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Un talent ed una talentuosa, ma . . . , in: Colette


Un punto non secondario nella storia, il turbinio parigino dei tempi del CanCan e del Moulin Rouge. Chi sa far qualcosa, chi ha qualcosa dentro di se, può vivere secondo la sua inclinazione, deve però impegnarsi. 

Un gran desiderio di emancipazione anche nel mondo femminile e Colette ha tutto ciò che giova per incarnare la nuova epoca. Ha da raccontare, in presa diretta dalla sua stessa vita, quindi verità, sotto gli occhi di chi, lei, continua a stupirsi, di più, apprendere.

Un fondo di ingenuità rimasta appiccicata addosso dalla campagna o piuttosto una grande consapevolezza delle cose concrete che viene dal contatto con la natura? Opterei per la seconda.

Adesso, un carattere debole crollerebbe in una siffatta Parigi, uno forte impara a gestire e profittare di questo vantaggio sugli altri. Ha prima scritto perché: stimolare i talenti e metterli a servizio presso se è ciò che riesce meglio al marito che l’ha letteralmente rapita dalla campagna.

L’applicazione allo scrivere per conto del marito, come già altri fanno, è ottenuta da lei imponendogli il rigore: ci riesce benissimo, con qualche dritta del marito che conosce cosa il pubblico cerca. Resta nell’ombra, il suo nome non appare: è il marito con la sua firma a far vendere: ma ciò che scrive lei vende benissimo e le piacerebbe manifestarsi.

Eppure non è una semplice storia di affrancamento individuale, è quello di una classe, di un mondo, che vuol sognare intanto e poi chissà!

La liberalità, per così dire, contagia ed allora anche nel campo degli amori non ci si limita: si seguono le fascinazioni e si attraversa la vita con naturalezza anche andando per la propria strada, gustando le esperienze, rinnovandole!

Colette diverrà, attraversando una rutilante porzione di vita sul palco, alla ribalta della vita, ciò che la storia ci ha consegnato: una scrittrice genuina osservatrice del mutare della vita nelle sue esperienze più intense e di avanguardia, sia nel costume che nell’interiorità.

Il film, splendidamente interpretato, ci fa gustare l’epoca e la specialità di chi diede un contributo non indifferente alla maturazione di quel passaggio di costumi verso l’emancipazione, la tolleranza, la pienezza della vita pur con le alterne vicende e fortune che ci riserva.

Non svelo nulla dei puntini dopo il ma nel titolo: perché perdersi quest’esperienza emozionale?

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