Lavoro giovani sud: idee-impresa per restare, finanziati!
Non scappate, può esserci più futuro qui al Sud, anche un presente: infatti per chi ha una buona idea imprenditoriale, lo Stato finanzia generosamente. Le caratteristiche dell’impresa, che così è giusto chiamarla, debbono convincere i selezionatori, ma è facile: bisogna aver intercettato un attendibile, potenziale mercato.
Acquirenti che vorranno avvalersi di quei prodotti o di quei servizi che, oltre appassionarci, sono specifici sbocchi della nostra formazione professionale. Si, questo è un requisito vincente: da soli o in gruppi, avere le professionalità necessarie a quella produzione, assieme al già detto potenziale mercato, sufficientemente attendibile.
Pertanto, per essere finanziabili, giova, assieme alla passione per il lavoro che si intende intraprendere, anche quel sano fiuto anticipatore dei desideri diffusi, magari ancora non espliciti.
Ad esempio porto due invenzioni di cui sarei stato fiero inventore. Si somigliano, anche se sono dedicate a due intermediari differenti della conoscenza del mondo.
Il “leggicomodo” che, non fece che reinterpretare il leggio da tavolo e che fu adottato come dispositivo preventivo, nelle scuole, quasi un dispositivo medico per garantire la schiena dritta degli adolescenti, non più chini sui libri ma: occhi negli occhi, con le loro pagine, perché alla giusta altezza ed inclinazione per una ottimale lettura.
La reinvenzione, che tale è per materiali e portabilità intercettò una esigenza normativa e ne diede risposta. Funzionò oltre che come supporto per i libri, anche per computer portatili sino ai 12-13’, carpetta-custodia a termine uso come leggio.
Ebbe una gran fortuna intorno ad un decennio fa essendo adottato in intere classi scolastiche di formazione per adolescenti, entrate in un programma di promozione sostenuto da una campagna anti scoliosi.
L’altro dispositivo è il “sospendo” che, magicamente, ci permette l’uso di tablet a mani libere, per lettura, scrittura, riprese e quant’altro si voglia che le app per questi dispositivi permettono. Un breve, eloquentemente convincente filmato, facilmente rintracciabile, ne illustra le potenziali situazioni di libertà che permette.
Eppure, senza dover partorire idee per mercati ampli, internazionali, possiamo sicuramente intercettare bisogni quali le società di servizio offrono proponendosi come sistema integrato di prestazioni, volte a soddisfare bisogni integrati: si pensi al principio ispiratore dei centri di servizio sanitari articolati con più specialità ed annessi centri di analisi e diagnostici, come ai più illuminati centri commerciali.
Centri commerciali, ad esempio, prendono a modello la strada urbana ed offrono pertanto ai loro clienti quello che purtroppo le città vanno perdendo: il carattere urbano dell’integrazione di attività di servizio più disparate, commiste alla residenza. Ecco allora che l’accessibilità, l’accoglienza, la dotazione di servizi, le attrezzature ludico-ristorative, ne fanno poli appetibili, luoghi per trascorrere anche intere giornate passando dallo shopping, all’attività culturale, al relax in un prato e tra specchi d’acqua, ne abbiamo un’esemplificazione vicina nell’Etnapolis di Misterbianco.
Artigianato e piccola impresa promotrice di cultura, a sostegno, ad esempio, della vocazione turistica sono scommesse ormai vincenti da decenni. Cresce la richiesta, facendosi via via più esigente il fruitore che apprezza la sana vita all’aperto assieme alle escursioni e la buona tavola: in breve, agriturismo. Eppure non è da tutti farlo bene, con professionalità, che, vanno integrate per una offerta di qualità, sempre la più apprezzata.
Infatti, non ci si improvvisa: bisogna aver cultura dell’ospitalità per poterla offrire, cultura delle ricette locali per far assaporare pietanze della tradizione locale e far apprezzare suoni ed odori. Altre volte l’offerta giunge a configurarsi come un percorso di riscoperta del se stessi, allora giova esser maestri Joga o musicoterapisti e così via.
L’argomento, pur in forma più professionale di quanto riesca a riferirvi, avendolo intrecciato con il mio personale vissuto, è stato sviluppato alle 17,30 di ieri tre maggio 2019 presso la sede messinese della Piccola Comunità Nuovi Orizzonti ospitante il Dott. Carlo Maletta dell’UCID, al n.5 di via Santa Maria Alemanna.
Con dovizia di informazioni tecniche offerte da esperti ha avuto inizio il seminario. Un susseguirsi di esperienze sviluppate, illustrate dai protagonisti che hanno raggiunto l’obiettivo del finanziamento, hanno avviato la loro attività ed ora continuano il loro entusiasmante percorso di crescita imprenditoriale, approfondendo e specializzando, ha concluso la serata. Una intermedia sessione di domande e risposte ha caratterizzato l’incontro. Significativa la titolazione del seminario: “Io? resto al Sud a ... fare impresa”
V’è, promosso, anche un percorso per apprendisti imprenditori in cui rudimenti e strategie maggiormente sofisticate attendono chi volesse seguire le cinque lezioni, in altrettante settimane, ospitate presso la sede centrale dell’Ateneo. È per tutti: iscrivendosi con apposito modulo scaricabile dal sito CESV Messinahttps://www.cesvmessina.org/ dove più articolate argomentazioni e rimandi si potranno cogliere.
Ma, tranquilli: anche produrre miele e commercializzarlo, se questa è la nostra passione, può andar altrettanto bene. Certo, le vie battute, ci mettono in concorrenza, ed allora è la ricerca della particolare combinazione di essenze che rende unico il nostro prodotto, come nella ricerca profumiera e nella risposta a necessità legate al poter portare con se in forma solida, ciò a cui nella forma liquida è impedito l’accesso come bagaglio aereo. Come iniziammo? Con il fiuto, vero!
https://cesvmessina.org/notizie/notizie-istituzionali/item/921-venerdì-3-maggio-2019-ore-1730-messina-“io?-resto-al-sud-a-fare-impresa”
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