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Chi mai sospetterebbe, in: “Orgoglio e pregiudizio”





Sulla scia di amicizie di lettura...Chi mai sospetterebbe di incontrare tanta modernità di pensiero in una scrittrice di quasi tre secoli fa? Rivoluzionario lo staremmo pensando, il carattere, eppure sta lì, sotto i nostri occhi, incarnato dalla protagonista, Lizzy, secondogenita di una agiata ma non ricchissima famiglia di una splendida contea inglese.

Un classico ormai, romanzo di formazione, illuminante un punto di evoluzione all’interno dei rapporti umani, pure se in un limitatissimo ambito sociale ed a causa di un carattere, un’attitudine scrupolosa nell’osservare l’umanità.

Solo per chi sa, avvertito da sagge introduzioni alla lettura, appuntare l’attenzione su ciò che pur nella distanza dai modi dell’epoca, è facilmente estraibile nel modo dello svilupparsi degli eventi e soprattutto nei modi umani.

Bisogna entrare in una realtà in cui le convenzioni sociali sono rigide e presenti, rispetto alle nostre, più fintamente libere che assenti.

Di fondo, un agire regolato da convenzioni che però sono differentemente interpretate, da chi come forme di etichetta, quello che oggi chiameremmo perbenismo ottuso, e da chi, come sane forme relazionali, garantenti i buoni rapporti con tutti.

Contrariamente a quanto i tempi più vicini a noi hanno espresso, ossia che la rivoluzione sociale, sia propugnata nelle piazze spesso dal bisogno, allora, le maggiori aperture e fondamentali, si ebbero nella mutazione degli stili di vita, rinnovando lo spirito dei rapporti interpersonali prima, per investire poi, per il tramite di queste illuminate progressioni, l’insieme della vita sociale, quella di una nazione, almeno.

Giovi questa breve citazione: "...Georgiana teneva in gran conto Elizabeth, anche se da principio aveva giudicato con uno stupore che rasentava lo spavento la sua vivace, disinvolta maniera di parlare col marito. Vedeva suo fratello, da lei trattato con un rispetto che superava l'affetto, preso in giro con affettuosa allegria. Imparava, dall'esempio di Elizabeth, quello che non avrebbe mai creduto prima, e cioè che una donna può prendersi col marito delle libertà che un fratello non può permettere a una sorella più giovane di lui di ben dieci anni".

Di più, molto, che qui non può trovare spazio, meriterebbe quello che il titolo fa attendere, e sarà una lettura attenta a svelarlo, per il diletto di coloro che vorranno trovare, in questo romanzo di formazione, un riconquistato sapore alla maggiore utilità che ne verrebbe dai rapporti familiari e prima ancora sociali, più serenamente riflettuti e selettivamente condivisi.



P.S.

Per gli impazienti cronici che proprio in virtù di ciò potrebbero perdersi gusto e piacere, ma proprio non sono più avvezzi ad affidarsi con trasporto, segnalo i capitoli centrali del libro, rivelatori di quanto ci si può attendere dalla lettura sino in fondo, essendo, si sia avvertiti, i precedenti, oltreché necessari a porre antecedenti ad eventi, risultanti essenziali per l’immersione nel clima epocale, di utilità anche, al miglior apprezzamento degli scardinamenti che l’intelligenza e la sensibilità, condite di arguzia, realizzano.

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