Passaggio di testimone, in: "la casa dei libri"
La nostra vita ha avuto un senso se siamo stati utili a qualcuno, ad esempio, essendo stati capaci di passare il testimone, anche inconsapevolmente, con il nostro esempio.
Il tema è il coraggio, anche una sorta di caparbietà: quella di chi perpetua, nell’amore per i libri, la memoria e con essa la passione che vide due giovani incontrarsi proprio a causa della comune passione per la lettura, tra gli scaffali di una libreria e conseguentemente far coppia.
Sopravvenuta la guerra e la sparizione di lui, morto al fronte, lei prova, dopo anni, a ricostruire se stessa, proprio nel proficuo rapporto con i libri, in una piccola cittadina: un piccolo mondo in cui sembra permanere un residuo di feudalità. Attraverso la diffusione, tramite i suoi concittadini servi, delle sue storie sugli altri, inventate per sminuire ed isolare chi potrebbe contrastarla, la nobildonna del luogo, esercita ancora un potere, quasi fosse l’unica fonte di emanazione delle possibili iniziative. Un dispositivo che più subdolamente di quanto avviene sotto i nostri occhi nella contemporaneità e che appelliamo “macchina del fango”, incrudisce anche le più semplici persone e le fa essere pedine di quel perverso gioco di potere: anche questo apprendiamo!
La vecchia casa, disabitata, viene scelta per valori affettivi dalla nostra libraia come casa e bottega e la spunta sulle resistenze che i vari apparati, ancora orientati dai poteri di casta, provano a contrapporre. Infatti la nobildonna che esercita ancora il potere, ha un differente progetto sulla vecchia casa: vorrebbe farne un circolo culturale, probabilmente, ancora, per esercitare potere, anche attraverso ciò.
Il progetto di crescita culturale degli strati più deboli della popolazione attraverso la frequentazione della lettura con lo strumento libreria, è percepito quindi, come sovvertitore dello status quo. Il coraggio della libraia è ripagato dal successo dell’iniziativa. V’è persino un agiato signore rimasto solo ed in condizione di isolamento, dedito alla lettura, buon riferimento per la libraia che gli propone ottime novità librarie, come i romanzi di Bradbury. Lei, lo consulta anche per aver consiglio su “Lolita”, romanzo dirompente nelle tematiche, ricevendone positivo riscontro, tanto che la nostra libraia ne ordina un ingente numero di copie, ottenendo molto successo di vendita.
Contemporaneamente, la presenza, come aiuto in libreria, della piccola che nel doposcuola sostiene anche lei con quello stipendio la sua famiglia, porta un dialogo nei momenti di solitudine in libreria. Con discrezione, la nostra libraia, persino inconsapevolmente, genera una semina, nella piccola che, già acuta osservatrice, mette a frutto questo sprovincializzante contatto.
Il potere torna ad attaccare l’iniziativa della libreria, persino sottraendo il diritto all’uso di quella casa, tramite una legge nazionale ad hoc fatta passare nel governo britannico. Nulla più potendo contro l’esproprio della vecchia casa, dichiarata monumento nazionale e destinata ad altra, pubblica utilità, che ovviamente è la destinazione a circolo culturale, la libraia, a cui è stato pure sottratto il giovane aiuto, e non più sostenuta dal nobile amico che muore dopo lo scatto di orgoglio dell’affrontar con risolutezza la nobildonna, abbandona l’isola.
Mentre il vaporetto si stacca dal molo, la giovane assistente sopraggiunge trafelata e con, stretto al petto, un libro, quello che più volte la libraia le aveva consigliato di leggere, mentre sullo sfondo si vedono fumo e fiamme che ridurranno in cenere la vecchia casa: incendio opera della giovane, provocato con una stufa a cherosene volontariamente mal messa in funzione.
Se li per li si può rimanere allibiti per questo atto di distruzione, a ben riflettere, la giovane, avendo preso coscienza di se stessa, ha sabotato il progetto della mente feudale, quello del circolo culturale che, era progetto di mantenimento di un’egemonia delle classi più abbienti nei confronti dei più deboli economicamente: un tenerli in inferiorità culturale.
Nelle sequenze finali vediamo una giovane donna i cui tratti tradiscono l’identità: è la piccola aiutante di libreria fattasi adulta, che si muove tra scaffali di libri, divenuta libraia pure lei: il testimone è stato passato. La cultura continua ad essere strumento di affrancamento sociale se si da ampia scelta al pubblico, di profittare del meglio prodotto dal passato ma anche dalla contemporaneità che spesso legge temi fondamentali nel tempo presente e le librerie, le piccole soprattutto, furono e sono ancora veicolo di ciò!
Basta guardare al volenteroso panorama cittadino in cui si fanno centri di incontro ludico, del tempo libero, e culturale assieme, anche promuovendo presentazioni di libri con la presenza dell’autore ed incontri a tema. Oggi ci si è appropriati ed è stata rinnovata la formula del circolo culturale: è più aperta, democratica, per interesse di gruppi di lettori che tra essi si contaminano positivamente.
Oggi, personalmente, leggo soprattutto in versione digitale, i libri: trovo che gli ausili alle possibilità di studio dei testi, sia con lo strumento “cerca” che per via della possibilità di appunto digitale e di stralcio e trasferimento in nostri testi, per citare testualmente o altro che ci possiamo inventare ed escogitare, sia un potenziamento della lettura.
Dovremmo anche chiederci, nell’estesissima rete dell’informazione, per non essere massificati dal potere di questa trama, dove sia quella libera ed io non riesco a rispondere altrimenti che: nel reciproco consigliarsi di letture tra amici che condividono idee, persino ideali, per cui, l’empatia, continua ad essere il veicolo più sicuro per la nostra equilibrata crescita culturale e conseguentemente civile. Essenziale è essere inseriti in microcircuiti di lettori, il cui rapporto interpersonale è diretto, di presenza fisica come ancora avviene nelle librerie o quantomeno di corrispondenza scritta diretta, biunivoca, come avveniva tra la nostra libraia ed il solitario nobile lettore. Possibile che in questo film ci sia tutto questo?
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