Quale realtà? In: “Serenity L’isola dell’inganno”
A cosa abbiamo assistito? Lo scorrere degli eventi ci mostra una realtà plausibile, persino appagante, nell’isola di Plymounth, per il nostro protagonista. Dopo: iniziamo ad accorgerci che tutto sembra ruotare troppo attorno a lui. ...ma solo dopo, almeno, così accade alla mia scarsa sensibilità, il classico senno del poi!
Trascuro qualche descrizione per giungere a tentare alcune alternative di risposte su quel: Quale realtà? C’è la prima realtà che ci viene mostrata: quella su descritta e quel vivere pescando, ma anche inseguendo una personale ossessione per un gigantesco tonno. Una di quelle sfide che ci suonano familiari: analogo della caccia alla balena bianca di Melville.
Già: il capitano Achab che consuma, avventurosamente, la vita, nella caccia alla sua balena, un legame indissolubile, com’è proprio delle ossessioni. Una vita dell’isola che ruota attorno a questa sfida che il nostro protagonista pescatore, persegue con tenacia: la cattura di quell’intrepido tonno, gli assorbe tutte le risorse, in quanto, sempre, tutto reinveste in questa epica caccia.
Fa parte ancora di questa realtà, anche se cambia il fuoco che si concentra su un’altro obiettivo: la richiesta di liberazione, da parte dell’ex moglie, di lei e del figlio dalle violenze dell'attuale marito. Lei rintraccia l'ex, il nostro pescatore e lo raggiunge sull’isola, provenendo da un lontano passato in cui lui è stato in guerra e pluridecorato: ciò a tratti emerge per il tramite della figura del figlio con cui sembra esserci uno speciale legame.
Sequenze ritraggono il ragazzino, sempre connesso alla rete e con stringhe di testo che scorrono, come se stesse componendo sequenze di gioco. Sappiamo da testimonianze, che questo ragazzino è brillante in matematica e sue applicazioni.
Siamo all’ulteriore ipotesi: stiamo vedendo il gioco che il ragazzino ha inventato ed in cui il tonno, battezzato “Giustizia”, sembra essere l’obiettivo del gioco verso cui tendono tutti gli abitanti dell’isola. Alcuni ravviseranno i caratteri stereotipati anche nei fraseggi nella radio locale ascoltata in auto dal padre, che sa tanto, nel piglio, di quel “Buongiorno America” gridato nelle radio dei fronti di guerra.
La salute mentale del protagonista viene vista vacillare prima dagli amici, poi da lui stesso che è combattuto tra l’integrità morale e la necessità di liberare ex moglie e figlio dal violento marito.
Che sia una di queste, o un’altra ancora l’ipotesi, reale, altri personaggi giunti dall’esterno si propongono come aiuti per far giungere a compimento l’obiettivo: catturare il tonno Giustizia, e tra questi un rappresentante di attrezzature tecnologiche come specialissimi Sonar ed altro, sempre per agevolare la caccia e cattura dell’ossessione del nostro protagonista.
Lo stesso soggetto, surrealmente tenace nel tentativo di incontrare il protagonista, per dargli l'occasione di testare questo nuovo Sonar della sua ditta, esprime il concetto che, in fondo si è tutti parte di un grande gioco e comprendiamo come l’allusione sia anche al Creatore Divino: con ciò, ecco la più “ardita” anche se dovrebbe essere, la più normale, realtà.
Quando, i dubbi, in lui, nel protagonista, prevalgono, comprendiamo come quelle forze dell’isola ora sembrano proiettate nel compito di scongiurare un suo qualche sporcarsi di alcun crimine. Tutta l’isola, dove “tutti sanno tutto di tutti”, opera per ottenere questo nuovo obiettivo: parte di qualsivoglia gioco-realtà essa sia. A noi spettatori, ci soccorre qualche tangibilità, come il suo emozionante incontro con il figlio, in un luogo, altro, oltre!
È in fondo, quindi, quando tutto sembra precipitare, che siamo aiutati a deciderci per quale realtà optare!
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