'U Ciclopu, Giufà e Firrazzanu in scena per la prima volta a Messina
Prosegue, all'interno del cortile dello storico Palazzo Calapaj – D’Alcontres, in via S.Giacomo, accanto al Duomo, la rassegna teatrale 'Il Cortile - Teatro Festival', diretta da Roberto Bonaventura, con la collaborazione di Giuseppe Giamboi. Lunedì scorso, il tutto esaurito e la magistrale interpretazione di Cinzia Muscolino in 'Niño', sono stati la giusta risposta al livello di qualità offerto. Evidente l'entusiasmo del pubblico per l'alta professionalità e manifesto l'incanto per la magica atmosfera del cortile settecentesco. Lunedì 17 luglio, alle ore 21:00, ad esibirsi sarà un altro grande, Gaspare Balsamo, nato ad Erice, nel trapanese, autore, attore, cuntista e regista teatrale.
L'artista, allievo del maestro Mimmo Cuticchio, si è affermato come uno dei maggiori esponenti del cunto di nuova generazione, formandosi come attore presso il Centro Teatro Ateneo (CTA) dell’università di Roma “La Sapienza”, dove ha conseguito anche la laurea in Lettere (Arti e scienze dello spettacolo). Vanta un diploma in recitazione, all’accademia teatrale dell’Orologio, e una specializzazione, conseguita all’Accademia nazionale d’arte drammatica 'Silvio D’Amico'.
“’U Ciclopu, Giufà e Firrazzanu” è al suo primo debutto a Messina. L'opera si ispira al libro IX dell’Odissea, come si evince dai racconti tipici siciliani e dai richiami ai repertori tipici della letteratura popolare orale. Il famoso episodio del Ciclope racchiude racconti di Giufà e Ferrazzano.
I personaggi del racconto guida diventano narratori dei fatti dello stolto Giufà e del furbo Ferrazzano. Ulisse e il Ciclope diventano 'cuntisti'. Lo stile della performance riprende il modello classico del canto dell’Odissea, attraverso la parodia del dramma satiresco e gli elementi tipici del cunto.
Il 24 luglio, solita ora, “Un uomo a metà” di Giampaolo G. Rugo, interpretato da Gianluca Cesale, con la regia di Roberto Bonaventura. Il 31 luglio, “Vinafausa” di Simone Corso, interpretato dal suo autore, dal regista Michelangelo Maria Zanghì e da Francesco Natoli.
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