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Scaletta Zanclea, Giornata della Memoria: gli studenti dell’I.C. Alì Terme e la testimonianza di Ugo Foà



« L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria» (Primo Levi)

Questa frase è stata scelta per il segnalibro sulla “Giornata della Memoria” organizzata dall’Istituto Comprensivo Alì Terme, lo scorso martedì 29 gennaio, presso l’Auditorium del Comune di Scaletta Zanclea.

Il Dirigente Scolastico, prof.ssa Rosita Alberti, in apertura dei lavori, ha ribadito l’importanza della Giornata della Memoria, perchè diretta alla conoscenza e fare in modo che i giovani possano ancorarsi ai valori rinnegati dall’Olocausto, ai valori che superano tutto quello che di negativo rende indicibile una parte indelebile del passato, in quanto valori portavoci della tolleranza e dell’accoglienza, orientati all’incontro e all’integrazione fra i popoli.

Di seguito, il Sindaco, dott. Gianfranco Moschella, ha sottolineato la portata educativa della testimonianza dei sopravvissuti alla persecuzione antiebraica.

Tra i quali Ugo Foà, sopravvissuto alle Leggi razziali del ’38 in Italia, componente dell’Associazione “Progetto Memoria”, impegnata nella promozione di convegni di studio con scuole, enti ed istituzioni, per lo sviluppo di un’attività in-formativa sul tema delle persecuzioni antiebraiche in Italia.

E` la risoluzione n.60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria, che ha stabilito di celebrare la Giornata della Memoria nel giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nell'offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberavano il campo di concentramento di Auschwitz: era il 27 gennaio 1945

Il dott. Moschella ha sottolineato che la Giornata della Memoria non consiste in una statica ritualità, ma in una rinnovata possibilità per ciascuno a guardarsi dentro e sollecitare l’applicazione di principi universali.

Quegli stessi principi esplicati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo - di cui l’art.1 e 3 recitano il diritto alla vita, alla libertà e sicurezza personale – e indicati nel Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, dove l’art.18 stabilisce il diritto di ciascun individuo alla “libertà di pensiero, coscienza e religione”.

Il male rappresentato da Auschwitz e dalla Shoah "è pronto a risvegliarsi, come un virus micidiale" - è quanto ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata della Memoria 2019. 

Una memoria da tramandare alle generazioni che si succedono, orientata a prevenire altri olocausti, non trascurando che chiunque, per quanto sia istruito, possa diventare autore di crimini contro l’umanità.

Questo il messaggio che gli studenti delle classi II e III della Scuola Secondaria di I Grado dell’I.C. Alì Terme – ad indirizzo musicale - hanno trasmesso con le proprie performance, dando voce a chi ne ha subito la privazione, improvvisandosi attori e interpetri segnati dai numeri marchiati, ad uno ad uno rievocando una "voce nel vento", che come l’eco ritorna nel ricordo, che testimonia come nella diversità si rimane figli sulla stessa terra.

In ricordo delle vittime nei campi di sterminio, gli studenti hanno intonato canti ebraici (Gam Gam), curandone la coreografia, l’immancabile “La vita è bella” e “Blowin in the wind” di Bob Dylan.

Il dialogo con Ugo Foà restituisce la voce a chiunque nel passato sia stato lasciato sotto un filo spinato, ed anche a chiunque nel presente sia lasciato sotto il muro dell’indifferenza.

L’indifferenza che Ugo Foà ha conosciuto a dieci anni, rimarcata con penna rossa che scriveva “razza ebraica”, riservandogli l’ultimo posto, perché era diverso dagli altri compagni di classe.

Essere ebreo comportava negazioni, privazioni, umiliazioni. 

Perché? Eppure l’ebraismo indica una religione e una tradizione culturale – riferisce Foà.

Ugo Foà ha continuato con il raccontare che,tuttora, durante gli incontri, si possono distinguere i riduzionisti e i negazionisti, e in questo caso non rimane che mostrare un documento dove contare 200 bambini ebrei/romani arrestati, deportati, uccisi … Lea di 8 anni, David di 5 mesi, Maria di 7 anni …

La forma migliore di vendetta consiste nel testimoniare la barbarie causata dalle Leggi razziali – afferma Ugo Foà – quel ragazzo nato a Napoli nel 1928 che, dopo cinque anni vissuti in isolamento e studiando da privatista, finalmente ha ritrovato la propria dignità nel momento in cui ha risposto “presente”, senza che nessuno prima lo catalogasse appartenente a “razza ebraica” durante l'appello in classe.

«L'indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l'apatia morale di chi si volta dall'altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l'indifferenza.» (Liliana Segre)

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