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A volte la verità non deve mostrare il suo volto



Accade che una semplice frase, a volte anche solamente due termini formanti un binomio o persino un solo termine, aprono mondi di riflessioni che, secoli, hanno portato a maturazione. Questa la piega che prese, nel caso specifico di “Due sotto il Burqa”, l’indagine sulle frasi nei film. La specificissima, nel titolo, in particolare riassume proprio la centralità tematica nel film.

Sarà infatti per il tramite di un nascondimento che la verità potrà emergere.

Verità e volto sono di quelle parole che scatenano catene di significati e campi d’indagine sterminati e di quelli che non sono per pochi ricercatori interessati a particolarissimi fenomeni, ma riguardano tutti, perché tutti abbiamo un rapporto con la verità ed il suo contrario nella vita di tutti i giorni ed incontriamo volti su cui leggiamo o vorremmo leggere, dalle espressioni che prendono, verità sui loro possessori.

La frase nel titolo riguarda “Due sotto il burqa” che nell’originale francese è titolato: “Cherchez la femme”, il che, ovviamente, tende a disporre lo spettatore in maniera altra e diversissima rispetto a quello italiano. Superata, senza approfondire, tale divergenza di proposta a parità di contenuto, pur tra due nazioni cugine, appuntiamo l’attenzione sul binomio: viso, verità.

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