Alcune letture di “The imitation game”: una prima!
C’è la contrapposizione di due culture, chissà che non si possa ravvisare siano la vecchia e la nuova.
Contro il gruppo dell’intelligence inglese che arruola esperti linguisti di tedesco per decodificare i messaggi cifrati di Enigma, il matematico Turing, arruolato anch’esso per l’impresa di decriptazione, ritiene invece che più utili siano dei veloci risolutori di enigmistica.
Turing pone cioè l’impresa di decifrazione sul piano sistemico totale piuttosto che casuale, ossia, va nella direzione della costruzione un mezzo, una macchina che abbia una capacità globale di risolvere, anche al mutare di alcune variabili che nello specifico sono le chiavi sostituite giornalmente dai trasmettitori tedeschi. Le chiavi o codici che dir si voglia, fanno si che sia vano il lavoro di intersecazione di dati inquanto, al cambio dei codici tutto il lavoro di decrittazione sin li svolto si annulla, non valendo le stesse regole per successivi messaggi da lì in poi e per il tempo di uso del nuovo codice.
Forse i più di noi hanno sperimentato in adolescenza la formulazione di linguaggi cifrati, a configurare linguaggi autonomi rispetto al corrente degli adulti, per avere una forma di linguaggio incomprensibile a chi non ne conosce le chiavi. Questi modi fanno parte del sentirsi edificatori, iniziatori di un nuovo mondo, salvo poi a trovar più comodo il far fruttare ciò che ci si trova già predisposto e perfettamente funzionante.
Il modo “tentativo” di decodificazione consiste nel rintracciare le ricorrenze dei segni. Le parole più piccole ed anche le più impiegate, sono il cavallo di Troia del codice, decodificate quelle, è una catena di vocali a riempire l’estensione dei vocaboli più estesi, ed aiutandosi con il dar senso compiuto alle frasi si può giungere alla decodifica. Laboriosissimo è ciò e ci figuriamo quanto lo possa maggiormente essere per linguaggi cifrati tramite una macchina all’uopo progettata.
Da qui l’ipotesi sensatissima che per battere l’enormità di combinazioni possibili disponibili ad una macchina, giovi costruirne un’altra che, all’oscuro del codice, possa analizzare l’identico messaggio cifrato innumerevoli volte ed in un ragionevole tempo, ossia, possa far di più e meglio di un pur nutritissimo gruppo di decrittatori, ed in più, svolgendo il lavoro in modo scientifico, ossia in modo tale che nessuna combinazione sia trascurata.
Enigma è la macchina di criptazione dei messaggi tedeschi durante la seconda guerra mondiale, che un grande ruolo ha nel fare giungere le informazioni utili alle unità sul campo per avere un vantaggio nello svolgimento delle azioni di guerra.
Decriptazione dei messaggi di Enigma è l’arduo compito e solo dopo notevoli resistenze al progetto di costruzione di una macchina capace di tale forza e rapidità di calcolo, scientificamente opzionante tutte le possibili combinazioni, si giunge a finanziare l’impresa che è lunga e messa continuamente a punto dall’esperienza dei cervelli umani.
Ciò è necessario per velocizzare il calcolo perché pur con la rapidità di calcolo della macchina è bene che i cervelli umani diano ad essa input per stanare le regole utili a scartare le linee di ricerca sicuramente senza possibilità di utile risoluzione perché già comprovato che non producono alcun risultato di senso compiuto, su anche uno dei termini, tutte le discendenti possibilità combinatorie.
Nell’era dei grandi numeri giova ciò che da quella impresa trarrà inizio. La parola francese “ordinateur”, meglio di altre descrive il primario ruolo che si richiese alle intelligenze artificiali meccaniche prime, elettroniche poi.
Ciascuno avrà intuito che da quella esperienza fu generato il filone di studi che ha dato luogo al nostro più consueto, immancabile, collega di lavoro, il computer. Ciò fermo restando che evolverà ancora tanto più saremo capaci di immettervi dati e routine di calcolo per selezionare risposte adeguate alle richieste che gli faremo per la risoluzione ma persino per la prefigurazioni degli esiti di nostre potenziali azioni. Abbiamo strumenti con i quali potremmo essere in grado di diminuire notevolmente la possibilità di errore nelle nostre scelte per il futuro dell’umanità. Sta all’uomo impegnarsi in questa direzione, soprattutto, non aver timore di soppiantare una logica, Se quella con cui la si vuole sostituire amplia la possibilità di condurci in maniera equilibrata.
La tensione olistica trova in tali potenti strumenti di calcolo e previsionali di scenari possibili per il nostro futuro, il suo veicolo migliore: alla nostra sensatezza come umanità il compito di perseguire la via più equilibrata, avendo sempre presente che siamo parte di un tutto organico con sue regole di funzionamento e salvaguardia contro l’implosione che è sempre più sulla soglia, avendo noi oggi il potenziale di muovere rapidamente verso direzioni anche errate e quindi da scartare prontamente.
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