Emulsioni temporanee e non, in: “Testo argomentativo e segreti dell’Uovo perfetto Maestri 59-60”
Emulsioni temporanee e non, in: “Testo argomentativo e segreti dell’Uovo perfetto Maestri 59-60”
Quando non leghiamo bene i termini, le parole, per esporre un concetto è come se ci accontentassimo di un condimento per verdure, una vinaigrette, in cui cioè i componenti, sono emulsionati, legano, ma, dopo un po’, riscompongono.
Altro è la maionese, in cui, proprio la presenza del tuorlo e della sua componente emulsionante, rende stabile l’emulsione: compone, tiene assieme il testo argomentativo, il legante, il connettivo, come la congiunzione “dunque” che, apre all’esito conseguente alle premesse svolte nella prima parte del testo argomentativo.
Vinaigrette e Maionese, quindi, le metafore che offre la chef Cristina Bowerman al tema del Testo argomentativo. Ed impariamo, assieme ai trucchi per cucinarlo, il non, sodo, ma, perfetto, ad omelette, oltre che come componente della maionese, l'uovo, la sua versatilità.
Quando invece esponessimo prima una condizione, uno stato di fatto, l’uso di “infatti”, s’impone a chiarimento di quanto prima esposto: stiamo dando rilevanza al fatto, per poi dar gli elementi che ad esso hanno condotto.
Nel primo caso costruiamo una sorta di racconto con suspense nei confronti di potenziali esiti, nel secondo, il nostro giallo, procede, per così dire, dall’assassinato ed è come se spiegassimo l’ineluttabilità dell’evento, che consegue a certi altri fatti tra loro concatenati.
Stiamo, nel testo argomentativo, provando a convincere qualcuno della bontà del nostro ragionamento e ci aiutiamo pure, per essere più convincenti, portando autorevoli testimonianze affermanti altrettanto, sicché il potere di convincimento nei confronti dei nostri interlocutori, aumenta, non ricorrendo a perentorietà affermanti, ma facendoci sostenere da altri, autorevoli.
I, “persino” ed “addirittura”, precedenti quanto dirà il soggetto chiamato a sostenerci, potenziano la forza della nostra ipotesi, presso gli interlocutori che vogliamo convincere. Ricordiamo, l’uso di personaggi pubblici in spot pubblicitari: essi, proprio il ruolo di testimoni svolgono. In virtù della loro ascendenza, tali testimoni, hanno credito presso il pubblico, e come potrebbe essere differentemente?, sono loro beniamini!
Anche le circostanze secondarie, in apparenza, introdotte dall’espressione: “non a caso”, svolgono un ruolo analogo, rafforzano la nostra ipotesi, il convincimento del o dei nostri interlocutori.
Come la tecnica del potenziamento, anche il depotenziamento di una ipotesi, in questo caso, altrui, è strumento di valorizzazione della nostra ipotesi, proprio attraverso lo sminuimento della contrapposta.
Esplicita, il linguista Luca Serianni, che ha magistralmente strutturato questa lezione, che, il testo argomentativo, necessita di una certa strategia compositiva in cui le parole hanno un loro peso: acquistano spessore. Ciò ci riporta alla questione dell’efficacia che può ottenersi impiegando verbi più specifici, appropriati, a descrivere, a mettere in atto, deduzioni, con parole "adulte".
È un testo, l’argomentativo, che più ancora di altri, necessita, chiama, una lettura attenta, proprio per indurre chi legga o ascolti, a far ipotesi plausibili con quanto descritto, un esercizio di coerenza, praticato prima da chi formula e, come costringente, chi recepisce, ad altrettanta coerenza e consequenzialità.
Altra è invece la libertà della, almeno apparente incoerenza, licenza che si prendono i poeti, quando con quella sfida alla logica, portano su un altro piano, ancor più efficace, una espressione, come nel caso della frase di D’Annunzio, con l’affermazione: “io nacqui ogni mattina.”, che, a chi vide il film “Ogni giorno” o avesse letto il libro da cui la vicenda cinematografica è tratta, ricorderà la straordinaria vicenda fantascientifica.
Per chi non avesse avuto modo di goderne o avesse piacere a rinverdire le riflessioni, al riportato link, troverà appigli. https://ilmarenero.blogspot.com/2018/06/cambiar-pelle-ogni-giorno-senza-perdere.html
Concludendo, poi, la frase di Gabriele D’Annunzio: “Ogni mio risveglio fu come un’improvvisa nascita nella luce”.
Altro appiglio, il Gianni Rodari della “Grammatica della Fantasia”, il magnifico testo per liberare la fantasia, che, mentre novella, istruisce sul come fare e sulle tecniche inventive.
Nelle regie dei racconti dei bambini, l’incipit del facciamo che tu/io, eri/ero, che è già tutto un programma, fa entrare in un ruolo e, come in tutto il Teatro, nel corpo, di un altro.
Fantasticheria liberatrice, attraverso la quale ci si può permettere quello che da se stessi non si potrebbe. E non è un caso se ai giullari di corte, nel medioevo, era permesso di dir la verità, anche la più scomoda ai principi, quasi giovasse avere, oltre i lacchè, chi potesse tener testa, senza portar pericoli da dover contrastare. Una sorta di coscienza esterna, ma innocua.
L’Uovo perfetto?
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