Messina, processo Genovese: parla il superteste
Ha parlato Giuseppe Pernicone, già condannato con il padre Angelo per il reato di associazione finalizzata alla corruzione elettorale e al voto di scambio. Patteggiando la condanna per concorso in corruzione nell'inchiesta Genovese, cita il nome del cognato. Secondo quanto riferisce, Franco Rinaldi erogava buste cariche di spesa in cambio di voti, come facevano anche Francantonio Genovese e Paolo David, per le campagne elettorali degli anni 2012 e 2013.
Racconta di aver distribuito "pacchi della spesa" nei quartieri più poveri, nella zona Sud di Messina, durante le campagne elettorali insieme a suo padre, esattamente negli anni in cui Rinaldi veniva eletto all'Ars, Genovese saliva alla Camera e David (ex capogruppo del Pd) al Consiglio comunale.
Il Pernicone, che è in stato di libertà ma dovrà rispondere anche di associazione di stampo mafioso e del reato di intestazione fittizia di beni, ha rilasciato dichiarazioni spontanee, inedite ma soltanto parziali a causa dell'assenza in aula dei difensori dei 3 politici coinvolti. Suo padre sconta la misura cautelare degli arresti domiciliari; per lui i legali hanno chiesto una riduzione di pena.
La prossima udienza, per il processo in cui sono imputati Paolo David e Francantonio Genovese per i reati di associazione finalizzata alla corruzione elettorale e al voto di scambio, è fissata per giorno 14 febbraio. Sarà allora che i due, padre e figlio, forniranno spiegazioni ancora più dettagliate.
Commento a: Messina, processo Genovese: parla il superteste
RispondiEliminaMaria Salomone gennaio 27, 2018 Ars , corruzione , Francantonio Genovese , Messina , Pd , superteste , Voto di scambio (Parte 1)
Verrebbe da dire: non possiamo che attendere che la magistratura faccia luce e giunga a giusti verdetti. Questo per non sostituirci al compito di altri. Eppure qualcosa, anche noi possiamo farla, che non riguarda specifici casi ma una maniera per non doverci poi sentire "fiancheggiatori" di future imprese che dovranno poi passare al vaglio della magistratura. E' sempre un cambio di posizione, pur non molto onerosa che possiamo compiere. Pensiamo solo a quanto costerebbe di più dover conquistare in modo anomalo, voti, se fosse maggiore il numero dei votanti, e, massimamente, se, l'insieme degli aventi diritto. Per varie strade, in tanti ci dicono, quasi ci implorano di esercitare il nostro diritto di voto. Tutti i potenziali elettori di "bianca" ed anche coloro che nemmeno ciò fecero in passato, per sfiducia nelle istituzioni, a fronte delle incresciose vicende che l'articolo ci ricorda, in tanti, speriamo che sappiano trovare, tra le proposte di uomini e donne, con ideali affini ai propri, chi votare. Ideali dissi, che, questa è la guida ad una azione coerente in vista di obiettivi non miopi. Se, è pur vero che un insieme di buone intenzioni, tali sono e chiunque può appoggiarle, è un modo scomposto ed alla giornata che potrà produrre singoli buoni provvedimenti, spesso a scapito di altri altrettanto buoni. Cosa ne scaturirà? Alcuni dei votanti quel movimento saranno pienamente soddisfatti ed altri no. Questo continuo costruire e decostruire maggioranze, su ciascun punto di decisione, trovando volta a volta alleanze ad hoc, si comprende bene come non sia una azione programmabile, ma tutta legata al fantasista di turno che farà goal ed altre volte no. Cosa viene a mancare così, in questo modo di condursi della politica? L'economicità delle azioni, lo svolgimento ordinato di un piano che è pensato per raggiungere obiettivi non parzialissimi e di effetto temporaneo perché poi, successivamente potrebbero divenir altro nel momento attuativo. Un esempio giova sempre alla comprensione: mettiamo che si predispongano regole per l'accesso ad un certo finanziamento. Una volta ricevute le candidature ed accertato che con il budget stanziato non si potrà soddisfare la graduatoria degli aventi diritto, si dovrà far digerire agli esclusi la loro condizione di aventi diritto ma non soddisfacibili nel loro diritto per assenza di risorse. Minoranza o meno che siano, avverrà che una opposta parte politica, sposerà la causa degli esclusi e ciò metterà in crisi chi aveva incautamente promosso la buona intenzione, di cui spesso si dice siano lastricate le vie dell'inferno. Quindi: sarà solo attraverso il sinergico operare su più azioni che, colui che si trovasse escluso dai benefici di un provvedimento, potrà rientrare nell'altro, forse meno appetibile, ma, comunque, risolvente l'eventuale esclusione da qualsivoglia beneficio.
Claudio Marchese
Commento a: Messina, processo Genovese: parla il superteste
RispondiEliminaMaria Salomone gennaio 27, 2018 Ars , corruzione , Francantonio Genovese , Messina , Pd , superteste , Voto di scambio (Parte 2)
Esistono anche azioni più meditate, proprio da imprenditori più che da economisti-finanzieri, e che riescono a dare respiro all'economia nell'essere pensate come misure in sequenza e che sui rientri dalle precedenti azioni, trovano il loro finanziamento. Ora è chiaro che una contrattazione misura per misura, non fa che frantumare questo possibile quadro virtuoso. C'è poi un'altra riflessione, quella relativa al potere che è fiancheggiato, si!, fiancheggiato, da questa azione demolitoria degli occasionali oppositori e potrà difendere il proprio operato indicando in altri le cause delle mancate realizzazioni delle promesse elettorali. Ecco perché, salvo pochi soggetti politici, ai più fece buon gioco la declamata fine delle ideologie, al punto che i giovanissimi necessitano del dizionario e di più, per apprendere cosa siano. Non è detto che qui, sia stato capace di rendere convincente questo appello al voto, da dare a chi si apprezza veramente per ciò che professa come ideologia, concretamente tangibile, nei fatti del suo pregresso vissuto. Certo è che l'esercizio del diritto di voto diffuso, conquista di nemmeno tanto tempo addietro, non più essere svenduta, che, velocemente, la strada si apre alle dittature, ormai non necessariamente proclamate, ma, nei fatti. Tra questi fatti, anche il progressivo indebolimento del potere di acquisto del denaro che guadagniamo con i nostri sacrifici, per non dire di chi ne è privo per disoccupazione e nella fragilità ricattabile e comprabile.
Non credo che mi stancherò mai di essere strenuo difensore di questo diritto al voto e propugnatore di occasioni perché divenga desiderabile dai più farne uso, comunque, come meglio si crede, ma usando questo diritto fondamentale per il mantenimento della democrazia che è una conquista giornaliera; questa si, necessariamente giornaliera, informante tutte le nostre azioni, anche le più semplicemente e ricorrentemente quotidiane, soprattutto!
Claudio Marchese