Blue Whale: ipotesi da film horror
Il "gioco" del Blue Whale sembra un film horror da far invidia ai più grandi maestri cinematografici del terrore; solo che si tratta di realtà. Cinquanta tappe autolesioniste per adolescenti, coadiuvati da un "curatore", per giungere all'atto estremo rappresentato dal suicidio ovvero la fine del "gioco". Anche nel nostro Paese i casi di emulazione si moltiplicano a macchia d'olio. Inizialmente si pensava che si trattasse di eventi circoscritti alla Russia ma le vie del Web sono infinite; di conseguenza (come era lecito aspettarsi) il fenomeno sta assumendo dimensioni globali.
Bisognerebbe capire se esiste una vera e propria regia dietro al Blue Whale, oppure trattasi semplicemente di una "moda macabra". La prima ipotesi è senz'altro quella più agghiacciante. Chi potrebbe avere interesse nel condurre ragazzi innocenti alla morte? Forse una rete di sadici/orchi/pedofili che pagano profumatamente i "curatori" per ottenere foto e video, in grado di testimoniare tutte le tappe di autoflagellazione fino a giungere all'estremo sacrificio?
Possono esistere persone che provano piacere e/o soddisfazione nell'assistere a simili mostruosità? Individui che restando nell'ombra, sovvenzionando i cosiddetti tutori. Certo dovrebbe esistere anche una sorta di coordinamento centrale che riceve i contributi degli spettatori e paga gli istigatori al suicidio. Si tratterebbe di una degenerazione degna della peggiore natura umana, in grado di annichilire anche la più tremenda pellicola del terrore hollywoodiana. Può davvero l'essere umano architettare e realizzare un piano così malvagio e spietato?
Chiunque lo faccia è una persona ben organizzata con una solida struttura psicopatologica...
RispondiEliminaMostruose degenerazioni dell'epoca virtuale. Coinvolgono i ragazzi come in gioco di ruolo fino a soggiogarli, per poi ricattarli e costringerli al suicidio.
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