banner

Breaking News

L’entità del danno





Localmente, che si siano pagati consulenti per poi sostanzialmente non tener conto dei consigli, per il buon funzionamento del servizio pubblico di trasporto urbano, quanto danno fa ai cittadini, rispetto ad un custode che non custodisce tanto?

Sia chiaro, chiunque sbaglia non è giustificato: eppure sembra che certa sceriffitudine, non sia equamente esercitata. Ciò senza ipotizzare che, come nella parabola cristiana, sembra sia più facile vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro piuttosto che la trave nel proprio occhio.

Questo brevissimo articolo avrebbe potuto titolarsi: “Siamo artefici del male che subiamo” o anche “Del sonno della ragione”.

Ebbene il primo, oggi sembra più adeguato al comportamento dell’elettorato greco di ieri che, proprio in ragione del sudore, sangue e lacrime patiti, invece di apprezzare il lavoro compiuto da Syriza, fa vincere gli altri, affini a coloro che furono la causa delle pene dei greci. Popolo di scarsa memoria? Lobotomizzato da vuoti slogan parlanti solo alla pancia?

Invece il secondo avrebbe comportato lo scomodamente di un grande artista, Caravaggio che dipinse il quadro con tema e titolo, proprio: “Il sonno della ragione genera mostri” che sarebbe stata ormai una semplice constatazione, e casomai monito per un lontano futuro!

Più verosimilmente, “ Non è mai troppo tardi” riecheggiante il bel titolo di una intelligente e produttiva trasmissione protrattasi sino ad inoltrato dopoguerra, tanto da aver avuto anch’io modo, in età scolare di seguirne un buon numero di puntate, abbastanza da conservarne memoria, avrebbe promosso una azione che non saprei dire quale debba essere, per essere adeguata. Forse, riprendere quella trasmissione, nella contemporaneità.

Era istruzione elementare per quelli che a scuola non erano potuti andare e per cui, un intraprendente e bravo maestro, da dentro quegli scatoloni che erano i primi televisori, si adoperava per rendere alfabetizzati anche gli italiani che per varie vicende non avevano potuto esserlo nella loro giovane età. Si seguiva dal televisore collocato nella piccola sala comunale o nella sacrestia della parrocchia, che, certo, non a casa, ci si poteva permettere quel lusso.

Si veniva presi dal piacere del sapere e per moltissimi italiani fu rinascere a nuova vita, anche comprendere che si era stati imbrogliati, con lo sbandieramento di concetti come patria, ma mai facendo sentire di esserne accolti, solo usati per altri fini.

Poi mi venne il dubbio di ostentare un eccesso di ottimismo e rimasi sul più interrogativo e partecipabile: “L’entità del danno”, limitandomi a chiedere un barlume di raziocinio che assieme alla quantificazione ad intuito, sia capace di distinguere tra accusatori ed artefici, magari non pensando sempre di accusare gli altri di qualcosa di cui siamo in buona misura responsabili.

Venne un nuovo titolo: “Il principio di responsabilità”, che semplicemente dice che dovremmo occuparci di ciò a cui siamo preposti, magari prendendocela prima con coloro che fanno i danni più grossi, che, a prendersela con i piccolini, per scapestrati che siano stati, non si viene a capo di grandi rivolgimenti.

Metter tutti nelle migliori condizioni per lavorare: ad esempio garantirgli un servizio di trasporto pubblico efficace, aiuta a giungere sul posto di lavoro più distesamente e pronti a compiere il proprio dovere. Ora che abbiamo i mezzi, gli autobus: facciamo gli autisti! 

Caddi nella stessa trappola degli sceriffi: sto dicendo ad altri cosa fare, ma, non è un suo dovere, una volta accettata la fascia? Qui non ci sono blitz da fare che, i consulenti trasportisti fecero il loro lavoro e presero i soldi delle loro consulenze. Rimasero dirigenti e personale a barcamenarsi con le gatte da pelare!

...ecco i mezzi, a quando gli autisti? Si credesse veramente che le istituzioni comuni, pubbliche non son proprio aziende comuni, ma speciali, che debbono muoversi nella logica del costi/benefici e che quello dei costi/utili è invece carattere delle aziende private!
Si comprenderà questo? Ma si, ormai siamo tutti istruiti!

Sul nero scriviamo con il bianco.

Nessun commento