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Affetti, in: “La conseguenza”




Le sensibilità si acuiscono in alcune circostanze e le perdite personali agiscono da detonatori della voglia di vivere, azzerando tutti gli orrori di cui non si concepiva nemmeno l’immane tragicità.

Le perdite sono: per lui, agiato tedesco, progettista, affascinato dalla scuola Bauhaus, abitante, con la figlia, una splendida villa, la moglie, per lei, invece, inglese che raggiunge ad Amburgo il marito, ufficiale incaricato di ristabilire la pace nella città, il figlio. Sono stati i bombardamenti nelle rispettive città, la tedesca Amburgo e la britannica Londra a causare le due perdite.

I vincitori, oltre a dover gestire gli esiti dell’immane bombardamento, debbono anche fronteggiare la non rassegnazione di fanatici nazisti che minano il ristabilimento della pace.

Sia dall’una che dall’altra parte, come sempre accade nelle guerre, ci sono non coinvolti nella follia tra la popolazione del regime che ha scatenato l’eccidio e appartenenti alle popolazioni che si stanno difendendo che si trasformano in intolleranti, alla vista dell’eccidio. 

Si è già da un po’ conclusa la seconda guerra mondiale e le ferite della guerra, le collettive e le personali, divengono miccia per l’accensione di sentimenti che controbilancino tutto quell’orrore.

“Ospite” nella villa, la coppia inglese decide di permettere ai padroni tedeschi di rimanere, assieme alla servitù, occupando una parte della villa, pur con qualche perplessità da parte di lei, la moglie dell’ufficiale inglese, che non riesce a far a meno di sentire l’uomo e sua figlia, ancora come nemici, ma forse, più come intrusi, sentendosi lei a disagio nella loro villa.

Ciò che però le circostanze agevolano, avviene, e si giunge al punto che la passione travolge e sta distruggendo ciò che resta delle due famiglie...

L’intreccio tra quel primo scorcio di difficile pace, caratterizzata dal sospetto per l’altro e la lontananza della villa da quella crudezza che si manifesta sempre più, come nella scoperta dei campi di sterminio degli ebrei, accelera gli eventi. 

Il dramma della giovane madre appena uscita dalla depressione per la tragica perdita del figlio sotto i bombardamenti di Londra di pochi anni prima, la rende fragile ed incapace di leggere il dolore celato del marito, sino al punto da credere che, il suo esser compassato sia un distacco da lei, un ritenerla responsabile di non aver saputo salvaguardare il figlio, mentre lui era in guerra.

Anche la figlia di lui, sentendo la mancanza della madre, morta nei bombardamenti di Amburgo, cresciuta nell’era delle camicie brune, trova rifugio affettivo in un giovane per cui la guerra non è finita e che attenterà alla vita dell’ufficiale inglese.

Questa umanità smembrata dagli eventi, sia i collettivi che i personali, ricomporrà sotto la spinta di questa nuova indispensabile maturazione, su di un altro piano di legami, quello più fortemente affettivo, di ritrovato radicamento, la spinta per procedere oltre.

Si assiste ad un cinema dal ritmo cadenzato in cui le accelerazioni hanno la stessa natura delle accensioni sentimentali della vicenda: ineccepibili regia e recitazioni, di riconosciuta levatura.


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