Rubano motocicli a Messina: in manette 2 giovani
Due giovani, rispettivamente di anni 27 e 22, sono stati arrestati per furto in concorso aggravato dalla violenza sulle cose (rottura del nottolino di accensione) e dall’esposizione del bene alla pubblica fede. Cristian Danilo Passari e Giovanni Paratore sono stati messi in manette dai Carabinieri della Stazione di Messina Arcivescovado per aver commesso il furto di un "Honda SH" in pieno centro città e precisamente in via dei Verdi. Inequivocabile la scena ripresa dalle telecamere di videosorveglianza.
Recidivi entrambi per le medesime azioni e "compari" di merende, erano già stati colti in flagranza di reato per il furto di una moto, una Yamaha R6, realizzato poco meno di un mese fa sotto la casa del legittimo proprietario, nel Rione Minissale. Ai due veniva notificata la misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Gip presso il Tribunale di Messina su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica titolare dell’indagine, che veniva eseguita dagli agenti dell'Arma.
Commento a: Rubano motocicli a Messina: in manette 2 giovani
RispondiEliminaMaria Salomone febbraio 04, 2018 Carabinieri , furto , Honda SH , Messina , Minissale , videosorveglianza , Yamaha R6
Che effetto produrrà la recidiva?
Siccome non crediamo alla stupidità e, particolarmente in caso di recidiva; qualcosa, anche registrando la presenza incrementale di tali azioni, in città; oltre la repressione, anche altre misure ad argine di tali "disagi", necessiterà prendere. Se è vero che si accosta a tale pratica del "facile" procurarsi risorse, non solo il recidivo, ma anche l'incensurato, se davvero questo distinguo fosse peggiorativo, cosa di cui dubito, in presenza di necessarietà di risorse, reiterate, proprio come uno stipendio lavorativo presuppone, in regime di continuità lavorativa, per assunzione a tempo indeterminato, sembra di giungere sempre allo stesso punto. Giova promuovere azioni per l'impiego delle risorse lavorative, non abbandonarle al "disagio". Niente buonismo, tutt'altro, critica, feroce, persino, nei confronti di chi ormai da molto, ha trascurato le naturali necessità: avere un lavoro che permetta una vita nell'onestà. Ci avviciniamo rapidamente alle elezioni nazionali e nella scelta vorremmo poter scegliere, se non i candidati, come, ormai, abbiamo capito, questa legge elettorale non ci permette; almeno poter scegliere per il raggruppamento che non ha dimostrato insensibilità al problema. Dirimente, come già segnalai in un precedente commento ad altro articolo in queste pagine, la posizione tenuta in occasione del Referendum Costituzionale, in cui salvammo la Costituzione da intenti di riduzione delle responsabilità politiche. Pertanto, rispetto al facile dichiararsi impotenti nei confronti degli esiti di politiche insensibili, è il momento di poter con chiarezza dire la nostra con il più sostanziale ed essenziale diritto, quello di voto, all'ideologia, che per fortuna, checché ne dicano i qualunquisti, è sempre una guida al fare in vista di un obiettivo. Le azioni pur buone, ma scoordinate, sono molto dispendiose e non cambiano il principio che induce il cambio di direzione delle politiche.
Claudio Marchese
Sicuramente la povertà spinge a delinquere, ma anche l'avidità non scherza. Eccessi di una società che inconsciamente invoca necessità di cambiamento. Chissà se e in che tempistica questa metamorfosi potrà avvenire.
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