Primarie nel centro-sinistra: Bersani, Renzi o Vendola?
Grandi manovre nel centro-sinistra, le primarie si avvicinano e la corsa alle candidature si fa più serrata. Secondo gli ultimi sondaggi sarebbero tre i candidati: Pier Luigi Bersani che si attesta al 50%, Matteo Renzi al 30% e Nichi Vendola al 20%. Dalla rosa di questi tre nomi uscirà il prossimo avversario di Silvio Berlusconi nelle elezioni politiche del dopo-Monti. Bersani attuale leader, gode dell’appoggio della vecchia guardia del Pd, tra cui Massimo D’Alema che per preservare il suo delfino da eventuali sorprese alle primarie, ha pensato bene di sparare a zero sul rivale più pericoloso, ovvero Renzi.
D’Alema afferma, infatti, che l’attuale sindaco di Firenze sarebbe inadatto a governare il Paese e Rosy Bindi si dichiara pronta a ritirare la sua prossima candidatura in Parlamento purché anche Renzi faccia altrettanto con le primarie. A queste dichiarazioni si associa il leader di Sel, Vendola, il quale rilancia, definendo Renzi un “juke-box di banalità”. Eppure nonostante le invettive ricevute, il primo cittadino del capoluogo toscano è tra i pochi del Partito democratico ad aver chiesto l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti, riduzione dei parlamentari e tagli alle provincie: cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle.
Probabilmente Matteo Renzi avrebbe tutte le carte in regola per sfidare Silvio Berlusconi e magari vincere alle politiche, anch’egli, infatti, sembra essersi ben sintonizzato sulle frequenze dell’italiano medio. Certo resta da stabilire quante delle sue promesse siano realizzabili e quante invece si perderanno nel populismo e nella demagogia. Dopo l’esperienza con il governo Berlusconi, non dovrebbe essere così difficile per il centro-sinistra imporsi alle prossime elezioni politiche, tuttavia gli screzi interni e l’assenza di un leader empatico potrebbero far risorgere il Pdl, che nonostante la discutibile attività di governo, si riconosce ancora in un unico leader; Silvio Berlusconi.
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Dopo Veltroni, Renzi ??? Come se a far danni non erano bastati D’Alema e Bersani ...
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