Messina, da oggi shuttle: osservazioni a tavolino
Shuttle: parola magica, da oggi, comune. Dimezzate le corse giornaliere, raddoppiati i tempi di frequenza: ossia, ogni 20' anziché 10' come precedentemente previsto quando non ci si accorgeva che il programmino sul computer girava con quella frequenza perché l'autobus era dotato di percorso in sede esclusiva e di onda verde semaforica. Conseguentemente eccoci magicamente con il 50% delle corse in meno, rispetto a quelle inizialmente previste per lo shuttle.
Quindi, ecco varato il sistema a pettine, tanto atteso, con una accattivante grafica ed un altrettanto accattivante slogan: "abbiamo sciolto i nodi", replicante il concetto già ben comunicato dall'immagine: da oggi 6 ottobre 2018, e parte questa nuova avventura del trasporto cittadino.
Prime osservazioni a tavolino sugli snodi e l'abitudine che dovremo acquisire, di usare tre autobus differenti per andare dal nostro punto di inizio viaggio alla nostra meta. Si, perché, se non abitiamo lungo il percorso dello shuttle, così dovremo fare ed altrettanto se non è su quel percorso la nostra meta. Dovremo cioè fruire anche degli autobus che fanno da denti del pettine.
Già si osserva che alcune zone cittadine rimangono non servite dagli autobus che svolgono la funzione di collegamenti Mare Monte e viceversa, i denti del pettine: al di la della loro scarsa frequenza, in media oraria, di uno l'ora notte esclusa, ma concentrata sui previsti flussi più intensi.
Pertanto dovremo riprogrammare i nostri orari di spostamento, e non solo, anche il nostro modo di vivere giornaliero, per adeguarci alle potenziali coincidenze più favorevoli al cambio autobus agli snodi.
I punti di snodo e cambio di autobus saranno per i più di noi utenti, due, quindi tre momenti di attesa all'andata ed altrettanti al ritorno, nei casi più frequenti, salvo i meno numerosi e più fortunati, come già adesso con il tram, di cui lo shuttle, sposa la filosofia, ma senza sede propria e senza onda semaforica verde, in questo "sorello cenerentolo" del tram.
Aumenteranno sicuramente i nostri tempi di attesa alle fermate o quanto meno, i nostri tempi morti tra l'uscita dal lavoro e la più conveniente combinazione di mezzi ai punti di interscambio, ma prendiamolo come un regalo per del tempo tutto per noi, soprattutto se ai punti di interscambio troveremo un buon bar, una buona edicola o l'esercizio commerciale preferito, o ancora, gradevoli compagni di avventura con cui stringeremo amicizia. che sia che tutto il male non viene per nuocere?
Pertanto dovremo riprogrammare i nostri orari di spostamento, e non solo, anche il nostro modo di vivere giornaliero, per adeguarci alle potenziali coincidenze più favorevoli al cambio autobus agli snodi.
I punti di snodo e cambio di autobus saranno per i più di noi utenti, due, quindi tre momenti di attesa all'andata ed altrettanti al ritorno, nei casi più frequenti, salvo i meno numerosi e più fortunati, come già adesso con il tram, di cui lo shuttle, sposa la filosofia, ma senza sede propria e senza onda semaforica verde, in questo "sorello cenerentolo" del tram.
Aumenteranno sicuramente i nostri tempi di attesa alle fermate o quanto meno, i nostri tempi morti tra l'uscita dal lavoro e la più conveniente combinazione di mezzi ai punti di interscambio, ma prendiamolo come un regalo per del tempo tutto per noi, soprattutto se ai punti di interscambio troveremo un buon bar, una buona edicola o l'esercizio commerciale preferito, o ancora, gradevoli compagni di avventura con cui stringeremo amicizia. che sia che tutto il male non viene per nuocere?
Attendiamo di sperimentarlo questo nuovo sistema a pettine e che ... ce la mandi buona, anche perché sparisce tutto il precedente servizio di autobus sul percorso shuttle, ossia da Giampilieri a Faro e ritorno.
Progetto che rispecchia la volonta' di innovazione, ma non coerente alle reali esigenze della cittadinanza.
RispondiEliminaSi spera su interventi di perfezionamento del servizio!
Vedo colto lo spirito delle osservazioni e condiviso: a riprova, oggi sperimentai e oltre ai buchi conoscibili già a tavolino, qualche carenza informativa emerge. Infatti, appellare alcune aree di snodo, ha prodotto effetti sicuramente indesiderati ma ugualmente irritanti. Spesso infatti basta rimanere alla stessa fermata o attraversare per attendere a quella di fronte per imbarcarsi sullo shuttle e proseguire. Al momento, ribadisco il concetto del collo di bottiglia determinato dalla scarsa frequenza di certi collegamenti mare-monte e viceversa con un gap di un maremonte ogni tre shuttle, ossia frequenze orarie contro frequenze a venti minuti. dovremo poi vedere se in situazione di traffico normale il sistema riuscirà a tenere: nutriamo i dubbi già espressi, in assenza di sede propria per il mezzo ed assenza di onda vede semaforica che lo privilegi. Continueremo a sperimentare e pensiamo di non abbandonare il tram per le sue prerogative di carico e frequenza garantita dalla sede propria.
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