Servizi e Libertà, in: “The Circle”
Il Film, l’arte cinematografica, ha anche una percezione anticipata di possibili futuri per l’umanità. È un carattere proprio delle arti, antevedere: non a caso c’è chi l’identifica come una ragione, oltre la ragione, ossia di ordine superiore, che sfugge alle regole umane, al suo raziocinio e, vede oltre.
La nostra riflessione risulta maggiormente stimolata dalle situazioni in cui è sottilissimo il confine tra ciò che è potenzialmente buono, e ciò che non lo è, anzi, può dar luogo a fenomeni esecrabili. La società di risoluzione per via telefonica delle più svariate necessità dell’utenza, e che ha messo a punto uno standard di grande soddisfazione per l’utente, ha attirato molti giovani che si chiamano l’un l’altro per ampliare il servizio.
Tra essi una giovane che ha già esperienza lavorativa analoga dove vive con i genitori, ma qui, in questa grande città, trova un mondo davvero molto ben organizzato, anche per il tempo libero che vede questi entusiasti giovani collettivamente coinvolti. C’è un lavorare che è ben orientato al servizio dell’utente con dinamismo ed entusiasmo contagiosi, al limite del fanatismo.
Sempre con l’obiettivo di migliorare il servizio all’utente, tecnologie dotate d’infinita autonomia e connessione, vengono adottate e diffuse: tra queste una microtelecamera ad esempio, come un piccolo occhio, capace di essere perpetuamente connessa e di offrire quindi informazioni in tempo reale su ciò verso cui è rivolta, come informazioni meteo in tempo reale, assieme alle immagini. La semplicità di posizionamento la rende persino esente da qualsivoglia autorizzazione.
Indossando questa tecnologia, un monile all’occhiello, si potrà, assieme a tutti gli altri che l’hanno, rintracciare persino persone che si erano sottratte alla giustizia, essendo che il collettore di questa gran mole di dati è capace di trovare qualunque fisionomia sia stata intercettata delle traiettorie percorse dai suoi indossatori.
In tempi di ossessione per la sicurezza, uno strumento infallibile: certo ciò comporterà rendere pubblico tutto il proprio vissuto se, nel nome di una superiore utilità collettiva, si accetterà la connessione continua.
L’esperimento modello, della connessione continua è intrapreso con entusiasmo dalla nostra protagonista, cresciuta nella convinzione della bontà del modello sociale proposto, in cui se si sapesse di essere sempre monitorati, non si compirebbero azioni riprovevoli: ciò tocca questioni sensibili. Nell’entourage familiare, per il genitore malato, viene facilmente individuata la terapia più idonea, con positive ricadute quindi, grazie al suo essere visto pur a grande distanza da uno specialista.
Di converso, il ragazzo che frequenta, viene tacciato di pericolosità per la specie animale dei cervi, solo perché usa, per farne dei lampadari le loro corna. In realtà lui le recupera dalle carcasse senza vita, non è artefice di alcunché sterminio. Diviene quindi cacciato e nella fuga ha un incidente mortale.
E siamo alla questione: il branco non ragiona, forse lo possiamo mettere in relazione con quanto viene detto delle rivoluzioni, ossia che non si può pretendere che siano razionali, mentre sono in atto e quindi contemplano delle vittime, persino degli innocenti, per eccesso di integralismo.
Le crociate, quelle contro gli infedeli, come quelle contro un intero popolo, ci ricordano quanto pericolose possano essere, ed incontrollabili, le masse, prese dal loro giustizialismo, irresponsabile, proprio perché la condivisione delle azioni malevole tendono a far sentire individualmente assolti dal male che si compie.
Nel film, la protagonista, all’apice della popolarità e della solidarietà che altrettanto travolgentemente si scatena, prima si ritira, abbattuta dalla brutalità scatenatasi sul suo ragazzo, per riflettere, poi torna ed in diretta compie l’atto che svela gli intenti dei principali artefici di “The Circle”: il controllo totale del mondo. Hanno aderito membri del Congresso disponibili a barattare la loro privatezza con la popolarità che gli verrà dal far partecipare tutti, in diretta, ai dibattimenti parlamentari.
Basta infatti, per la nostra protagonista: indossata la connessione e sul palco, dirsi certa che i primi artefici, anche loro sul palco, indosseranno la telecamera, per dimostrare quanto credano nella bontà della trasparenza totale richiesta a ciascun individuo, l’adesione volontaria per il bene comune, per: smascherarli, nei loro intenti.
Torniamo a confermare che, come già si affermò per il nucleare: non è la tecnologia ad essere buona o cattiva, ma il suo utilizzo, ed indubbiamente, ciò che riguarda la sfera privata dell’individuo è bene inalienabile. Quindi, solo un promemoria, propugnatore del dubbio e con esso del decidere di attendere prima di manifestare grandi entusiasmi nei confronti di potenziali buoni servizi, a cui si dovrà rinunciare se sul piatto della bilancia ci dovessero essere questioni etiche relative alle libertà individuali e, tra esse, la salute.
La perfezione perseguita in terra, dagli umani è spesso imperfetta: faremmo bene ad adoperare quei pur imperfetti strumenti decantati da secoli di piccoli aggiustamenti di cui le Costituzioni Nazionali sono guida per le relative legiferazioni. Adeguare le leggi, quanto basta per affinarle nei confronti dei cambiamenti dei modi di vita, evitando di, radicalmente, cercar scorciatoie. Ciò, fatti salvi i casi in cui ci si accorgesse che certe leggi stanno producendo effetti incostituzionali. Le sviste, vanno corrette, ed a volte la radicalità è indispensabile!
Oggi, il nucleare, nell’uso civile, non ha soppiantato fonti energetiche più tradizionali e ne sappiamo la motivazione: i costi per lo smaltimento dei residui della fissione nucleare. Anche sul fotovoltaico c’è qualche ritrosia, nonostante il suo far uso di fonti energetiche naturali, quindi pulite, ritrosia che riguarda, anche qui, uno smaltimento, quello dei pannelli fotovoltaici, quando giungeranno al loro fine vita utile.
Ne traiamo, come nelle saggezze delle diete mediterranee, basate sulla varietà degli alimenti utilizzati, che, la diversificazione delle fonti energetiche, ci permette di non fare errori estremi, anche di esser pronti a supplire, quando monopoli o altro minacciassero il nostro fruire dell’energia che è fonte di vita.
Discorso non differente può farsi per il consumo alimentare a km zero che un po’ ci salvaguarda da un blackout delle forniture da parte di monopoli della produzione come della distribuzione.
Sintetizzando e generalizzando: qualche circospezione sempre meglio averla, quando la massificazione tende a farsi strada, in qualunque ambito vada manifestandosi! Abbiamo sufficiente memoria degli esiti nefasti dei totalitarismi, i cui primi vagiti sono stati e sempre saranno, affabulanti, ben conoscendo, i manipolatori, l’indole e le debolezze umane.
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