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Un mite insegna a popoli e sovrani la conquista della libertà, in: Braveheart






Ci sorprende e non dovrebbe, come le logiche che perpetuano il potere siano sempre uguali, pur presentandosi in differenti forme. Sostanzialmente, tolgono la libertà di iniziativa!

È quando, incautamente, sicure di aver addomesticato i popoli, si spingono ad esercitare tramite gesti cruenti il potere, che qualcosa scatta nei cervelli di chi ha alto il senso del bene inalienabile della libertà, che costui, da mite, persegue con lineare determinazione il suo obiettivo entrando nel sentire collettivo come mito vivente.

Questo accade al protagonista di Braveheart che all’epoca delle guerre di supremazia tra regni, quello dell’Inghilterra, rispetto a quello della Scozia, vede prevalere, a causa di un debole governo usurpato in Scozia, quello inglese.

Come accadeva in tali casi passavano di mano i benefici derivanti dalle tasse imposte ai cittadini e persino diritti sopra la generazione della prole, venivano imposti con il cosiddetto: Jus prime noctis. Una forma di inoculazione di sangue del vincitore nel vinto.

Solo la clandestinità, pur difficile da praticare esimeva da tale sopruso, ed il costo era carissimo, la vita, se scoperti, le sentenze, sommariamente eseguite, da capetti e soldataglia.

Il naturale voler condurre la propria vita in condizione di uomo libero, appena il detto sopruso tocca personalmente il nostro protagonista, gli scatena, in forma riflessiva, come gli è stato insegnato, la ribellione. 

Una ribellione che annulla l’agente primo del sopruso e nel lasciar liberi di tornare al proprio comando principale, il re, codesti invasori, con il messaggio che la Scozia è terra di uomini liberi, innesca l’escalation. 

Via via la ribellione coinvolgerà tutto il popolo che, seguirà il suo campione di libertà, con spirito di abnegazione, laddove nobiltà e debole re della Scozia cercheranno solo qualche personale vantaggio patteggiando, incuranti del bene del loro popolo.

Ciò che via via emerge nei regni è anche ciò che nuova linfa generazionale e di differente provenienza culturale, induce: individui con sana cultura di governo dei popoli, cambiano registro. 

Necessiterà grandissima determinazione e persino la morte cruenta del condottiero, fuori dalla battaglia, ridotto in prigionia con inganno e tradimento dei nobili del suo stesso popolo, a far mutare debolezza in forza al giovane sovrano scozzese che, diverrà capace di guidare sul campo di battaglia le sue forze con nuova convinzione, nel nome dell’eroe sacrificato.

Storia di arguzie e spirito di sacrificio che portano a sovvertire sorti di battaglie date perdenti inizialmente per soverchianti numeri di avversari in campo e che, si risolvono, grazie all’intelligenza delle azioni, positivamente per coloro che combattono per i loro diritti e principalmente per la loro libertà.

Oggi le guerre debbono essere combattute nei confronti di entità prive di matericità e questo rende tutto più arduo, ma lo strumento primo della possibile vittoria è sempre nella forza del ragionamento che guida le azioni, pur parziali, ma, tutte tasselli della costruzione di quel puzzle capace di costruire il quadro della vittoria agognata, anche contro nemici occultantisi.

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