Riaccendiamo le luci del teatro della vita
Cari lettori, mi giunse e vi raggiungo, con questo scritto che viene dall'anima di una Nazione, di una sua essenziale parte.
Poco basta aggiungere a quanto nella ennesima lettera che infaticabili e per nulla rassegnati amanti della propria città scrivono alle istituzioni per chiedere di rendere operativi i finanziamenti già stanziati per le opere pubbliche di Camerino.
Come messinesi, memori della storia urbana e dei nostri luoghi, più volte rinati dopo terremoti, usiamo la nostra comprensione, per dar maggior forza alla voce degli abitanti di Camerino.
La sensibilità che già buona parte di voi ebbe in passato, torni a manifestarsi sostenendo con la firma di questa petizione (integralmente, di seguito, a questo nuovo step)
Al link firma qui, l'accesso per sostenere con la firma un tassello del nostro patrimonio civile ed umano.
Con un sentito grazie da parte degli abitanti di Camerino, che sono pronti ai sacrifici necessari per rientrare nel proprio centro storico, appena inizieranno gli indispensabili e naturali ripristini delle opere pubbliche vitali e gli sarà permesso metter mano a quelli per le proprie abitazioni.
Riaccendiamo le luci di questo centro di vita e cultura, nostro patrimonio inalienabile. Avremo dato seguito ai principi del patto sociale a cui aderiamo nello spirito della nostra bella Costituzione Italiana.
30 MAR 2019 —
Oggi ho scritto al direttore dell'Ufficio regionale per la ricostruzione post sisma (e per conoscenza al Sindaco di Camerino, al Rettore dell'Università, al Commissario straordinario per la ricostruzione
Illustre Ing. Cesare Spuri
Direttore Ufficio speciale per la ricostruzione post sisma 2016
ieri ho apprezzato il suo intervento al convegno INAIL.
Ha tutta la mia stima e la mia solidarietà per il suo difficile compito di mediazione e di "parafulmine", come lei stesso ha affermato, di tutto il dissenso che produce un apparato amministrativo oggettivamente inadatto ad affrontare la ricostruzione post-sisma.
Comprendo anche la necessità di operare con scrupolo e attenzione sulle linee generali, seguendo le procedure e i tempi richiesti, ma ci sono alcune cose che pretendono una risoluzione immediata, altrimenti scrupolo e attenzione non bastano ad impedire irreparabili sciagure come l'abbandono dei centri urbani.
Mi riferisco alla necessità di intervenire prioritariamente e senza indugio al risanamento di quegli edifici e di quei luoghi simbolici che rappresentano la storia, la cultura, l'economia, la stessa ragione di essere delle città, pur piccole che siano.
Il caso di Camerino è eclatante: è impensabile ritenere che la già modesta entità socio-economica e lo stesso glorioso Ateneo camerte possano sopportare ancora a lungo l'assenza della città storica o ritenere che ad essa si possano sostituire strutture edilizie sparse sulle pendici della collina.
Intervenire subito sugli edifici pubblici e sui luoghi attrattori di interesse della città storica deve ritenersi una strategia obbligata che prescinde da perimetrazioni e piani urbanistici, perché si tratta di edifici e luoghi morfologicamente e funzionalmente inamovibili, matrici architettoniche e urbanistiche fondamentali per tutto ciò che potrà accadere intorno ad essi.
Non può essere accettato, infine, che alcune opere pubbliche siano già finanziate e che non ci sia la possibilità di mettere in opera tali finanziamenti; credo sia doveroso procedere forzando gli impedimenti, siano essi dovuti a carenza di organico o a qualsiasi altra causa.
Sulla fondamentale questione esposta ho già rivolto un appello al Capo dello Stato a nome di oltre seimila firmatari, firma qui.
Cordialmente
Arch. Giovani Marucci, Seminario di Architettura e Cultura Urbana - 62032 CAMERINO http://www.unicam.it/culturaurbana /
ph. Interno del teatro comunale di Camerino (con danni lievi dovuti al sisma e gravi dovuti allo stato di abbandono)
Grazie per aver fatto fare un balzo a questa petizione a favore della terremotata Camerino.
RispondiEliminaNon avevo dubbi che la sensibilità di una città che ricorda i suoi, ha cittadini che sanno sostenere le buone cause del ritorno alle proprie case di quegli abitanti.
Compreso che ormai si tratta di operare con quanto già stanziato per gli edifici pubblici e che i cittadini, sono pronti a ripristinare le loro case, appena si permette il rientro nel centro storico da cui sono fuori da due anni.
Avete visto che avete portato oltre le seimila le firme e che l'obiettivo da raggiungere sono le 7500.
Confidiamo che anche con il nostro contributo questo obiettivo sia raggiunto.