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Messina, le dichiarazioni dei familiari di Alessandra Musarra. Le affermazioni del difensore del giovane in stato di fermo




Queste le prime dichiarazioni dei parenti di Alessandra, dopo la grave perdita nella notte tra il 6 e il 7 marzo.

Sopraggiunge il timore che si possa invocare l'infermità mentale per il fidanzato, Cristian, in stato di fermo per l’omicidio della fidanzata avvenuto due giorni fa, .

Inoltre, l'avv. Alessandro Billè, difensore del giovane, sostiene che il proprio assistito non ha confessato di essere il responsabile della morte di Alessandra Musarra. 

“Ha avuto la freddezza di stare con noi, di fingere, di dare la colpa all’ex: non è pazzo e neanche cretino. Ha premeditato tutto”.

Così sottolinea, Salvatore Musarra, fratello maggiore di Alessandra, uccisa, stando alle prime ricostruzioni, nella notte tra il 6 e il 7 marzo, dal compagno, Cristian Ioppolo, che ha ammesso di averla colpita. 

I familiari di “Ale” sono riuniti a casa del fratello, proprio sotto l’appartamento dove la donna, 29enne, è stata ritrovata morta all’alba.

Cova la rabbia tra i parenti per l’ipotesi che lui possa invocare l’infermità mentale. 

Che il compagno di Alessandra fosse “strano” viene dichiarato dallo stesso padre di Alessandra, Luciano, durante l’interrogatorio.

E' l'avv.Alessandro Billè, difensore di Cristian Ioppolo, a rivelare: “Aveva delle patologie psichiatriche certificate sin dai 12 anni. Era stato in cura fino ai 18, poi aveva smesso. Ha ripreso da un mese, perché si era reso conto di avere dei vuoti di memoria”. 

Ed è infatti sui vuoti di memoria avuti tra il 6 e il 7 marzo che si concentreranno adesso gli approfondimenti degli uomini della Mobile.

Inoltre, in una nota lo stesso avvocato Billè, afferma:"Cristian Ioppolo – contrariamente a quanto diffuso con clamore dalla stampa nazionale e non – non ha confessato di essere il responsabile della morte di Alessandra Musarra, evidenziando, senza negare di avere avuto un acceso scontro con la stessa in occasione del loro ultimo incontro, di non essere in grado di ricordare con esattezza, da un certo momento in poi, gli eventi di quel pomeriggio”. 

“Nell’interesse del mio assistito, sottoposto a fermo dal Pubblico Ministero quale persona gravemente indiziata dell’omicidio, mi corre l’obbligo, con i limiti che mi sono imposti dal doveroso rispetto dell’attività investigativa tutt’ora in corso, di formulare queste opportune precisazioni”

Ciò viene sottolineato dall’avvocato Billè, che aggiunge: “Cristian Ioppolo, che era fortemente legato alla propria fidanzata, ha invece riferito al Pubblico Ministero di essersi preso cura della stessa per il periodo di quasi un anno, sia moralmente che materialmente, anche in momento di grave difficoltà della stessa”.

“Non risulta, invece, da alcun atto – conclude il legale – che Cristian Ioppolo fosse, in genere, un ragazzo violento, nè che abbia mai usato violenza nei confronti di Alessandra Musarra, ragazza che invece, in passato, aveva riferito senza indugio allo stesso Ioppolo e ad alcuni dei propri più vicini parenti, di violenze subite da pregressi partners”.

Quell'ultimo giorno Cristian e Alessandra erano stati in campagna tutto il giorno, poi alle 17 erano rientrati a casa di lei, lui stava per andare via, ma lei non voleva, per questo è iniziata la lite, ed è da qui che inizierebbe il black-out di Ioppolo, che poi torna a casa con un amico e non fa più rientro a casa della fidanzata fino al mattino dopo. 

Questo è quanto avrebbe raccontato il ragazzo, ma come sottolineano i familiari della vittima: “Alle due è arrivato il messaggio a mio padre”. 

Un messaggio dal telefono di lei che diceva al padre che Domenico era lì con lui, poi un messaggio di lui, Cristian, che avverte il fratello che Alessandra non risponde. 

L’ultimo messaggio su Facebook di lei è dopo le 23,18 quello in cui parlava di violenza sulle donne delle 21,45. 

Cosa è successo dalle 17 alle 2? Cristian non ricorda, e la patologia di cui soffre “gli provoca dei vuoti di memoria se vive eventi traumatici”, spiega ancora l'avv.Billè. 

Cristian sa però e ammette di avere mandato i messaggi cercando di dare la colpa all’ex fidanzato, Domenico Orlando. 

Ed è proprio Orlando che, arrivato a casa dei parenti di Alessandra, racconta: “Quattro giorni fa avevo ricevuto una telefonata da numero anonimo, ed era lei che ansimava. Poco dopo mi ha chiamato lui, che ha ripetuto il numero di telefono digitato da lei per capire chi lei avesse chiamato”.

Il movente sarebbe stata appunto la gelosia di lui mista alla frustrazione di non avere lavoro. Saltuariamente pascolava le pecore del cognato per 5 euro a settimana.

“Un ragazzo senza ambizioni”, così lo descrive il padre di Alessandra. L’ammissione c’è stata, ma nella ricostruzione della morte della donna sono ancora tanti i punti da approfondire. 

Intanto, Ioppolo è stato portato in carcere, dove attende la decisione del Gip sulla convalida o meno del suo arresto. 

Mentre l’autopsia sulla vittima verrà fatta lunedì. 

Dovrà trascorrere ancora qualche giorno perchè i familiari possano celebrare i funerali. 

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