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Messina, Galleria Arte Cavour: “Analogie” non solo una collettiva d’arte




“Analogìa s. f. [dal lat. analogĭa, gr. ἀναλογία, «relazione di somiglianza, uguaglianza] - Rapporto di somiglianza tra due oggetti, tale che dall'eguaglianza o somiglianza constatata tra alcuni elementi di tali oggetti si possa dedurre l’eguaglianza o somiglianza anche di tutti gli altri loro elementi.”

Questa è la definizione etimologica della parola “analogia”.

Ma da cosa potrebbe derivare una relazione di somiglianza tra opere d’arte di genere diverso e nel contempo descrittive dello stesso tema?

Di certo è l’emozione che anima il pensiero, muovendo le mani artefici di opere espressive non solo del modus operandi dell’artista - pittura o fotografia, disegno o scultura – ma anche dei luoghi dell’anima che dimorano in chiunque si fermi ad interpretare la realtà d’intorno, usando il linguaggio universale dell’arte.

“Analogie” è il titolo della collettiva d'arte inaugurata lo scorso 4 gennaio a Messina, nei locali della Galleria Arte Cavour, ideata dal fotografo Davide Lupica, incuriosito da come un artista possa reinterpretare le sue foto.

Davide Lupica, appassionato di fotografia, è riuscito a coinvolgere 17 artisti messinesi: Nino Bruneo - Antonello Bonanno Conti - Mamy Costa - Giovanni Fiamingo - Maurizio Gemelli - Giacomo Lattene - Giuseppe Pitaccio - Puccio - Stello Quartarone - Maria Rando - Silvia Ripoll - Rosa Rigano - Domenico Santangelo - Mimma Scimone - Demetrio Scopelliti - Aurelio Valentini - Salvatore Vasi.
Il fil rouge, che rimanda i lavori degli artisti alle foto di Davide Lupica, è l’interpretazione emozionale tradotta in forme materiche o modellate.

Se le foto riproducono la realtà, allora l’arte traduce l’idea emotiva, scaturita dall’immagine catturata dalla macchina fotografica, sia quando rimanga fedele nei colori e tratti, sia quando ponga in risalto un dettaglio, suggerendo il sentimento sollecitato nell’artista, improvvisatosi interprete di scenari filtrati prima da un obiettivo.

«Affascinato dall’arte e ancor più dall’artista, dal suo modo di vedere la realtà e la non realtà, ho sempre fotografato le loro opere vedendole un po’ a modo mio, magari colpito da un’angolazione o un particolare. Ecco che nasce l’idea, la curiosità: come vede un artista le mie fotografie» - dichiara Davide Lupica.

La collettiva d’arte ha rivelato un percorso emotivo che traccia la realtà con il figurativo, oppure rintraccia la non realtà nella pittura astratta e materica, o ancora racconta la trama esistenziale contemporanea in manufatti essenziali ed evocativi, come il filo spinato bianco di Giuseppe Pitaccio e la libertà su due ali di Maria Rando.

“Analogie” si è presentata non solo come una collettiva d’arte, ma anche come una metamorfosi dei sentimenti dinanzi ad un’immagine, alla stessa maniera di Silvia Ripoll con il suo “Omaggio a Ovidio”.

[…] e non m’addunu chi supra la me testa, volunu ancora aceddhi migraturi comu l’ultimi sogni di la libirtà.

Sotto il segno della libertà espressiva - descritta da Mimma Scimone in “Cunfidenzi d’un cavaddhu” - la collettiva d’arte “Analogie”, conclusasi il 12 gennaio, ha proposto la poliedricità dell’arte.
     

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