere che oltre il sacrificio ci sarebbe stata la vittoria.

Una figura che incute soggezione e stimola fiducia ad un tempo. È questo che la magia registica e l’interpretazione attoriale restituiscono, facendo amare questo film asciutto e ricco di sfumature come il personaggio e la storia richiedono.

Chi ne avrà la possibilità, non si perda l’occasione di esser coinvolto in una vicenda che oltre la sua storicità, offre una maniera di costruire con miriadi di tasselli di grande fluidità comunicativa, sia l’evento, con la sua dirimente importanza per i destini dell’Europa che una figura di cui ci viene offerta una completezza di acume e corporeità di rara e singolare riuscita.

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