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Nuove precarietà di coppia, in: “L’amica geniale” ep8 La promessa



È un momento di sincerità con se stessa, quando Lenù vedendo Lila raggiante accanto al suo Stefano, riflette sul non voler fingere di essere emotivamente coinvolta nei confronti dell’amico meccanico. 

Tempo prima abbiamo assistito allo sviluppo della presa di coscienza del se stessa, in Lenù che si sente di ribattere all’insegnante di religione che dipinge negativamente i comunisti. 

L’insieme della vicenda le ha anche insegnato quando necessita far un passo verso l’altro, anche di umiltà, perché è inutile seminare inimicizie sulla propria strada: non porta mai a niente di buono.

Quell’esperienza, indirizzata da un’altra insegnante della scuola, le gioverà per convincere Lila ad accettare un Solara come compare d’anello, al suo matrimonio, permettendo quindi che si possa fare l’accordo per vendere le scarpe del calzaturificio Cerullo, al centro di Napoli, dove potranno essere, oltre che ammirate, anche comprate: la chiave per accedere a questa possibilità sono infatti i Solara.

Lila scorge, in tale modo di essere di Lenù, il tratto di genialità che lei non ha, tranchant come è, per via del carattere.

La sequenza di rimandi di sguardi, mentre gli sposi ballano sulle note di Marì, Marì, ci dice tanto sui desideri di ciascuno nei confronti di una lei, di un lui, ed in particolare la chiusa dove Lenù riceve l’assenzo di Lila vedendola seduta a fianco di Nino Sarratore: Lenù lo guarda e lo sguardo di Nino va su Lila. Una triangolazione questa che, senza dubbio, tesserà parti future di storia.

Ed eccoci alla precarietà che non fa presagire nulla di buono per le relazioni tra gli abitanti del quartiere, perché è ritenuta promessa infranta, l’arrivo di  Marcello Solara al banchetto, con ai piedi le scarpe che Lila sapeva essere ricordo custodito da Stefano, simbolo stesso della loro intesa. Quest’invadenza e la rottura della promessa fatta da Stefano a Lila sul tener lontano dal loro matrimonio Marcello, fa crollare a Lila la fiducia in Stefano.

Alla vestizione da sposa, dove ha voluto Lenù che già volle a consigliarla per l’abito: guardando le belle scarpe, immaginiamo pure di sua invenzione, Lila, con quell’autoironia che la distingue aveva detto profeticamente, in interpretazione metaforica, “visto dove sono andate le belle fantasie della testa? Sotto i piedi!

Il saluto degli abitanti del quartiere, convenuti al matrimonio in chiesa, che è per gli sposi in partenza sulla spider rossa e con cui si riuniranno per il banchetto, ci dice pure che questo evento chiude in modo radicale un’epoca e che alla ripresa del racconto, nella seconda stagione che inizierà il prossimo 10 di febbraio, con il titolo generale “Storia del nuovo cognome” troveremo altri scenari.

Il quartiere diverrà più marginale, almeno per la storia di Lenù, mentre per Lila sarà un campo di battaglia ancor più duro, nella nuova posizione e non varcare quei confini, che in forma di sortite, senza mai farsi totalmente prendere dal mondo esterno al quartiere.

Attendiamoci quindi una forma differente in cui le due amiche continueranno a confidarsi, saltuariamente, con prospettive sempre più distanti e divergenti.

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