Rifigurazioni dello Stretto: nella mostra “I guardiani del tempo. Paesaggi sovrapposti” di Fabrizio Ciappina
Alla galleria e studio d’arte Kalos, di Messina, angolo tra via Tommaso Cannizzaro e via Carlo Botta, sabato 26 Maggio, alle 18,30 è stata inaugurata la mostra: “I guardiani del tempo. Paesaggi sovrapposti” di Fabrizio Ciappina.
Gli acquerelli in mostra ritraggono paesaggi dello Stretto messi in dialogo con monoliti, insediatisi prevalentemente nell’acqua, ed aste rimisuranti lo spazio. Questi elementi, con la loro valenza materica e la qualità del diffondere la luce, “presidiano”, all’unisono, il tempo passato e quello futuro, con le luci che attraversano lo stretto.
Aperta ancora questa settimana dalle 17,00 alle 20,00 e sino all’ 1 Giugno, la mostra, è stata presentata dall’Architetto Gaetano Scarcella, dalle cui riflessioni traiamo alcuni stralci adatti ad accostarsi al mondo di questo autore: “orizzonte posto ad 1/3 del quadro...assieme alla scansione orizzontale del quadro...costruisce una geometria ...mettere in tensione delle masse plastiche in relazione allo sfondo...genera uno spazio ...far entrale la luce nel quadro...e questa è un’operazione importante perché dona l’emozione ...”.
L’agire pittorico di Fabrizio Ciappina si avvale di sapienze sia tecniche, di lunga esperienza, che indagatrici dei luoghi con le loro luci. Questa felice sintesi in lui, trova espressione nella rapidità di esecuzione, quasi i gesti fossero una danza rituale propiziatrice del disvelamento delle atmosfere.
Gesti tanto esatti e rapidi quanto lungamente prefigurati, che altrimenti non può essere, in una esecuzione, come quella aquarellistica non ammettente possibilità di correggere errori: solo l’eventuale cestinamento ed un nuovo inizio.
Nella foto che l’acquerellista mi mostra, quando, diradatasi di presenze la galleria, dopo un paio d’ore dal momento dell’inaugurazione, facciamo assieme un breve giro tra i già conosciuti, dalla mostra al Teatro Vittorio Emanuele dello scorso anno, grandi formati ed i recenti, medi, quadrati: mi sta sottoponendo l’acutezza dell’ora che ha impresso sul quadro, fotografato, così com’era, momentaneamente disposto per il trasferimento dalla sua casa sui laghi, alla sede della mostra, l’ombra reale, eppur impossibile sul quadro, di un’asta che viene così ad avere l’ombra materializzata persino sul cielo e le montagne di sfondo e nata dalla casuale sovrapposizione di quella espressa nel quadro con la reale dell’atmosfera.
Casualità che segnala e svela esattezze al cui apprezzamento siamo pervenuti nell’acquisire, interpretare e poi raffigurare quell’angolo di incidenza della luce che taglia diagonalmente il dipinto, affinché tanti partecipino al magico disvelamento dell’identità atmosferica del Paesaggio dello Stretto.
Ogni volta, gli incontri con gli artisti, ci procurano una sorta di ristoro dell’intelletto e dell’animo, in cui, come nel mondo cui apparteniamo nella prima parte della vita, nulla è impossibile, ed il surreale ha pieno diritto di cittadinanza, sino al sopraggiungere della “Maturità”!
Dove i grandi formati accolgono le apparizioni di arcaicità monolitiche e sfaldate in un tutt’uno, determinate ad attraversare il tempo (farsi guardiani) e inducono rimisurazioni dello spazio regolato dalle luci che lo attraversano, i formati medi e stabilizzati dalla forma quadrata, strategicamente scelgono presenze più discrete delle “intrusioni” completative che l’autore generosamente fa intervenire ad equilibrare relazioni tra gli elementi di natura ed antropizzati.
La più prossima osservazione del paesaggio con cui è forte il legame, sperimentato in più di un trentennio di letture pittoriche, si concentra maggiormente, e per questo anche sceglie il più contenuto ed equilibrato formato, depositandovi specifici elementi e momenti del continuo mutare dello Stretto.
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