Identità chiare, in: ”La mia vita con John F. Donovan”
L’insieme dei comprimari è prolifica di sagge espressioni: questo rilevamento orienta la lettura del film, lo fa appartenere al genere di formazione. Le due identità che osserviamo sono il giovane attore ed il suo giovanissimo fans che, intraprende, con lui, una corrispondenza epistolare.
È più di un interesse per ciò che lui impersona nelle serie televisive: c’è, da parte del ragazzino, un preciso ed acuto interesse per la professione di attore. Per poter apprendere ancor più dal suo beniamino, ha come prospettiva, assieme al divenire attore lui stesso, il preciso desiderio di recitare con lui.
Anche di incontrarsi, ovviamente, è nel programma dell’ormai adolescente, ora che, son già cinque anni che si scrivono da un continente all’altro, su carta e pennarello verde, almeno quelle dell’attore. Si è sviluppata una confidenza intensa, di quelle che, potrà essere avvenuto di sperimentare a tanti, nei viaggi in treno, con sconosciuti, proprio in relazione alla improbabilità che ci si rincontri. Un confidare senza remore, se solo si coglie un modo misurato di rapportarsi. Certo, gli argomenti, variano sulla base del piano di convergenze di pareri riscontrato.
Tra i due nostri protagonisti che si scrivono per lettera, cadono più sensibili barriere, tanto che, quando accade che le lettere vengono trafugate, da un compagno di scuola, la volta che per un compito scolastico si stava mettendo a frutto quell’esperienza: ne viene un caso che scompagina la copertura identitaria dell’attore, al punto che egli per sottrarsi alla gogna mediatica, deve smentire la veridicità di quelle lettere.
La pienezza delle relazioni tra i singoli protagonisti ed i loro rispettivi comprimari di entourage, qui può solo essere supportata da una elencazione, giusto a testimonianza di “presenze attive", pur in quella che è una sostanziale condizione di solitudine dei protagonisti: condizione forse indispensabile per una maturazione più profonda di intenti ed anche di gestione della propria vita in chiarezza.
Ecco allora in una elencazione correlata: le rispettive madri, il possibile parallelismo tra ambiente scolastico ed ambiente lavorativo, ed in particolare nelle due figure equivalenti della professoressa per l’uno e della manager per l’altro, che hanno rilevanza nella tenuta dei protagonisti, perché capaci di valorizzarli nella loro vera essenza identitaria.
Moltissimo trascuro, ma, per avere maggior contezza, anche della forma in cui si snoda il racconto, il cui presente è l’intervista di una giornalista all’ormai cresciuto fans, divenuto a sua volta attore. L’intervista si svolge quando, ormai non più in vita l’attore, il fan vuole dare testimonianza del valore di colui che reputa suo maestro, pur a distanza e mai incontratisi.
All’iniziale fastidio della giornalista che non ha scelto, ma è stata inviata a svolgere questo servizio, segue un progressivo cambiar impressione sul grado di interesse umano di questa storia e ne verrà un articolo incline a testimoniare della verità di una corrispondenza, come nell’attualità non si crederebbe potesse maturare.
Ma, pur limitatamente rispetto al passato, c’è, pure nel presente, una ricchezza di scambi di interessi che, per fortuna, il cinema è capace di intercettare e tramutare in storie cinematografiche che ci aprono alla varietà del mondo.
Abbiamo sempre necessità di guardare ove mai ci troveremmo: ciò ci arricchisce e ci fa maturare, più del nostro relegarci nella personale quotidianità, per entusiasmante che possa essere.
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