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Adesione a, “Montalbano Elicona, Borgo dei Borghi”...e Rilancio






Ottimo e perché non esserne fieri? anche se nulla si è fatto per contribuire a questa bellezza, si potrà fare ora per promuoverla come risorsa.

Mi viene di lanciare un'ipotesi: si potrebbe accanto alle conclamate eccellenze, sfruttare l'onda dell'entusiasmo per rivitalizzare quelli che invece languono. Chissà, magari associarne all'eccellenza, uno che necessita dall'acqua sino al sale, come si usa dire da noi. Mi vien poi da collegare con il mio: "Polis di Rinascita" del 3 Novembre e che molti di voi lessero. 
Si ipotizzava di trovar lavoro ai giovani, permettendogli di insediarsi in un borgo in cui, se pure, tanto c'è da fare prima che divenga appetibile per divenire un piccolo paradiso in terra, proprio nell'analogia con la strategia dei greci antichi, di inviare giovani a fondare nuove Polis, si cercava sostegno. Quando cioè, il teatro, luogo anche dell'assemblea cittadina e quindi struttura in cui era praticata la democrazia diretta, fosse giunto al completo dei suoi posti. 
Una misura quindi che garantiva la democrazia diretta, assemblea di eguali, (no che non dimentichiamo che gli stranieri vinti in guerra divenivano schiavi, nessun sistema è perfetto) senza rappresentanze quindi. Ebbene, nell'articolo si concludeva che così eventualmente avrei impiegato il reddito di cittadinanza se fossi risultato tra i beneficiari. 
Non è semplice innescare questo fare virtuoso, eppure, venissero delle risorse da questa associazione ai più fortunati e meglio intraprendenti, qualcosa potrebbe partire, anche attuando espropri per pubblica utilità dei beni abbandonati o permettendo ai legittimi proprietari di partecipare, come soci, all'impresa. 
Si giungerebbe ad avere nel giro di qualche anno un bene integrato in una tessitura urbana riallacciata alla civiltà e sicuramente meglio vivibile del modello metropolitano che non è adeguato allo stile di vita italiano che ci è tanto invidiato e per cui il turismo straniero converge. 
E sia chiaro, ovunque lo si facesse, fuori dall'Italia, darebbe luogo a centri disneyani. La differenza tra un luogo già depositario di memorie che opportunamente posso essere fatte rivivere ed il nuovo tout court, sta nella presenza di tradizioni scritte persino nelle pietre, ossia nelle relazioni tra le parti del costrutto urbano, fortemente interconnesse con il genere di vita sociale che sottesero e son pronte a riprendere. 
Si riscoprirebbe la saggezza del far il panificio a fianco del torrente, dove il grano viene macinato nel molino e tant'altro dello stesso spessore di saggezza. E' forse qualcosa di differente il tanto conclamato Km.0 propugnato per sostenere le produzioni locali e salvaguardare le biodiversità? 
Si comprende, come, sempre, non gli investimenti a pioggia ma quelli a progetto hanno un grande potenziale di ritorno, sostenuti per un periodo congruo alla ricrescita economica. Certo, non solo questo va fatto: una grande Nazione deve essere presente in molti settori industriali per non soffrire delle eventuali assenze di materie prime, per cui si dipende da altri. 
Certo è che la nostra risorsa paesaggio, solo la nostra incuria, potrebbe sottrarcela, e ciò sarebbe davvero insensato. Oggi che anche l'agricoltura può essere praticata in maniera meccanizzata, anche nei luoghi impervi ma più fertili, non è impensabile che molti investano il proprio futuro in ciò.
Tra l'altro, in assenza di altre offerte di lavoro, ben vengano le opportunità. Questo poi non significa rinunciare a fruire di tutto ciò che le città di media dimensione oggi offrono, che, sicuramente, le metropoli hanno altre controindicazioni e fragilità, oggi sempre più evidenti.

P.S.
Per chi non lo avesse riconosciuto, nelle foto, Massa San Nicola sui nostri colli.

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