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Messina, la Personale “Guerriero” dell’artista Puccio La Fauci



La Galleria Arte Cavour ospita da venerdì 13 ottobre la personale “Guerriero” del pittore messinese Puccio La Fauci.

Guerriero è ciascuno di noi che osserva d’intorno la vita, che cambia segnata dai corsi e ricorsi storici, come si trattasse di fotogrammi che si avvicendano e sovrappongono, targati dalla memoria con titoli di fatto indicativi di un fenomeno, ma di certo riduttivi.

I fenomeni sociali, le categorie preordinate alle statistiche, i compromessi politico-economici, le promesse spesso altisonanti -  come gli appariscenti “Gonfiabili” dipinti da Puccio - sono etichette che rimangono separate dal cammino di ciascuno, che l’artista riconosce nelle parole di una canzone di Franco Califano, scelte in esergo per la locandina dell’evento.

“… E tu guerriero dei bei giorni passati / dovrai tornare sui sentieri perduti / per conquistare ancora i sogni svaniti / dal tempo rubati…”

Dalla figura del “Guerriero” s’inizia la scoperta delle tele, che non soltanto traducono il pensiero del proprio autore, ma diventano anche il racconto per immagini del tempo “camminante”, così adottando il modo verbale preferito da Puccio, il participio nella cui natura rimane la desinenza del movimento e cambiamento in itinere.


Camminanti sono le figure del polimaterico, autori degli esodi del passato che si ripete, come guerrieri che avanzano, superando e insinuandosi fra intralci, dipinti su materia frastagliata, quasi volendo evocare le creste di onde temute e poi sospirate, sotto il segno di un aquilone che forma il bianco sole.

Il tempo che cambia l’oggetto che vive, ora nella realtà ora nell’arte, sembra segnare il modo espressivo dell’artista, rimanendo avulso dalle forme convenzionali, limitate all’immagine morfologica.

Difatti, l’artista tratteggia le cose come dimorano nella mente, comunicando l’idea in composizioni strutturali simultanee, in volumi avvolgenti e ad incastro, tout court nel cubismo di Picasso.

Il linguaggio dell’arte ha distinto la vita di Puccio La Fauci sin da quando collaborava - sia come operatore ASP sia come artista - con il dott. Allone Matteo nel progetto pioniere “Gulliver” e poi nel Centro Diurno Camelot, sito nella Cittadella della Salute del Mandalari, quale struttura terapeutica-riabilitativa dei soggetti con disagi psichici.

Scopriamo la famiglia, che rimane il punto di riferimento, l’amore che ama oppure si respinge, la quotidianità descritta ora da un telo che ondeggia variegato, ora dalla frenesia di chi aspetta alla fermata del tram, il desiderio o nostalgia di un viaggio, che intrappolato in un poster, rimanda a quello del Baglioni nazionale. 

Sono queste le tematiche ispiratrici della mostra di Puccio La Fauci, fra le quali non poteva mancare   l’accoglienza dell’altro.

La tela “Walking” raffigura l’integrazione di religioni, mettendo insieme i simboli del Cristianesimo e dell’Islam, rispettivamente il pesce (in greco ichtùs, che forma l’acrostico Iesùs Christòs Theòu Uiòs Sotèr = Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore) e la mezzaluna con una stella.

Le due fedi appaiono in cammino, l’una segue l’altra, mescolando le orme evocative di culture diverse.

D. Per quanto le tematiche raccontate dalle tele suggeriscano la riflessione, prevale comunque la vivacità dei colori. Si tratta di una scelta?

R. Certamente. La vivacità dei colori rappresenta la positività con la quale ciascuno deve misurarsi con i vari profili presentati dalla società contemporanea. 

La Personale “Guerriero” potrà essere visitata fino al 23 ottobre c.a., dalle ore 17 alle 20, con la possibilità di scoprire come l’arte possa aiutare a … tornare sui sentieri perduti per conquistare ancora i sogni svaniti dal tempo rubati…



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