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21 Marzo, primo giorno di Primavera: Fuochi Incrociati



L’ultimo giorno invernale, quasi preparasse questo primo giorno di primavera, ha visto rinnovato l’interesse per il patrimonio architettonico-urbano della nostra bella città dello stretto.

Smentito il luogo comune con cui a volte Messina è dipinta, come priva di memoria. I luoghi son stati: l’Aula Magna del Dipartimento di Ingegneria al Polo Papardo dell’Ateneo Messinese, ove, tra le altre, sono state discusse tesi licenziate dal gruppo di architetti che vi insegna Urbanistica, Disegno e Restauro. 

Tesi che hanno guardato in modo sistemico ai vuoti urbani, a specifiche realtà e singolari impianti di tessuti residenziali cittadini, a sistemi di ville e villini, lungo la riviera nord e sud. Temi singolarmente ribaditi, pur con differenti attori sulla scena ed in platea, e differente taglio di ricerca, nel pomeriggio, in altro luogo, presso le saletta del centro polifunzionale Magnificat ai portici di Piazza Castronovo, da chi invece insegnò prima ad Architettura e poi ad Ingegneria, Composizione Architettonica ed Urbana.

A completare il quadro di attenzioni ai patrimoni della nostra città, fruiti in tale giornata, l’articolo  di un’altro collega che sull’unico, più che singolare, sistema di difesa di cui, tramite i “Forti Umbertini”, fu dotata la nostra città al compiersi dell’unità d’Italia, offre un resoconto appassionante, contemperando storia, cultura e proiezioni potenziali. Ecco il link al suo bell’articolo sulla testata on line Artevitae.

Venti Forti, che, anziché soffiare, erano in grado di riversare sullo specchio di mare interno dello Stretto, fuochi, da cannoni protetti nelle 20 postazioni distribuite sulle alture delle due sponde, la siciliana e la calabra, progettate per risultare invisibili dal mare ed oggi parzialmente recuperate a funzioni di natura turistica ed in attesa di far parte di un organico sistema di fruizione.

Chissà che non venga voglia di utilizzare questa prima giornata di primavera per trascorrere qualche ora in ammirazione del paesaggio che tanto coinvolse il nostro Antonello. Antonello che immortalò il paesaggio dello Stretto nei suoi celebri quadri, testimoniando di un apprezzamento e passione per quest’unico paesaggio in cui viviamo e che, con la sua bellezza, meritiamo ci venga in soccorso, le volte che crediamo di aver perso la “memoria”. 


1 commento:

  1. https://artevitae.it/le-sentinelle-dello-stretto-di-messina-i-forti-umbertini/

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