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Un'eroina messinese in difesa di donne e famiglie: Carmen Curro'


Alzi la mano chi si è perso lo splendido film 'Erin Brockovich - Forte come la verità', peraltro tratto da una storia vera, dove la meravigliosa e brillante Julia Roberts, nei panni di un'indomita eroina, segretaria precaria in uno studio legale, lottava per i diritti dei più deboli pur scagliandosi contro le lobby più potenti del territorio, in quel caso di avvelenatori, e chi non abbia mai sognato  per sé e gli altri, un futuro di lottatore o lottatrice implacabile per i diritti dei meno fortunati e soggetti a violenza della nostra sofferente umanità...

Carmela (Carmen) Curro', la risposta messinese ad Erin Brockovich, sin da bimba sogna una vita in difesa dei diritti dei più deboli. Attratta in particolare dalle materie umanistiche, frequenta il liceo classico e si iscrive dopo la maturità, nel '74, alla facoltà di Giurisprudenza. È iscritta alla Fgci, e diviene la prima donna messinese rappresentante d'istituto all'Università, una novità assoluta in un tessuto sociale piuttosto maschilista dell'epoca.

Collabora con i radicali ma s'iscrive al P.c.i., maturando sensibilmente in una delle più brillanti scuole di partito del periodo: viene persino inviata insieme all'onorevole Pietro Folena in U.R.S.S. per rappresentare il proprio partito e l'Italia nel gigante sovietico, ma dal suo ritorno si appassiona prevalentemente ai diritti delle donne e dei lavoratori, divenendo avvocato.

Può esercitare in tutti i settori ma si specializza specialmente come 'civilista' e fonda nel sociale l'associazione Ce.D.A.V., 'Centro donne antiviolenza', oltre a realizzare e lavorare in città presso il Consultorio di Santa Lucia sopra Contesse.

È operatrice in mille battaglie, anche in favore della costituzione di asili nido nei quartieri più disagiati, e diventa avvocato praticante dall''83, ma le sue battaglie più appassionate le svolge in favore delle donne e contro le violenze che su di loro vengono praticate e dopo un ventennio di lotte è tra le autrici del cambiamento della dicitura dello stesso reato contro le donne, considerate fino ad allora quasi una mera proprietà dall'uomo, da reati d'onore a reati contro la persona: viene promulgata finalmente infatti la legge n. 66 del 1996, che da allora regola le norme contro la violenza sessuale (il Ce.D.A.V. era stato fondato nell''88, insieme a Cettina Barbaro Bozzo e all'Unione Donne Italiane).

È stata presidente del Ce.D.A.V. dal '94 fino al 2017: da due anni è divenuta presidente emerita, cedendo la presidenza effettiva ad una delle giovani e più promettenti leve, la dottoressa Simona D'Angelo.

Dottoressa Curro', dopo anni di lotte che hanno recato, anche per merito suo, che ne è stata protagonista, passi avanti nel rapporto uomo-donna e nella coscienza dei propri diritti alle stesse donne, si assiste attoniti ad un'ondata forse inattesa di violenza da parte dell'uomo nei confronti della stessa donna. Si è chiesta perché mai ciò stia accadendo?

"Certo. È come se per l'uomo, nei rapporti con la sua partner femminile restasse una sorta d'istanza di possesso: l'uomo, specialmente quello europeo, ha tuttora in genere una concezione proprietaria della donna, che negli Usa ad esempio si sente meno. Gli americani hanno una concezione più laica del rapporto medesimo e sono più abituati a reagire, ad elaborare il 'lutto' del distacco nelle relazioni che terminano ed a superarle. La donna inoltre deve difendersi oltre che dalla violenza fisica, da quella psicologica, deve decidere spesso da sola e per sé stessa, oggi si ribella di più, essendo più conscia dei propri diritti, ha le idee molto più chiare che in passato ma deve spesso proteggere anche i propri figli. Tutto ciò la impegna comunque tantissimo, soprattutto a livello psicologico."

In tale ottica, come si svolge l'attività del Ce.D.A.V., com'è organizzata la sua struttura e quali sono le richieste che maggiormente arrivano?

"La nostra attività parte generalmente dal telefono e si compone di assistenza sociale e psicologica con avvocati, pedagogisti a disposizione e con l'ausilio di Magistrati, forze dell'ordine, servizi socio-sanitari di Comune e Asp, il tutto con l'elemento essenziale costitutivo della gratuità. Oltre che di violenza sulle donne, anche davanti ai minori, ci occupiamo di quella psicologica subita dai minori, e ci rechiamo nelle scuole per svolgere attività preventiva ed organizzazioni di vari corsi, spiegando che si vive certamente molto meglio senza subire o praticare atti violenti."

E riguardo alla prostituzione ed al dramma della 'tratta', cioè della moderna riduzione in schiavitù di donne in larga parte straniere come agite?

"Intanto in Sicilia stiamo portando avanti un progetto leader che abbiamo denominato 'Dal buio alla luce': ci occupiamo delle vittime della 'tratta',  soprattutto straniere, di combattere il racket, progetto al quale collabora anche il 'Ministero per le pari opportunità'. Siamo riuscite a strappare molte donne dalla strada, tante fra loro hanno cambiato la propria vita, si sono sposate, perché la prostituzione non è mai stata per loro una scelta libera, ma qualcosa di orrendamente imposto dal mondo criminale.

Cerchiamo di lavorare molto nei quartieri, nei villaggi senza servizi, premendo per la formazione di più opportunità lavorative: in tal senso dovrebbe essere portato avanti lo sviluppo della città, con creazioni di centri sociali dove nulla esiste, creando motivi di attrazione per i giovani ed opportunità di evoluzione culturale. All'interno di tali sbiaditissimi contesti socio-ambientali, qualcosa di utile la svolgono certamente le parrocchie, ma la loro funzione da sola non può bastare.

Un'altra cosa la voglio dire sulla prostituzione: si sta via via trasformando. Quella straniera su strada è oggi in calo, ma aumenta la diffusione della prostituzione anche autoctona in appartamento. Forse legata sia ad una crisi economica mai sopita e galoppante, ma anche a fattori di decadimento culturale."

Quindi per lei, avvocato Curro', la liberalizzazione della prostituzione non può essere una soluzione a suo avviso?

"No. Io sono contro la legalizzazione della prostituzione. Deve essere intesa sempre come caso estremo e non può essere affatto una soluzione, perché mortificante proprio per la donna."

Tra le migliaia di esperienze vissute, dottoressa, ce n'è qualcuna in particolare che le è rimasta nel cuore?

"Mah... sono tante. Ciascuna di esse mi ha lasciato dei ricordi profondi. Ma in particolare non posso non ricordare la storia tristissima di una ragazza colombiana che siamo riuscite a salvare dalla strada, l'abbiamo aiutata ad operarsi al cuore per una malformazione, prospettavamo per lei un futuro roseo... invece purtroppo morì a causa di un aneurisma. Per fortuna, a bilanciare questa storia tristissima, che ci lasciò tanta amarezza, tante si salvarono e portammo avanti anche un grande processo contro il racket di donne albanesi ed ucraine, che terminò con varie condanne per i loro aguzzini."



Ci confesserebbe adesso un suo grande desiderio ed un rimpianto nella sua vita, se per caso ce ne fossero?


"Riguardo al desiderio auspicherei che Messina fornisse maggiori opportunità ai giovani: in campo lavorativo noi abbiamo delle risorse mal sfruttate, come ad esempio il turismo, la tutela del territorio e del nostro mare. Dovrebbero essere offerti ai meno abbienti asili e scuole per l'infanzia gratuite e stare più attenti alla cura nel quotidiano della gente, alla cultura.

Come rimpianto, forse il fatto di non essermi trasferita, da ragazza, in una città più vivace e capace di fornire più opportunità, ma sono sempre stata profondamente legata alla mia terra e credo che non ce l'avrei veramente fatta a vivere lontano dalla mia Messina, che adoro."

E cosa consiglierebbe oggi ad un giovane che si affacci alla vita?

"Sicuramente di studiare e di leggere, informarsi moltissimo: la cultura rende sempre più liberi."

E per se' stessa cosa si augura Carmen Curro'?

"Di andare in pensione serenamente ma di poter essere ancora utile con tutta l'esperienza acquisita che vorrei trasmettere alle future generazioni."

E cosa soprattutto la preoccupa?

"Ci sono sempre tanti diritti conquistati da difendere ma mi spaventa molto un ritornare indietro della società alla nefasta e svilente cultura della donna-oggetto."

Carmen Curro' crede in Dio? Ed in cosa crede maggiormente??

"Sono atea, ma nutro il più profondo rispetto nei confronti delle religioni e di chi crede. Per quanto riguarda me, io credo essenzialmente nell'impegno e nella centralità della persona, contro ogni fanatismo. Come diceva Gramsci anche per me 'la vera religione è battersi comunque, per un sì o per un no."

Qual è infine il suo tipo di società ideale ed il ruolo che assegnerebbe alla politica?

"Una società più equa e giusta, con il rispetto di ogni persona, una separazione democratica dei poteri ed i diritti dei cosiddetti 'ultimi' non calpestati. Chi non ha soldi ha meno opportunità: mi piacerebbe una politica sinceramente impegnata nel fornire opportunità a tutti."

Ce.D.AV. Onlus, Centro Donne Anti Violenza, via Monsignor Bruno, Is. 357, n.14, 89122 Messina. Tel. Cell. n.3452630913.
www.cedavmessina.it 

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