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Un asso messinese contro il cancro: il professor Santoro

Gentili lettori, cominciamo oggi una rubrica dedicata alle eccellenze ed ai personaggi curiosi, ma comunque meritevoli e degni di nota, che si sono particolarmente distinti o che hanno dato (o lo stanno dando) lustro, in vari settori lavorativi e del volontariato, alla nostra amata città. É un grande onore per noi oggi ospitare, nelle nostre pagine, il professor Santoro.

Armando Santoro, classe 1950, é più di un orgoglio e un vanto per i suoi concittadini messinesi. Professore ordinario di Oncologia medica, opera prevalentemente a Milano quale direttore del Cancer center dell'Istituto 'Humanitas'.

Conseguita la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1974 presso l'Università di Messina, la sua città, ha poi ottenuto il 'Certificat de Cancerologie Clinique et Experimentale'  presso l'Università 'Gustave Roussy' di Parigi e, successivamente ha frequentato il  ‘Memorial Sloan Kettering’ di New York e la Stanford University in California, negli Stati Uniti, specializzandosi poi anche in 'Ematologia clinica e di laboratorio' presso l'Università di Roma.

Ha anche acquisito il diploma di specializzazione in 'Oncologia' presso l'Università di Genova. É professore ordinario di Oncologia e docente  presso la scuola di specializzazione in ‘Ematologia’ oltre che direttore della scuola di specializzazione in 'Oncologia’ della Humanitas University. 

Ha lavorato presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ed oggi é  Direttore della ricerca clinica dell'Istituto 'Humanitas': é uno dei ricercatori di fama mondiale, con numerose collaborazioni internazionali, e le aree di ricerca di suo maggiore interesse sono quelle dei 'Tumori solidi ed ematologici', dei ' Cancer Survivors', dello 'Sviluppo di nuovi farmaci’ e delle ' Terapie biologiche'. 

É autore e coautore di varie pubblicazioni, alcuni titoli delle quali abbiamo posto in calce a questa pagina virtuale a beneficio di chi vorrà consultarli.

Del prof. Santoro ci colpiscono a primo impatto la dolcezza, mitezza ed umiltà, unite, a mano a mano che continuiamo a conoscerlo, ad una risolutezza ed una sconfinata cultura, tutti elementi propri dei 'grandi'. 

Lo immaginiamo con i suoi pazienti emanare una consistente empatia, sicuramente costituente grande incoraggiamento, indispensabile per chi abbia intrapreso una lotta con la malattia, che può a volte essere anche molto lunga. 

Ci viene in mente  spontanea una prima domanda curiosa...

Prof. Santoro, lei da piccolo era un bimbo discolo, di quelli per intenderci che fanno ammattire i genitori, o un bimbo tranquillo? E come andava a scuola?

"Ero molto tranquillo. A scuola andavo bene, preferendo in particolare le materie scientifiche, ma mi piaceva molto anche socializzare, uscire con gli amici, divertirmi: non mi chiudevo certamente in casa sempre a studiare, cercando di trovare tempo sia per l'impegno che per il divertimento."

Professore, oggi più che mai si avverte la sensazione di non essere tanto lontani dalla risoluzione definitiva delle patologie tumorali, tra le prime cause di morte e sofferenza nel mondo. Se fosse realmente vero, come tutti speriamo, lei come crede possa avvenire? Grazie a qualche colpo di genio o mediante progressivi aggiustamenti terapeutici, di cure e farmaci?

"Non accadrà all'improvviso, ma attraverso un processo di continua evoluzione che del resto é già in atto da anni: una sorta di onda lunga progressiva che ci spinge sempre più avanti nella ricerca e nella conoscenza

Tenga presente che non siamo, nel caso dei tumori, di fronte ad una singola malattia ma piuttosto ad un insieme di esse, anche molto diverse tra loro e con una miriade di variabili di cui tener conto: persino quando si tratti, ad esempio, di confrontare due pazienti affetti dalla stessa patologia, ci sono mille cose da considerare, dall'aggressività spesso non univoca della stessa, alla risposta ai farmaci proposti ed alla resistenza del singolo soggetto e molto altro ancora. 

Stiamo infatti sempre più abbandonando i vecchi modelli che prevedevano la standardizzazione delle cure, per proseguire sempre più verso una maggiore personalizzazione delle medesime. 

Voglio anche sottolineare fortemente che i progressi effettuati, e che a mano a mano si faranno, non si sono verificati soltanto nella ricerca dei farmaci e di nuove cure, ma anche nella metodica operativa, nelle tecniche, nelle strumentazioni, in chirurgia ed in radioterapia, insomma in tutto l'approccio multidisciplinare oggi applicato al singolo paziente."

Quindi lei, professore, ci rassicura su tutto l'approccio multidisciplinare e sullo stato della ricerca che, comunque, ricordiamolo, va sempre sostenuta da ciascuno di noi. Ma questi progressi sono avvenuti su tutte le patologie?

"Certamente. Ci sono state patologie che ne hanno beneficiato particolarmente, ma anche grazie all'aspetto molto importante della prevenzione primaria e degli screening, come nel caso dei tumori del colon, di quelli della mammella e dei melanomi. Ma in generale, il progresso ha interessato tutti i settori. 

Oggi conosciamo molto di più i meccanismi tumorali e se non riusciamo a fornire una guarigione completa, in sempre più casi riusciamo ad ottenere una cronicizzazione. Il cancro é una patologia impegnativa per medici e pazienti, ma terrorizza assai meno di un tempo."

Si parlava di prevenzione e del suo ruolo...

"La prevenzione ed i controlli giocano un ruolo molto importante nella diagnosi che, in assenza di essi può variare di molto. A questo riguardo, da suo concittadino e uomo del Sud, non posso che rammaricarmi ad esempio del fatto che al nord abbiamo raggiunto risultati notevoli in termini di controlli preventivi, cosa che non posso dire invece del meridione. 

Ciò a mio avviso accade per due ordini di motivi fondamentali: una carenza strutturale, della quale il sud soffre purtroppo tradizionalmente, ma anche purtroppo una certa arretratezza culturale: da noi, sottoporsi a controlli é ancora vista come una cosa di cui aver paura, errore gravissimo, perché poi accade che ci arrivino tanti pazienti in condizioni molto più critiche di quelle che invece si sarebbero potute affrontare. Quindi non abbiate paura di effettuare controlli regolari, perché la prevenzione é importantissima."

Le posso porre ora una domanda forse scomoda? C'è oggi una certa convinzione, proposta da alcuni, che chemioterapia o cure tumorali in genere facciano male e siano poco efficaci, o, secondo altri, che il settore chimico-farmaceutico sia piuttosto interessato, odierno Moloch, non a far guarire i pazienti, né a farli morire, ma piuttosto a fidelizzarli attraverso possibili cronicizzazioni delle malattie che costringano i pazienti a rimanere il più possibile legati a farmaci e, attraverso proprie spie, a mettere a tacere con prebende e promozioni, eventuali ricercatori vicinissimi a una soluzione definitiva. Lei cosa pensa di tali teorizzazioni?

"Andando per ordine: la Chemioterapia ha indubbiamente i suoi effetti collaterali nocivi, così come li hanno vari altri farmaci, ma noi, grazie a loro, riusciamo a salvare o ad allungare la vita di tantissime persone, quindi mi sembrerebbe davvero illogico non utilizzarli. Io sono piuttosto contrario agli accanimenti terapeutici, ma questo é un altro discorso. 

Alla teoria complottista di un vero e proprio... sistema chimico-farmaceutico per condizionare i pazienti e fidelizzarli non credo per la verità: qualcosa sfuggirebbe e senz'altro emergerebbe. Io invece porrei l'accento sull'aspetto da vero business di certi farmaci utilizzati: spesso le cure applicate hanno dei costi altissimi, davvero difficilmente sostenibili dal Sistema sanitario. 

Una cura arriva a costare anche 20mila euro al mese a persona: cifre incredibili! Ci vorrebbe una politica, nemmeno solo italiana, ma internazionale che si occupasse di tale tema ed i prezzi dovrebbero scendere a livelli molto più sostenibili."

Parlavamo di Sistema sanitario: lei come giudica il nostro rispetto ad altri?

"Eccezionale. Il Sistema Sanitario Nazionale è da difendere a denti stretti, tra i migliori del mondo e tra i più attivi. Bisogna solo fare attenzione ai problemi di sostenibilità, ma rimane qualcosa di magnifico ed una risorsa ed opportunità anche per i meno abbienti che vanno tutelati. Difficilmente lei vedrà qualcosa di simile altrove."

Esistono, secondo lei, delle vere e proprie diete anticancro?

"Assolutamente no, e chi ci gioca sopra fa spesso del business. Mangiare di tutto ma limitatamente, non mettere su chili di troppo, non bere alcolici, non fumare, non assumere droghe, fare del movimento, della ginnastica moderata... solo ciò può aiutare a prevenire il cancro come altre malattie serie. Migliorarsi, regolamentando il proprio stile di vita."

Lei ha mai avuto difficoltà d'integrazione o subito, da meridionale, discriminazioni nel tessuto sociale e lavorativo del nord o all'estero?

"Affatto. Non ho avuto alcun problema. L'importante é dimostrare da subito serietà e volontà nel lavoro e vieni apprezzato. Il fatto di venire dal sud, o da realtà con minori possibilità di accesso ai contenuti, non può costituire un alibi che minacci perfino di autocondizionarci."

Una sua opinione adesso sul tanto denigrato oggigiorno ruolo della Cultura. Cosa direbbe ai giovani, ad esempio?

"Direi loro, ma un po' a tutti, che la Cultura ha un ruolo fondamentale. Serve ai medici come ai pazienti. Giovani in particolare, leggete, studiate, informatevi, imparate le lingue, che vi serviranno tanto in una società sempre più multiculturale."

E magari un giorno potrete diventare i professori Santoro del domani!

Sorride e schernendosi ci risponde: "Senz'altro."


CONTATTI: www.humanitas.it     Centralino Prenotazioni: 02/8224

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE in collaborazioni: "Phase II study of pernetrexed plus carboplatin in malignant pleura mesothelioma" - "Trastuzuman in Breast Cancer, The New England Journal of Medicine" - "Phase II Study of Sorafenib in Patients with advanced hepatocellular carcinoma - Journal of Clinical Oncology" - "11C- Labeled Methionine and Evaluation of Malignant Pleural Mesothelioma" - "Phase III trial of pernetrexed plus best supportive care previously treated patients with advanced malignant pleural mesothelioma. Journal of Clinical Oncology".

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1 commento:

  1. Bell'articolo e bella intervista: assieme al conforto sul procedere dei progressi nella cura di malattie che neanche nominavamo, sino a qualche tempo fa, ora le varie forme di cancro, apprendiamo che, riconosciute nelle manifestazioni iniziali e quindi curate per tempo, come peraltro sempre cosi ci si dice per qualsivoglia malanno, migliorano decorso e possibilità di convivenza. Si riesce persino a guarire, con la pratica di più azioni congiunte che mettono al centro la persona del malato e lo curano quindi da più punti di vista: essenziali gli aspetti del fattore umano di rapporto, come si sottolinea nell'articolo.
    Felice di leggere articoli di questo tono, attendo di scoprirne i prossimi, nel programma di intenti, quando matureranno le occasionalità per queste belle interviste a veri personaggi cittadini, da cui prendere esempio.
    Ancora un sentito grazie a Santino Irrera per questo suo indagare tra il buono che Messina offre, come positivi esempi di ciò che si può raggiungere, anche per percorsi lineari se si ha passione per quello che si fa.

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